419 MDXXVIII, MAGGIO. 420 foreri erano zonti a Ratisbona a luor allozamenli per 800 cavalli, et che la terra non li piaceva. Et erano fatti grandi apparati per ditta dieia. Dice, che el Principe non scia perchè la dieta non è faeta ; ma che ’I zonse lettere de l’Imperador che chi voleva saper perchè non voleva si fesse la dieta, dovesse andar ad uno loco si chiama Aspayer sul lago di Francfort (sic). Et la principessa se atrova a Linz. Et dice che ’1 duca di Sanxonia si è in campagna a Francforl ; ma non lo acerta. Dice haver cavalcalo con uno canonico di Salzpurch. Diceva che*ad Ogni modo die esser pur qualche posa del diclo Duca, et che hanno per una pessima nova che mai si sentisse in Alemagna, et che chiamano concilio per diffinir ste cose lulheriane. Et dice che ’1 duca di Saxonia sia potente con la liga ; se iudica assai terre franche et potente, et altri principi el simile lo Imperadore per la via di Fiandra et altri soi amici ; et che se iudica habbia ad esser un grande fogo. Dice che le zente son passate, zoè cavalli ; haver visti in Ratisbona in più volte da 800 cavalli armati et ben in ordine, capo il duca de Priusban, et assai altri ho-mini da conto. Si diceva haver 14 milia fanti electi. Altro non disse. Hozi è sta scripta una a vostra magniflcentia, la qual ho mandato al capitanio di Tricesimo la mandi a vostra signoria, che uno dice haver visto tornar indrio de li fanti di Trento. A la qual humiliter mi ricomando. Sottoscritta : Servitor Antonio Bidernuzo ca-pitanio et comunità di Venzon. 284 Da Vicenza, di sier Zuan Antonio da chà bis Taiapiera capitanio, di 12. Manda una lettera hauta del capitanio del devedo, et scrive haver aviso che in Valsugana tutti fuzeno, dubitando nostri non li vadi : Magnifico et honorando patron. In questa hora 1’ è venuto uno mio el qual ha-vea mandato a Reveredo, el ge s’ è stalo in Rove-redo zorni 3, et se partite heri a hore 21 de li et è venuto tutta notte per la montagna. Et mi ha refe-rito, come Sabato da sera i tolse la Corvara, et che i se hanno apresentà alquante volle a la Chiusa, et ogni volta hanno habuto di le botte. Et dice esser gionto ancora cavalli de homeni d’arme, et che per tutto hozi et dimane hanno a passar di sotlo da Roveredo ; ma dice, se i non tuoi la Chiusa, che i staranno per quelle ville, zoè al Calian et per quelli lochi. Anchora dice, che hanno butato uno ponte di sopra di la Crovara et che l’ha passato assai fanti di là, et che ’1 si dice che i voleno calar per Bren-lonego. Ancora dice, che intende la sua fantaria hanno pochi fochi, zoè archibusi et schioppi. Ancora dice, che in Roveredo si dice che di sotto di la Chiusa ge sono 10 milia fanti de !i nostri, et per questo se dubitano non poderanno passar. Ancora dice esser passato di sollo da Roveredo pezi 3G de arlellarie. Ancora ge ho dimandato se 1’ ha senlido dire se ’I conte Girardo è ferido. Lui dice non aver inteso niente. Ancora dice, ch’è in roina tutte quele ville et maxime unde i sono, et che i ge amaza el bestiame et ge levano li formenli et ge spandono li vini quando li sono imbriagati. Itcm, dice che Do-menega da sera si reduse assai signoreti di fora da Roveredo in la caxa del conte Girardo et lì feno uno consulto ; ma non ha potuto intender el che. Altro non ho inteso. Ge ne ho uno altro, et questa notte che vien el torno a mandar via. Quanto intenderò subito adviserò vostra magniflcentia a la qual mi racomando. A dì 12 Mazo 1528 in Lcsagi (Asiago ?) Sottoscritta : Zuan Antonio Zen capitanio del devedo, servitor di vostra magnificenlia. Di Cassan, di sier Toma Moro proveditor zeneral, di 11, ut in litteris....... Da Lodi, di sier Gabriel Venier orator, di 10, hore una di notte. Manda copia di lettere date in Milano a li 9 di Mazo, directive al podestà di Santo Anzolo. Magnifico mìssier lo Podestà, mio maior ho-norand issi ino. Aviso quella, come in la. città di Milano s’è fatto puhlica crida con grandissima solernnilale di trombe ad denunliare a ludi li milanesi quali sono in essa città di Milano et fora, et altre persone de qual grado voglia se sia, come de novo se rompe guerra a Vfenetiani; et ancora si perdona a tutti li rebelli, et a chi vorà danari si darà per deslrulion di Yeneliani, Et questo è slato il giorno di Sabato 284* bis