389 MDXXVM, MAGGIO. 390 Per gente ussita de Napoli se ha, che heri ora el magior rumor et pianto in Napoli per la morte et presa de queste zente, del mondo. Haveano questa malina caziato fora de Napoli tutti li contadini et gente del paese che se era reduti in quella terra, che erano più de 2000 persone tra homeni et done. Credo che dimane le nostre galere verano trium-phante ad visitarne, et cum questo fine a la bona gratin de Vostra Excellentia me ricomando. Del campo sotto Napoli,.a cl\ ultimo de Aprile 1528. Sottoscritta : De vostra Illustrissima Signoria humile servitor Guardo Cademosto. A tergo : A lo Illustrissimo et excellentissimo signore, il signor duca de Milano, et signor mio observandissimo. Copia de una lettera del reverendissimo Cardinal Cotona, da Gaieta, al primo de Ma so 1528, driza ta a Roma al reverendissimo legato Cardinal Campegio, et per lettere da Orvieto, di 4, di domino Alvixe Lippomano, haute de qui. Reverendissime etc. Essendosi attacate le galere de li imperiali insieme con quelle de Andrea Doria, hanno combattuto più de quattro bore. Ho intertenuto più di due hore a scrivere solum per poter avisar de la verità ; et questa matina ho hauto la certezza. La bataglia è stata la più crudele et sanguinolenta che mai fusse fatta in mare a ti tempi nostri, et da 1’ una parte el da P altra morta una infinità de persone ; et dico tante, che poche ne sono vive ; finalmente li imperiali hanno perso. È morto el signor don Hugo, el signor Cesare Feramosca, don Piero de Coij ; pre-gioni son rimasi el signor marchese del Guasto, el signor Ascanio et il signor Camillo mio nepote. Altri particulari non se intendeno. Non mancherò de avisar vostra signoria reverendissima quanto intenderò ; el perchè ho ordine dal Nostro Signore, volendo scrivere qualche cosa importante inviar le lettere a vostra signoria reverendissima, per questo la supplico se degni mandare le alligate per uno homo a posta a P homo mio che è apresso la Sua Beatitudine, aziò la Santità Sua sia avisata del successo. Et a vostra signoria reverendissima me ricomando. De Caieta, al primo de Magio 1528. De missier Francesco Gonzaga, date a Orvieto 263 a li 4 Mago 1528. Ci sono lettere da Napoli de Gioan da la Stuffa, di 28 del passalo, quale significa che li cesarei se ritrovano in Napoli, dove stanno senza timore de francesi, Invendo rassetate le differentie et controversie che tra loro capì erano, sicome hano conosciuto che ’I bisogno rezercava ; et che hanno fortificato monte San Martino, dove per deffensione hanno posto una bonissima guarda de fanti, de modo che è quasi inexpugnabile. Et dice le cose essere redutein termine che se monsignor de Lautrech pensarli de dare assalto et combattere Napoli, se metterà ad impresa molto difficile, et in la quale sarà per morire una infinità de homeni. Però se iudica non se debba venire a questa prova, ma starsene in speranza de P assedio ; et che quelli de dentro patiscono alquanto de farine, ma non tanto che posi essere causa fra termine de due mesi de farli venir a la deditione o de mettersi al combattere ; et che la speranza loro è sopra el soccorso de lanzchenech, la venula de quali tengono indubitatissima. Per lettere che se indrizano a questi reverendissimi del Regno, di 28, date in Napoli, li cesarei haveano armato sei galìe et altri navilii con 800 archibusieri in lutto, con disegno che sopra esse vi dovea andare el signor don Hugo, el signor Ascanio Colona et il signor marchese del Guasto, et andare a la volta de Andrea Doria per combaterlo o farlo re-lirarc ; et se conferma che Napoli stà senza suspi-tione di essere offesa, il signor Sara Colonna, con intclligentia che havea in Paliano ha hauto la terra, ne la quale senza occisione nè violentia è inlrato el vescovo nepote del Cardinal reverendissimo Colona. Il signor Luigi Gonzaga, avertilo di la pratica per certe lettere intercepte, ha posto in la rocha la donna et robe, et se ne ussite, et desegna fare altra unione et recuperar la terra. 11 protonotario di Gam-bara è electo gubernator di Bologna apresso il reverendissimo Cibo, et fra 10 giorni se vi deve ritrovare. Li fanli che erano in Viterbo hanno posto a saco Tri viano qualcuno gentilhomo da Orvieto reconosce da la Chiesa, et havendo Nostro Signore mandato 263* missier Bernardino da la Barba ad dolersi di questo, ha risposto essere proceduto per causa de li habitanti di quello loco. Dicono che sono 8000 fanti et stano uniti, dicendo volere entrare in Siena se senesi li vogliono dare recapito. S’ è risolto in Con-