195 MDXXVIII, APRILE. 196 di 3. Mnnda una lettera liaula de! conte Claudio | Rangon, et per più vie hanno che ’I castellali de Muss si è conzo con inimici, et fra uno o doi giorni sono per andar a li danni del bergamasco o la via di Val Brembana, et si ha ordinato, non polendo far altro contrasto a inimici venendo per quelle montagne perchè li cavalli non poi combatter li, che se sgombrano tutte le meglior robe de esse valle, aziò che inimici non se ne servino etc. Copia di una lettera da Caprino, del conte Claudio Rangon, di 2 Aprii 1528, drizata al proveditor zcneral Moro. Magnifico et durissimo et patron mio obser-vandissimo. In questa hora mi è venuto aviso, per uno il qual è stato in Ulcinà, come ritrovandosi con licita scusa a la presenza de Filippo da Iremo ivi capo, che gli fu portala una lettera come gli significava che si havea deliberato in termine de dui giorni di passar di qua et andar a la volta di Bergamo, el che ’I castellano di Mus si era acordalo et sin hora havea mandato quantilate di pane in Leco. Mora è venuto ancor il capilanio elusone, per il qual se intende il simile, et del passar et del castellano, et dicono che haveriano già sin ad bora passati se questi mali tempi non li havesscno intertenuti ; et 129 secondo egli dice haver inteso, dicono di \olere passar questa notte che viene. Hozi si è visto che quelli da Brevio hanno bufato ne l’aqua una nave assai grande, la qual poiria portar da 50 a 60 ho-meni, et del tutto mi è parso subito darne aviso a le vostre signorie, et cosi non manco per meglior el più vie che io posso de iijtender quanto si può, et del tutto le ne darò aviso. Quelli da Brevio hanno pur quivi un’ altra nave tale; ma non l’hanno in aqua, ma sfa in termine che tosto gli la possono ponere. In Ulcinà non sono altri che tre spagnoli, et questo Filippo et uno suo fratello con circa 8 altri tra di la terra et del paese ; nè altro per hora, salvo che a le signorie vostre cum burnii reverenda bascio le mani et mi ricomando. Da Caprino, il giorno secundo di Aprii, 1528. Le signorie vostro sapiano che qua non sono cavalari, nè altri. Di Vostre Signorie servitor Claudio Ranco.nl. J A tergo : Al molto magnifico et clarissimo signor Proveditore generale et illustrissimo signor Governatore, signori et patroni mei observandisimi. Da Vicenza, di sier Zuan Antonio da chà Taiapiera capitanio, di heri. Certo aviso che uno ciladin de lì li ha ditto, che queste zentesi fa di sopra è con li danari del Papa per farle andar contra Fiorenza. Da Cremona, fo lettere di sier Gabriel Ve-nier, orator. Come il duca di Milan era venuto a trovarlo a caxa dicendoli non si fa provision acres-ser l’exercito, et si patirà grandemente, et voria si facesse fanti et lui da la sua’parte farà eie., el voi andar a star in Pavia. Item, che ’I manda per questo uno suo nonlio aposta a la Signoria. Di Anglia, di sier Marco Antonio Venier 129* el dotor, orator, di 2, 8, 10 et 11 Marzo. Come si aspettava monsignori la Moreta orator del re Chrislianissimo, qual vien per metter ordine a far gaiarda la guerra a l’Imperator, et si ha aviso iu Fiandra esser sta publicà la guerra contro la Fran-za et Geldria. Scrive esser nove de Italia de felici successi de monsignor de Lulrech, et questi desiderano vadino sequilando. De qui questo orator cesareo vien guardalo. Scrive di colloqui hauti col reverendissimo cardinal Eboracense, qual li ha ditto che l’Imperator voi far la pace col re Chrislianissimo et lassar nel stailo di Milan il Duca presente ma voi ben Zenoa et Aste et un rnilion d’ oro al presente, et lassare el Dolili), et poi che 'I re Chrislianissimo dagi in man di questo Re le terre di Borgogna sino che li sia dato uno altro milion d’oro, et poi restituirà el duca di Orliens; ma sopra tulio non voi lassar el Dolfin se prima monsignor di Lulrech non sia partito de Italia, dicendoli il Cardinal etiam il Re che uno nonlio di Cesare li bavia dillo cussi venuto a posta ; ma lui voi mandar al re Chrislianissimo so cuxin con 6 modi, i qual l’Imperator volendo la pace non potrà far di men di acelarli, ma voi prima che’l Re so cuxin sia contento. Di I'ranza, di sier Sebastian Justinian el cavaiier, orator, di 18, da Poesì. Come era stato col Re, et parlalo voi far gran guerra nè ai-tender a pratica alcuna, et il duca di Geler havia preso una Ierra di l’Imperator chiamala Aga____ in..........» Scrive come Io episcopo di Pistoia orator del Papa, qual voleva andar in Spagna, sieome scrisse per le altre, andò a Lion a parlar al signor Alberto