9 MDXXVIII, MARZO. 10 Item, fo ballota mandarli ducati 2000, et questa sera fono inviali. 4 Dal Cnesara, data in la città di Chiete alti 21 di Ffbraro 1528. Come Pelro Navaro havea retirato fuor di I’ Aquila le gente sue et re-dutte a certi castelli lì vicini per disgravar la città, non havendo in contrario che’l Viceré gli potesse più nocere per le provisioni che fio scritto a vostra excellentia ultimamente lui haverli fallo ; el cosi lui vene a monsignor di Lautrech qua in Civi-tavechia di Chiete. Lo Viceré che ancor lui intese le gpnte del Navaro esser fuora di la terra, et se lui voleva usar diligentia la nolle seguente che gli potria de facil reussir la ini rata sua con quelli lanz-chenechi agiunti a quelle sue genti, non fece più longa determinatione, che in un momento sé ne voltò verso I’ Aquila un’ allra volta per far il possibile per entrare. Et venendo di longo, una spia vene a la città al signor Francesco Molitorio con questa nova, et lui subilo expedì al Navaro qua de tal successo. Il Navaro il quale era in consilio con monsignor Lautrech, come ebbe questo aviso, se ne partì in posta per la compagnia, el fu tanto diligente che gli agiunse inanti che’l Viceré fosse presentato alle mure della città ; ma ben gli era vicino. Et il Navaro, inteso che il Viceré non era ancor , alla città con le gente sue agiunto, se ne aviò verso il Viceré, et in quello scrisse a monsignor Lautrech che la cosa era reduta in bon termine, né più era perie do che’l Viceré conseguisse alcuna sua determinatione, che al tutto era provisto, et che lui andava alla volta del Viceré con animo s’ el poteva di abocarsi seco, benché non gli era bisogno tar lare molto più, perché lo Viceré era propinquo alla ciltà. De li successi ne daria subito aviso a Sua Excellentia. Così monsignor Lutrech, il quale non restava senza qualche impedimento di questo, è restato molto satisfatto de la diligentia del Navaro, et pertanto si crede che sia fin ora fuor di dubio le cose di I’ Aquila. Questa 4* nova il Navaro la rescrisse a monsignor Lautrech questa notte alle 9 hore Quello che sia successo da allora in qua non se ha inteso ; ma ben in questo progresso "ili questo exercilo ogniuno desidera per benefìcio di questa impresa la diligentia, perché da questa in tal caso pare il resto senza dificultà lo ne ho voluto darne aviso a vostra excellentia, perchè a me pare in questo proposito nova de importanlia. Et la signoria vostra sapia, che quelle bone ope-ratione che si son falle da questo exercito sono successe mediante la diligentia, et ancor se’l Navaro non era diligente, lo Viceré gli (laveria potulo dare qualche impedimento, ancor che il male fusse convertito sopra lui. Alfine, per queslo, li signori di questo campo dicono de li imperiali ancor non si ha aviso che siano ussiti di Roma. Dal Ceresara, da Civita di Chiete, date a 5 li 22 de Fébbraro 1528. Per tutto hoggi monsignor illustrissimo de Lautrech è stà occupalo in assetare le città et castella del regno che sin qui si sono resi, riconfirmando alli loro ambasadori li pri-vilegii senza ponto alterarli, et concedendogli di-mande et gratie, et ponendo in ciascuna cita un governai re, talmente che lutti li mandati di città et castella si sono partiti molto ben Satisfali secondo che si potea comprender. Il Facodera, che era commissario in questo exercito, é slà elelo residente in l’Aquila et generale governator di Abruzo. Il signor Francesco Montorio, dappoi expedite le cose sue in nome de la comunità de l’Aquila, è slà fallo conduttiero de 500 fanti de Monsignor illustrissimo per gratificarlo del bon amino che in favore de la liga ha dimostrato. L’ambasatore veneto è andato tanto inanti nel regno, che fin ora con quelle sue poche gente è intrato in un castello apresso Napoli 30 mia che si dimanda Sanguie, nè li imperiali sono ancor mossi di Roma: dove che non si vede diffl- * culla alcuna de andare fin alle porle de Napoli, et si se usa un poco de diligentia, secondo che dicono questi signori, si olenirà il tutto facilmente. Per via de Firenze se ha aviso de la pratica de la pace fra lo Imperatore et il Christianissimo con maior discordia che mai, et che’l Christianissimo insla mollo Monsignor illustrissimo ad procedere inanti. Del ditto, date ut supra, alli 23 ditto. Lu-trecho hoggi, per una copia di lettere de l’amba-sador del Christianissimo residente presso la Cesarea Maestà, ha che, havendo il Christianissimo et il re Anglico mandato a disfidare alla guerra la Maestà Cesarea per dui araldi in nome delle loro Maestà et de signori Venetiani et Fiorentini et de la lega, tutti li oratori de questi potentati presero licenlia dalla Cesarea Maestà il giorno se^ guenle dopo la anontiata guerra; del che lo Imperatore sdegnalo molto comandò che la nolle seguente fossero presi tutti li ditti oratori, et il di seguente conduli sotto bona custodia ad un certo castello poco lontano dal loco dove dimora Sua Maestà 11 che fu eseguito per il Contestabile con 60 lanzchenechi et 30 spagnoli archibusieri