IL CONFLITTO EUROPEO inviandogli il famoso telegramma di rallegra -menti per la sua azione durante la conferenza stessa, azione definita quella «di un brillante secondo sid terreno ». La politica sleale del barone Aehrenthal è di data troppo recente perchè oggi si debita i icordarla. Il modo col quale egli sorprese più di una volta la buona fede di Isvolsky non servì a screditare il ministro degli Esteri russo ma a far rivolgere contro l’Austria tutta l’opinione pubblica dell’impero moscovita. Sparito ogni terreno di accordo, le relazioni austro-ìusse dal 1908 in poi —dall’epoca, cioè, del-1’ annessione della Bosnia-Erzegovina sino alle guerre balcaniche — non fecero che peggiorare. Nel 1909 l’irritazione era tale che fra 1 Aehrenthal e 1 Isvolsky il dissidio personale assunse ima forma così acre e non sempre misurata, che per imporre silenzio al ministro austriaco occorse l’intervento di influenze possenti. Ma se nel 1908 la Russia non s’era mossa davanti al fatto compiuto dell’annessione della Bosnia Erzegovina perchè non si era ancora rimessa della campagna nell’ Estremo Oriente, nel 1914 le cose erano tanto mutate che la guerra era inevitabile. Battersi nel 1908 significava, dopo tutto, battersi per sostenere le aspirazioni serbe; nel 1914 si trattava invece di difendere la Serbia e di evitare un ingrandimento austriaco. La guerra contro la Russia ha fruttato al- IL CONFLITTO EUROPEO 13 FAustria danni materiali incalcolabili e, quel che più, la bancarotta del suo comando militare e della sua autorità politica. Il puntello tedesco è stato efficacissimo ed è servito — bisogna riconoscerlo — a salvare la Monarchia degli Asburgo da una fine catastrofica. Pure, la schiavitù clic lega l’Austria ai liberatori della Galizia, ai salvatori dell'impero, non tarderà a far senlire i suoi effetti. Il futuro può riservare a Francesco Giuseppe ben più di quanto non gli abbia fallo vedere il primo anno di guerra. Il futuro dirà anche alla Germania die cosa sia valso trascinare la Russia in un conflitto. Il 1.° agosto 1914, il giorno in cui la Germania dichiarava guerra all’impero moscovita, il principe di Bismarck, se fosse vissuto, sarebbe rimasto un po’ male. Per sua fortuna è morto. Aveva predicato sempre: «Mai guerra con la Russia: non potrete nemmeno cavarci le spese». La sua politica ei suoi Pensieri e ricordi ci dicono tutto il valore da lui attribuito in ogni tempo all’amicizia col vicino dell’est. Quando il trattato di riassicurazione con la Russia, concluso da Bismarck nel 1881, venne a scadere senza che C aprivi lo rinnovasse, il Cancelliere di ferro deplorò apertamente questo errore che spianava la via ad una politica d’isolamento della Germania. Aveva lottato fino a quel giorno per impedire che il «suo» Impero venisse circondato da una corona di