180 I DARDANELLI E LA QUESTIONE D’ORIENTE (>olfo di Cavalla, una stazione carbonifera nel Mediterraneo, le 'dichiarazioni al Reichstag sulla necessità per l’impero germanico di accrescere in questo mare il numero delle grosse navi, il convegno fra Guglielmo II, il defunto Arciduca ereditario d’Austria e l’ammiraglio Montecuccoli costituivano per l’Inghilterra al-trettanti indizii evidenti dello aspirazioni tedesche nel Mediterraneo. Appunto l’anno scorso, nel fascicolo del 15 aprile del Navy and MitiMmj Record, il comandante li. Ilamilton Currey scriveva: “ Già anni prima che l’espansione attuale della flotta tedesca fosse soltanto prevista, da alcuni acuti osservatori si intuiva che presto o tardi questa Potenza avrebbe voluto dire la sua parola nelle questioni che possono essere decise nel Mediterraneo e nel Mediterraneo soltanto. La Germania non ha speso invano dei tesori nella ferrovia di Bagdad, e l’avvenire della Mesopotamia sta ancora nelle mani di Dio. Quando verrà il tempo in cui l’eredità dell’uomo malato dovrà essere distribuita, non è a credere che la Germania non vorrà dire la sua parola nella divisione di così ricchi territorii. I tedeschi hanno la facoltà di pensare per decadi, e mentre pensano costruiscono anche delle navi da guerra „. ^1 giorno in cui la minaccia teutonica ha superalo quella russa, la Gran Bretagna si c unita senz allro all’antico avversario per combattere il nuovo. “ Costantinopoli non assumerà un altro valore il giorno che la ferrovia la raggiungerà da Amburgo I DARDANELLI E LA QUESTIONE D’ORIENTE 181 e la riunirà con un ponte a Haidar Pascià ? La ferrovia che faciliterebbe l’invasione tedesca — osservava il 9 agosto 1912 il corrispondente politico del Corriere della Sera, on. Andrea Torre — non è più pericolosa che il passaggio delle navi da guerra russe attraverso lo stretto?,, La Gran Bretagna ‘n’era convinta. Così la guerra europea farà definire la questione degli Stretti più presto di quanto nessuno s’aspettasse. Ha incominciato col fornirne il pretesto. I tedeschi non hanno più nemmeno tentato di nascondere le loro aspirazioni, e all’inizio dell'offensiva contro la Serbia hanno anzi affermato chiaro e tondo che Costantinopoli rappresenta per essi la pietra angolare della guerra. Costantinopoli è il pilastro della Ber-lino-Bagdad, e bisogna costituire un blocco economico dell’Europa centrale che spinga le sue propaggini fino al Golfo Persico. Nell’ottobre scorso è apparso in Germania un opuscolo intitolato La nuova Triplice. L’autore ripete in esso che il programma Berlino-Bagdad è il programma del conflitto attuale e non esita a dire che chi avrà Costantinopoli avrà vinto. L’ingresso a Costantinopoli avrà un significato simbolico alla cui potenza il mondo non resisterà; la guerra sarà finita il giorno in cui il vincitore entrerà nella capitale turca. E lo scrittore non avrebbe parlato a questo modo se avesse temuto qualche delusione.x) :) (Jfr. Corriere della Sera del 17 ottobre 1910.