321 MDXXVIII, APRILE. 322 ne havele serillo de la confidentia et amorevoleza che li signori nostri illustrissimi et molli particolari gentilhomeni mostrano verso de noi ; del che cerio havemo quel extremo piacer che ha ciascuno che extremamente desidera servire, nel qual termine son io cum questo Serenissimo Dominio, sì per el carico che noi tenemo, come per l’amor et l’afe-cionatissima servitù che li portamo, a voi notissima. Et cussi liberamente vi replico, che in generale el in parliculare, sempre che vi sia parlato de noi in (al materia, li affermiate cum lutla la bontà del modo, che per quanto è in noi et quanto si possono extendere le falige et le vigilie nostre, sperino liberamente de noi, et c«)M,le gagliarde et cum le mediocre provisione tutto quello che potessero sperare mai da qual più affetionato servitore che questo Stato illustrissimo habbia hauto nè sia per havere. Circa el parer nostro al presente, in caso che li inimici fussero sì presti al descender che ancora le nostre forze de ultramontani non fussero in esser, dicemo che nostra iutention sarìa firmare conveniente presidio in Bergamo, Verona et Vicenza, et noi cum el resto de l’exercito metterci in campagna in quel loco et sito che cum più vantaggio nostro se potesse fare, et dove, col fortificarne, non solo venissimo a star più securi dal nemico, ina se potesse ancor haver cum noi, secondo el bisogno che particularmente potesse accadere, le gente che fussero poste in qualsivoglia de le sopradilte città, si per poter coadiuvar sempre un loco più che l’altro cum magior forze, sì per poter batter qualche disordine de l’inimico quando la cascasse, sformandoci máximamente quanto fusse possibile coadiuvare tutto quello che ’I nemico designasse offendere finché arrivassero le forze nostre de li ;* ultramontani, le quale subito che noi havessimo speraressimo farne veder bon frutto, ancor che lo inimico cum haver hauto tempo de recognoscersi et rassetarsi ne potesse sorgere qualche magiore difficultà. Nè intanto mancaremo anco di fare tutte quelle provisione che ne parerano possino giovare a li passi el lochi dove l’inimico potesse cominciare a descendere, anchorchè siano molli et diversi. Ma ben vi dicemo questo, che hessendo che a le cose di Vicenza noi habbiamo dato bon ordine, et medesimamente a questo di Verona insieme cum questo clarissimo proveditor Contarmi a la diligentia et vigilanza del quale certo ci pare non ci possa ag-giongere, voressimo mò o a gran giornate o in stafetta arivare a Bergamo el reveder un poco lì quelle cose, et nel medesimo tempo haver consulta Viarii di M. Sanuto. — Tom. XLVU, generale sopra el tutto cum el clarissimo Proveditor Moro et li altri signori capitanei, senza consumar niente de tempo indarno. Però direte a la Signoria Illustrissima da nostra parte, che questa andata ne pareria necessaria, et piacendoli voressimo exequirla in ogni modo cum ritornare qui in Verona subito ; et che se la commissione havuta del nostro star de qua dal Mintió non fusse stata tanto expressa, certissimo a quest’ bora, hessendo di già provisto qui come è dillo, per anticipar ci saressi-mo posto in camino a far questo efetto. Però subilo li farete intender questa intention nostra cum lo mandarne volando la risposta, perchè non voressimo in quest) perdere oncia di tempo, restando maxime qui il signor proveditor Contarmi, a la cura del quale certamente ogni gran peso si po’ cometiere, remeltendoci a quanto più largamente scriverà sua magnifiqenlia cum la quale del tulio havemo ragionato in longo. Questo è quanto è nostro parere al presente; el quale da poi che con ogni reverente harele exposto a la Signoria Illustrissima, la suplicarele da nostra parte che et adesso et sempre che le nostre opinion non li satisfacessero, se degnino farcine intender sempre resolutamente la sua volunta, che posta ogni altra cosa da parte non penseremo che ad obedire sicome rizerca el debito nostro. Et perchè sa piale che non si manca in rassetare 217 li nostri cavalli legieri secondo ve scrivessimo per l’al Ira nostra, già havemo fatto venire el signor Costantino Boccali, et expectamo qui el conte Ambrosio per dare assetto ad tulio: el dite liberamente a la Signoria Illustrissima che le nostre gente sarano presto si bene in ordine che acompagnaranno benissimo el desiderio nostro, che è extremo, de servirla. Havemo anco mandato di novo ad solicitare li fanti nel paese. Bene valete. Da Verona, a li 28 de Aprile 1528. Sottoscritta : In mezo la lettera : Francesco Maria duca di Urbino etc. del Serenissimo Dominio veneto capitanio ze-neral. A tergo: Nobili dilectissimo oratori nostro Venetiis, domino Baldanlonio Falcutio etc. 21