395 MOXXVIII, MAGGIO. 396 di metter bon presidio in Bergamo et Vicenza come terre più debile, quale potranno esser robate, et di mantenir etiam qui in Cassano bon presidio di gente, perchè gli è a molta iactura de inimici et a conservalion di la Gieradada. El resto di le gente et forzo di la Signoria nostra unirle et melerle in campagna quando saranno redutle in esser, et far uno exercito in sul territorio veronese per esser al mezo de li lochi dove inimici poleno calare, perchè se loro calerano per la volta di Verona si atrove-rano sul fallo : se per la via di Vicenza in un giorno^ le spingeranno a quella volta ; se per il brexano, sarano il medemo. Resta mo ad metter in execution le ordination fatte, zoè che le gente et danari vi siano di pagarle, sicorne la Signoria ha scritto, li capi et ordinate ; a la qual cosa tutti quelli signori hano ditto il parer suo, salvo lo illustrissimo duca di Milan, qual, hessendosi parlato del levar del signor Cesare Fregoso con quelle bande di gente nostre che sono ultra Po redurle a la union con li altri di qui per conservation di le terre di I’ uno et l’altro Stato et per difender queste frontiere, quantunque questo gli fusse grave a veder abandonar le terre sue ultra Po et lassarle in preda a li inimici, con-descendendo a le ragion allegate, esso signor Duca senza mostrarsi di ciò turbalo si tornisse al parer et voler di la illustrissima Signoria et de li prefati signori ivi exislenti, dicendo sempre gli obediria, offerendosi che ad ogni richiesta loro, volendosi metter in campagna, che in termine di giorni 15 gli mederà ancor lui 4000 fanti. Et così resoluto il consulto, el signor duca di Milano è andato a Lodi, 267* il signor duca di Urbino a Roman a cena per andar doman a la volta di Verona, et noi siamo ritornali qui a Cassano, ove credo staremo ancor a stentar qualche giorno. 268 Copia de una lettera del campo, da Cassan, di 7 Mazo 1528, di domino Antonio da Castello a sier Gregorio Pizamano. De novo, la excellentia del duca di Urbino è venuto a veder Brexa, Bergamo, et poi è venuto a Caravazo ad abocarse con la excellentia del duca de Milano, dove si ha Irovato il clarissimo signor Proveditor, lo illustrissimo signor Janus con quesli nostri altri capi, el si è consultato venendo inimici come che vengono, el modo che se ha ad tener. Et ogniuno ha ditto el suo parer. Pare che al fine tulli diano ad un segno, che si debbia haver cura a le parte debile Como et Vicenza et Bergamo, el lassar qui in Cassano una bona testa per le cosa di qua, et allogiar una gran parte del nostro exercito per questa Riviera, zioè per il brexano el per il veronese, el mandar a fortificar quei passi, el anche mandarne qualche homo; ma non le far su gran fondamento perchè son difficile ad guardarli per la largura del paese. Hessendo allogiali per la Riviera, come ho ditto di sopra, si possono metter ad un trailo insieme, et mandarli per le terre dove si voi. Et tanto si è consultato et oblenulo. El pare che ’I sia slà inlercepta una lettera mandata dal Ponlifice ad alcuni baroni in Alemagna, confortandoli al venir presto a la volta di Parma el Piaser.za, et che anche fingessero andar a li danni del duca di Fe-rara per ricavar danari, et poi li volersi drizar a la volta di Fiorenza. Voltato quello Sialo, andar a la volta del regno per la via propria che fece Lau-trech. El pare anche, che certi popoli di la Alemagna dicono che non vogliono venir in qua per rispetto del Turco. El se ha hozi per fino a questa bora, che c’ è pochissima provision di gente ; talvolta vorano aspectar il tempo di ricollo ; pure se’l Turco spinge, come si dice, credo che questa cosa andarà in fumo. Questi fono nel consulto a Caravagio. El signor duca di Milano, El signor duca di Urbino, El signor Janus, El proveditor zenerai Moro, El orator Venier è apresso il duca di Milano, El conte Mercurio, 268* El conte di Caiaza, El conte Claudio Rangon, Domino Antonio da Castello, Domino Paulo Luzasco, Domino Znan Andrea Prato collateral zenerai. ♦ Da Vicenza, di sier Zuan Antonio da chà 269 Taiapiera capitanio, di 8, hore 22. In questa bora è zonlo uno messo vien di Trento, qual partì Zuoba a vespero ; et perchè hanno messo guarde a lì passi, non pono venir cussi presto, per convenir venir per le neve. Riporta che nemici hanno dato paga a parte di la fanlaria,et che fevano ancor zente in la Val de Non el a Venosta, et che quando non li daranno il passo, se lo loranno per forza. Item, per uno allro pur in questa bora zonto, qual partì Zuoba a di 7 da matina, dice che si dovea far dimane el consulto fra i capetanei per l’aviar di lo exercito