477 MDXXVIII, MAGGIO. 478 va. Habbiamo, nemiei haver brasato Cavignon et Pantego, et erano venuti a le Cavalehaselle, Castel-novo et quelli contorni ; et per quello cegnavano, voleano butar uno ponte sul Menzo, di sotto da Peschiera per do mia. Heri sera ne sopragionse qui dal campo uno capo di slratioli con zerca cavali 40, quali habbiamo fatto cavalcar questa malina per tempo, con ordine che vadano fin a vista de inimici, aziò che con certezza ne sappi dir dove i sono essi inimici. Et habbiamo lettere di Verona del Podestà et Provedadori, che nulla dice dove è li inimici. È lettere del signor Alvise di Gonzaga a quel domino Zuan .... da Gambara piene di dolceza et Immanità, molto iuslifìcalorie de ogni sua operatione, affirmandone non haver preso partito alcuno con imperiali, ben esser stà da loro richiesto et da lui coresposo con bone parole, et li ha rechiesto voler cavali 400 et bon numero di fanti con altro provisione; da li uuali dice non haver hauto un soldo nè resolutione, et ne aferma non haver altra gente che cavali 96 et archibusieri 100 et la magior parte venuti più per amicitia che per premio. Et par per ditte lettere el desidera esser abrazato da questo Stato, perchè dice esser stà risposo da Venelia da quei signori, che poi che ’1 non ha voluto acelare la condutta, se ne avederà come se atroverà. Et lui dice che, vedendo venir uno esercito alemano in Italia et esser lui abandonalo da quesli signori, la potentia del qual exereito a qualunque gran Slado dia poner teror, però lui havea mandalo sui messi a questi imperiali per veder di non esser rumalo ; ma che non era seguito più di quello è dillo di sopra, et per magior cerleza ha mandalo qui la propria lederà li scrive il capitanio Zorzi Fransperg da Manto» in questa materia, di la qual mandano la copia a la Signoria. 319* Del diio Podestà di Brexa, di 17, hore 21. Dapoi scritte le altre lettere, si ha inimici esser in-trati in Peschiera et corei fino arente Rivollea, in modo che siamo certi tengono questa volta. Per il che, havemo expedilo subito in campo a Cassan et a Verona. Non so che provisioni faranno. Habiamo per via opliina et secura da chi el pono saper, che questi pensa haver Verona o quesla terra di Brexa non per forza, ma per a sì ed io; sapendo loro non li esser vituarie. Et in quesla hora habbiamo expedilo in Val Trompia a levar fin 400 archibusieri che intrino qui in la cità, zoè quelli che zà havemo falli preparar. Etiam domalina faremo inlrar Falcòn da Salò, Ferazin da Brexa et Batislin da Rimano, quali havevamo interlenuti qui arente la terra alozati, et erano destinali per campo a Cassan ; et saranno da 500 fanli. Quelli fanti deputali in castello intraranno quesla nolle. Et habbiamo expedilo domino Bapti-sta Martinengo ad Axola, e partirà quesla notte; ma la sua compagnia era per avanti mirata in Asola di ordine nostro. Scrive, starno insieme col Capitanio e Proveditor zeneral Foscari per far molte cose, et qufcllo succederà avisarà. Nè di Paulo Luzaseo scrive alcuna cosa, per non saper nulla loro. Di campo da Gassati, di sier Tomà Moro proveditor zeneral, di 16,horc d; ma prima scrive di Bergamo, dì 15 . Come era andato lì per proveder di sussidio, et posto 4 compagnie dentro el proseguir la reparalion. llor per queste scrive esser ritornalo lì a Cassan quel zorno dì 16. Scrive aver mandato domino Paulo Luzaseo con la sua compagnia de cavalli lizieri verso Verona, richiesto dal Capitanio Zeneral. Ma ozi, essendo a Bergamo, ave lettere di la Signoria nostra come nostra inten-tion eriche il signor conte di Caiazo con la sua compagnia venisse a Verona, et essendo parlilo dillo Luzaseo, se revochi. Scrive, di qui è pochi fanli numero, sono numero . . . , et levando dillo Conte qual ha fanli 1000, si restarà solum con 2000 fanli, perchè si ha convenuto meler in Bergamo 4 compagnie ancor che parie siano pagale et parlo non ; et restando de qui pochi, potria seguir qualche disordine. Scrive la cossa di Pavia. Li noslri soldati fono Irovali a dormir nè hanno voleslo far il debito suo; et scrive esser zonli là in campo il magnifico Antonio Martinengo et il Cluson con le compagnie el il Coseho; il qual Coscho si ha portalo bene et non ha colpa alcuna. Il Longena ha haulo 1000 ducati di laia et domino Ilannibal Fregoso 500; et il Vi- coaro è ferito, et.....Da Porto.......Ai qual esso Proveditor ha fatto comandamento ven-gino a la Signoria nostra a zio la Signoria ne lazi provision; li quali erano slà avverlidi di l’ussir do inimici di Milano odi l’andar a la sua volta; ma loro non hanno voluto far il suo debito. Quelli di Milano baleno Abiagrasso e con gran solitudine. In questa hora è gionlo da Milano domino Candian stalo pregion in Loco, qual dice inimici dicono voler ro-bar Bergamo. Da Verona, di 17, a Francesco Chcrea, vidi lettere. Come il suo patron Hercules Poeta, che era in la Chiusa, ha hauto più di uno assalto dagli imperiali et valorosamente si ha diileso essendo il loco non mollo forte e di pericolo grandissimo, et fu ferito de uno arcobuso et passato il brazo destro; et passati li inimici, è venuto qui a Verona a