91 UDXXV1I1, MARZO. 92 et non posso fare tanto. Etenim ho auto heri li inimici pnssorno 11 a Olginà per viltà de vostri ; sichè io non scio che mi dica, nè manco quello mi fazia. Se io havesse a tendere se non a una banda, già haveria resegala la fortuna, non già senza rasone. Da l’altro canto Antonio da Leva me insta con lar-gissimi partiti, dico tanti che vostra signoria non lo crederà, et mi molesta de tanti luogi aziò me habbi a risolvere con lui ; cosa che non è mente mia de abandonare quella Illustrissima Signoria, ma se non sarò aiutato, sarò sforzato a farlo. Per il che io gli scrivo liberamente et resolutamente, che se non mi è mandato fanti G00 che siano homeni di guerra per difender questi loci tino si prenda Leco, che non può durare per tutto il presente mexe, et che ditti fanti non se habbino a partire di qua se non in caso che inimici se partisseno de qua, et che io ne abbia a disponere, gli protesto come io sarò necessitalo a fare il volere di Antonio da Leva ; cosa che io fazo mal voluntiera, non sarà il caso di quella Illustrissima Signoria. Così volendogli vostra signoria provederli, gli proveda per tutto doman, el se vostra signoria mandasse uno homo come è el conte di Gaiaza et qualche fante più, vi prometto che noi combatteremo costoro et li vinceremo, lo non scriverò più di questo a vostra signoria. Aspetto risposta resoluta: così voglio esser excu-sato con tutto el mondo. Vi mando li inclusi bollelini da Milano. A vostra signoria me ricomando et offero. Dal Ponte, a dì 10 Marzo 1528, a ho-re 22. Sotloscrilla : Joan Jacomo di Medici. Prego la signoria vostra ad farmi havere li danari de la paga, et cosi quella che sarà fornita a li 15 de questo, aziò mi possi valere de quello è il debito. Risposta del signor Governador et Proveditor menerai a l’anteditto castellan di Mus. Molto magnifico signor castellano. Habiamo questa malina riceputo le lettere de vostra signoria, de heri, per le quale havemo veduto quanto la ne significa et rizerca. A le qual rispondendo le significamo, che a noi è sta de gran- dissimo cordoglio che al passar de inimici non se gli sia poluto far el debito obstáculo. Subito che intendessemo questo, inviassemo a quella volta 200 homeni d’arme con lo illustre signor Cesare Fre-goso, quali havesseno ad favorire quella impresa et far ogni provision possibile che inimici non sortiscano effetto alcuno di quanto desiderano, et cosi havemo scritto al magnifico Longena, ita che ne hanno fatto intendere essere tutti de optimo animo et voler combatter et far intender a questi cesarei che sono homeni, per monstrarli la faza, come vostra signoria in puoche hore, accadendoli la occasione opportuna, la vederà. Habiamo etiam scritto al prefalo magnifico Longena, che subito el vogli mandar a la Chiusa per defensión di quella li 600 fanti per lei richiesti, in questo modo : 400 lì a la Chiusa, et 500 sopra il monte per custodia et defensión de quel passo, et ancor maggior numero, siccome a la giornata sarà richiesto da quella et accaderà el bisogno, con farli moto che in ogni cosa se intenda con la signoria vostra, a la qual significamo non ad altro fine haver spinto de lì li 200 homeni d* arme, se non per non voler mancar de fare quanto ne sia possibile per beneficio de quella impresa, debilitandosi de qui le forze nostre, ove ne possamo haver bisogno, quantunque non sfiniamo Antonio da Leva, se ben havesse tre volle tante gente quante che l’ha. Sichè vostra signoria intende che noi non li mancamo, né di bori voler, nè di boni effetti, etiam ultra vires. Quanto al scriver de vostra signoria che la vien sollecitata dal prefato Antonio da Leva al pigliar parlilo con lui con largissime promissioni, questo el credemo, perchè esso Leva per fare qualche suo effetto sapemo non manca da simel traili et tenia-menti, ma ben se persuademo che vostra signoria, che è prudentissima et per la molta soa experientia ha cognition de Antonio da Leva, la non sia mai per dar orechie a simel sue vane, quantunque grande promission, però che per lui fa il prometter et maxime di quelle cose che si puoi dir non esser sue. Vostra Signoria ha poi da considerar, che la Illustrissima Signoria noslra mai manca ad alcuno. Quanto spetta a li danari per lei rechiesti, hab-biamo fallo lar la provision per la via di Bergamo, quali si mandarono, et se quelli non baslerano, se li manderano ancor de li altri. Et perchè ogni cosa per la molta pressa, sicome havemo in animo, non 58 se può scrivere, gli mandatilo a posla el presente lator nostro comesso, qual conferirà con lei, et la pregamo ad prestarli quella fede che a noi niedemi