275 MDXXVIII, APRILE. 276 da la madre, et gionli ne la camara di esso mesier Antonio, immediate li fu drio alcuni armati el amazorno ditto misier Antonio di ferite 18, et si-militer amazeteno la garzona et colui la havea condutta, et la madre de ditta garzona se ascose ; nè si resta de inquerire de inlravenir in li mal-factori. La qual nova domino Batista Marlinengo vene a dirla a loro rectori, li quali feno star le porle serale fin quell’ora undecima per trovarli. Nolo. Ileri el questa matina domino Hironimo Savorgnan fo In Collegio con li Cai di X, per certe lellere inlercepte in la Patria di Friul. Par, inimici volesseno venir a tuor Osoph castello fortissimo del dillo domino Hironimo ; et fo parlalo insieme, el provision da esser fale venendo in la Patria. Da poi ' disnar, fo collegio di Savii ad consti-lendum. Da Verona, di rectori, di... . Con uno reporlo haulo di le cose superior, el dieno venire C000 grisoni per via del lago di Como con il passo li darà il castellan di Mus, et andarano a Milan, et li lanzinech passerano di qua el voleno intrare in Vicenza ; et altre particularità. Noto. Beri per il Conscio di X con la Zonla fo deliberà di mandar in Verona stara 4000 formenlo et stara 4000 orzi, atenlo in dilla città, come si ave da li rectori, è poca viluaria. Del Capitanio generai da mar sier Piero Lifndo, da Corfù, vene lettere per gripo a posta, di 4 et 5 di V instante. Del zonzer li con galle... et ha trovalo il proveditor Moro con galle ... a le qual mancava 170 homeni, el chiamato il Con-seio di Corfù, quelli li hanno oferto darli 100 homeni per interzarli. Scrive, haver tolto di uno gro-po mandava il duca di Nixia a sier Jacomo Pisani ducali 450 d’oro di quali ha comprà formenli a lire 5 il staro, et fato far biscoti, ch’è sia molto a proposito. Per tanto siali pagali di qui al ditto Pixani li danari. 183 -Oì procuratori Pixani et Pexaro, del campo, in reame, di 8, 9 et IO, le ultime date in campagna a Camello, mia 22 di Napoli. Come erano venuti con lo exereito. Capua et Nola si haveano resi et Cere et mandali obslagi a monsignor ^lustrissimo di Lutrech, et alcune altre terre, et erano venuti molti baroni ussiti di Napoli nel noslro campo. Spagnoli et lanzinech erano a Pozoreal vicino a Napoli dove pareva si forti-fìcasseno, nè però erano inirati in Napoli. Item, come il marchese del Guasto, venendo a parole nei campo de inimici con il conte di Potenza; lo ferite, et il fiol del ditto Conte, volendo aiutar il padre, fo morto dal prefato Marchese. Si dice però, è stà inimicitia vechia. Scriveno, la malina andi-riano in uno altro alozamenlo mia 14 di Napoli; et scrive poi a di 10 esser reduti al dillo alzamento mia 12 di Napoli, et esser venuti in campo do baroni Boli del conte dì Traieto, non obstante il padre sia in Napoli etc. Da Brexa, di 19, vidi lettere particular. Qual scrive il caso ocorso al signor Antonio Maria Marlinengo, il quale heri sera, zerca bore 2 di noie, fece andar tutta la sua famiglia a dormir, et lene in pie li uno suo favorito al qual comisse che dovesse andar a tuor una certa garzona. Et lui li an lete et menò la garzena et la maire, et come furono intrali in caxa, andorcno di longo in camera, et lassò la porla aperta. Et stando lì, sopra-zonse 4 armali con arme inastate et inlrorono in camera et amazete il ditto signor Antonio et la pula et il famiglio. Per bona sorte, la vechia madre sì ascose et stele per fina a le B bore de nolle che mai disse niente, nè persona se acorse di niente. Poi la vechia comenzò a cridar, et la cosa si discoperse. Li signori rectori sier Antonio Barbaro podestà et sier Zuan Ferro capitanio, tulio hozi hanno fatto star serale le porle di la terra, et si va cercando et par non si trovi indicio alcuno fermo, et hozi è stà fatto la crida che chi acusa li malfatori babbi 1000 ducali, et sarà tenuto secreto; et se uno de li malfatori, domente jgg* non sia il capo, acusi li altri, sia liberado et va-dagni li ducali 1000 di la taia. Da Feltre, di sier Tomà Lipomano podestà et capitanio, di 20. Con uno riporlo di le cose di sopra. La copia sarà qui avanti. Da Vicenza, di sier Zuan Antonio da chà Taiapiera capitanio, di 20, hore 22. Mi riporta una persona di mollo discorso et di qualche re-putation, venuto di Trento, che ritrovandosi Mer-core passato de lì col signor Francesco Castelallo qual diccsi esser capo di questa impresa, vene da lui signor Francesco uno capitanio di fanti dicendoli haver a Bolzano li sui fanti preparati, et per intertenirli ebbe scudi 200 da ditto signor Francesco. Dice ancora, che olirà le monitione zoè vit-tuarie, vide pczi d’arlellaria grandi et picoli più di 100 da carri 60 cargi di piche, et da 20cargi di legnami a suo iuditio da far zalre. Et per quanto P ha possulo sotrazer et per suo iudilio, farano il camino driedo l’Adese per descender, affirman*