170 I DARDANELLI E LA QUESTIONE d’oBIENTE attraverso gli Stretti per le navi da guerra russe del Mar Nero. Tre anni dopo, il Pascià d’Egitto, Melimed Alì, si ribellava al dominio turco e le truppe vittoriose di suo figlio Ibrahim arrivarono a minacciare Costantinopoli. La Turchia fu allora costretta a chiedere protezione a Nicola I ed aprì i Dardanelli alle navi dello Zar che si andarono ad ancorare a Buyuk Deré. mentre un esercito russo si accampava sulla sponda asiatica del Bosforo. Fra il Sultano e lo Zar venne allora concluso il famoso trattato di Hunkjar Iskelessi, del 10 luglio 1833, che segnò l’inizio della lotta incessante fra la Russia e le altre Potenze continentali, con la Gran Bretagna alta testa, lotta che appena adesso sembra abbia avuto fine. Il revirement non e stato prodotto che dalla comparsa all'orizzonte di un più temibile nemico. Inghilterra, trancia e Austria temevano a quel tempo un soverchio ingrandimento dell'impero moscovita e volevano costringerlo a discutere in Oriente con esse c non ad agire da despota. Ma in poco meno di un secolo il concerto europeo è assai mutato: qualcuno dei musicanti ha esulato da un’orchestra in un’allra, il numero dei suonatori s’è accresciuto e lo spartito da suonare é differente. I nemici di ieri sono gli alleati di oggi: i paladini di ieri della Turchia ne affrettano oggi lo smembramento, sia perchè in sè slessa è un ostacolo che ormai è tempo di rimuovere, sia perchè è un’arma nel- I DARDANELLI E LA QUESTIONE d’oIÌIENTE 171 le mani di un temibile avversario. L’uomo malato soffre di un male inguaribile e pericoloso: è giusto che muoia. Il trattato di Hunkjar Iskelessi fu in apparenza un trattato di alleanza, ma in sostanza fu un atto per il quale la Turchia veniva a mettersi sollo il protettorato della Bussia. L’Impero russo e l’impero ottomano erano tenuti in virtù di esso a prestarsi vicendevolmente l’aiuto materiale più ellìcacc per la sicurezza dei rispettivi Stati». Sarebbe però stato veramente strano che la Turchia, che in fatto di aiuti ne aveva chiesti sempre e dati mai, avesse potuto sopportare un onere simile. Ed il prefiggente trattato proseguiva, perciò, dicendo in una clausola segreta che l’imperatore di tutte le Russie «volendo risparmiare alla Sublime Porta il gravame e l’imbarazzo che per essa sarebbero risultati dalla prestazione di un aiuto materiale» non avrebbe mai chiesto questo aiuto «se le circostanze avessero messo la Sublime Porla neH’obbligo di fornirlo». Dove si vede che la prima clausola del trattato era per lo meno superflua. La generosità dello Zar meritava evidentemente un compenso, e il compenso, precisato dalla stessa clausola segreta, fu il seguente: “ La Sublime Porta, invece dell’aiuto che dovrebbe prestare secondo il principio di reciprocità del trattato, dovrà limitare la sua azione in favore della Corte imperiale di Russia a chiudere lo Stretto dei