399 MirèXvtii. maggio. 400 li danari, remi et quello I’ ha richiesto, pertanto li repliehemo che subilo passi ii> ponente senza metter alcun tempo, lassando il proveditor Mula con il resto di le gali«?, ut in parte. Ave tutto il Conscio. Fu posto, per li Savii del Conseio excepto sier Lunardo Emo, et Savii da terraferma, expedir sier Gasparo Conta rini orator electo al Summo Pontífice, qual vadi via immediate, ut in parte, si Come heri fu: posta. Et primo andò in renga sier Lunardo Emo et contradise et fè una bona renga, concludendo non è di mandarlo. Et li rispose il Serenissimo. Da poi parlò sier Alvise Mocertigo el cavalier, fo consier. Li rispose sier Domenego Trivixan el cavalier pro-curator, savio del Conseio. Da poi parlò sier Carlo Capello ef XL Criminal, qu. sier Francesco el cavalier, laudando indusiar, et oltra Fiorenza et Ferara per li respecli dicti, etiam per il duca di Urbin. Et poi li rispose sier Francesco Morexini qu. sier Piero è sora i dacii, qual exclamó assai el non fu inteso. El sier Lunardo Emo savio del Conscio messe che al reverendo Legato si rispondesse per il Serenissimo, che quanto a la caxa da esser data al duca di Ferrara si era ubligà diaria per li capitoli ; et che soa reverenda signoria exorti il Papa a lassare se scuodi questo imprestedo del clero, che nui li tnon-daremo orator subito, etc. 270* Andò le parte : 9 non sincere, Í8 di no, 31 di 1’ ErtiO, li 4 di Savii ; et questa fu presa. El si vene zoso a bore una di notte sonada. Da Èrexà, di sier Zittín Ferro capifanio, di 9, vidi lettere a sier Gregorio Pizamano. Come, per lettere haute del provedilor Moro, oltra le altre nove, habbiamo le gonte d’arme del fiol del duca di Savoia dover venir in queste parte a nome di la- Christianissima Maestà, la qual scrive a li illustrissimi duca di Ferrara et marchese di Mail-toa che diano ogni favor possibile a questa impresa, per devedar il transito di lsnzinech. Di sier Domenego Pi ¿amano podestà, di 9. Come si frovamo in grart travàglio per il tralato di uno modello di uno ponte trovato ne la ehiesia di San Rocho di Conzese, mia-Ire lontano di qui soto el schabello sta davanti lo aitar, el qual è bellissimo de ingegni et facile et feussibi-le, perchè- con cinque legni et una caegna di ferro di lire 100 di peso et due cari de tavole il ponte è fatto, et volendo, per quello habbiamo butfà a la torre da Santo Alexan-dro eí a la porta di Torre longa ma árente al bastión, unde hahuto questo, habbiamo trovalo colui ha fatto1 ftir tal modello- et relenulo, et per nui col- legialo, li habbiamo brusato tutti li piedi et tenuto a la corda assai ; el cussi questa matina etiam li Siamo Stati atorno fino a questa hora 14, tamen mai non habbiamo potuto haver parola de cui sia sta la intelligenlia, salvo uno qual non è a dir, il qual pensartio sia a Venelia, partito di qui zà do zorni perchè si voleva farlo venir a la bolla, et lui anticipò et si parti. Havemo scritto a li Capi di lo Excellentissimo Conseio di X lo fazi retenir. E homo di anni 70 et grieve, tamen è valente homo et costante. Non si manca con ogni mezo possibile venir in la verità. Habbiamo fatto cavalcar il capilanio del devedo al ditto loco di Conzese por veder de trovar alcuni legnafni eh’ è stà taiali per far questo ponte, per quanto ha ditto questi pregioni, el trovandoli retenir cui li ha (aititi, dai qual si saperà cui li ha ordinalo. Etiam habiamo retenuto do altri villani per spioni, et da poi disnar li saremo a le spalle. Et tulio questo è con intelligentia di questi 271 da Ltìdron ; ma speremo in Dio havefemO rotto tutti i Soi- disegni. Scrive, questa sera aspeetemo qui Guido di Naldo con la sua compagnia, per non vi esser qui altro che 50 fanti. É1 signor duca di Uf-bino zonse qui heri sera el parte questa sera per Verona ; non poi scriver per la pressa li ordini dati nel consulto a Caravazo. Da Pergamo, di sier Justo Guoro capita-nio, di 8. Manda questo aviso : Refferlsse Marchisi fio di Val Leve, a dì 8 Mazo, Còme Marti passato a di 5 fu a Cavil di Vaflulina irt casa di uno missier Filippo da Cavil homo da bené et di più familiari del capilanio di essa valle, qual gè disse che Sabato over Venere passato, fo a dì primo, si partì da Boven distante 50 miglia da' Cavil, et lì intese che lanzinech erano gionti parte a Ala, parte a Riva di Trento, et parte a Trento, zerca 30 milia, cum una quantità di àrtegliarie, di la qual non sia il numero. Dì la qùal gente, parte ne doveva andar a Verona, una parte per Valcha-monica et parte per Valtolina, zoè 4000, qual conduce missier Thegen per Valtolina, che veniva da Milano. Il capilanio di Valtolina andò seco in compagnia per sette miglia. Quello si ragionò fra’ loro non si è ditto. Dice che ditta gente sta sopra di sè in- ambiguo, che non sia quello habia a far rispetto che ’I duca di Sanxonia move guera a lo Imperador, et ancora per la mossa del Turco. Item, dice haver parlalo con uno si chiama Mosso, sta in caxa del capilanio di Valtolina, qual si ha ditto de ’I predilto numero di 30 milia et che si diceva certo che ’1 capilanio Tegen veniva con 4000 fanti