378 provveditore di Candia per l’ullcstinien-to di 30 galere e la leva delle ciurme; a Sebastiano Venier fu data geueralizia podestà in Corfù, con altre molteplici provvidenze ; alle 1 1 galee grosse furono destinati capitani distinti sotto il comandogenerale di Francesco Duodo; 80 valenti cittadini furono posti al comando d’altrettante galee sottili ; fu eletto Girolamo Zane capitano generale dell’armata, consistente oltre i detti legni, anche in 1 o vascelli da carico, un galeone di nuova forma suggerito dall’ ingegnere Vettore Fausto (di cui feci cenno nel dogado 77.0, come del suo quio-quéreme), e i4o galee che si raccolsero da Candia e Corfù, tutte ben fornite di ciurme e cannoni. Delle milizie terrestri fu affidato il comando a Sforza Pallavicino: In Cipro stesso grande e volonteroso era il coucorso, mostrandosi specialmente zelanti il conte Rocas, il conte di Tripoli e altri principali dell’isola. Il conteGii'olamo Martinengo fece pubblica mostra in piazza s. Marco di 2000 uomini da lui ammassati, bella e generosa gioventù, con cui designava accorrere alla difesa di Famagosta (il quadro che rappresenta quella mostra superba, esiste nell’abbazia della Misericordia, opera di F. Battaglieli). Corrispondente era la raccolta del denaro, e nell’olferte bella fu la gara tra’citladinL Nè lasciò la repubblica d’informare del minacciante pericolo le potenze cristiane ; e prima s. Pio V, eccitandolo come capo della cristianità a muovere i vari principi in soccorso di quell’isola baluardo e propugnacolo comune; nè il Papa niostravasi restio, anzi promise adoprar tutto l’impegno, specialmente a concludere una lega col re di Spagna, al quale mandò a quest’oggetto Lodovico de Torres, poi arcivescovo di Monreale, nel tempo stesso che la repubblica incaricava della medesima cosa il suo oratore Leonardo Donato. Filippo II, dopo qualche esitanza, acconsenti a mandare 5o galere e concedere a’veneziani la tratta de’fn,. menti con dazio, ma voleva che il Pjj„ gli permettesse levar una decima sul dt-ro. Si scusò invece Sebastiano re di Portogallo per la peste patita elasuagutr. ra nelle Indie orientali prometteva Ma», similiano 11, ma voleva che i veneziani prima lo riconciliassero col Papa, ditgu-stato pel titolo di granduca dato a Cimino I ; quanto a Carlo IX re di Francia, era tutto avviluppato colle guerre degli ugonotti, e in ottimo accordo col sultano, bensì la madre Caterina de Medici of frenilo mediazione. Di più la republili ca scrisse al patriarca greco di Costantinopoli a operare una rivolta a meno del clero, e di appoggiar la lettera scritta ad Ivao IV czar di Moscovia, eccitandolo 1 muovere contro i turchi dalla parte di terra, ma essendo in guerra colla Polonia nulla poteva intraprendere. Eguale invito fece al sof1 di Persia Thamai, mi non diè che vaghe parole. Mentre tutto in Venezia si apprestava alla guerra,giun se Mahmud nuovo messo del sultano, ini la repubblica venuta in sospetto clic lo scopo suo fosse quello di esplorare, il 1« ce ritenere decorosamente alla Giudee-ca, e dopo quietato l’ambasciatore francese, fu custodito nel castello di Verona sino al fine della guerra. Allestita che fu l’armata ne fu dato lo stendardo solea-nemente iu s. Marco al Zane ; che recatosi fra il suono di timballi e trombe, e il tuonar de’cannoni sulla galera generalizia innanzi la Piazzetta, olfrì con quella e cou altre 4o galere che le facevano k-guito, uno spettacolo magnifico all accorsa molti! udine,che in uno a quelli che dal le finestre de' palazzi e degli altri edifùi circostanti lungo la via degli Scliiavom fino a s. Biagio l’ammiravano, plaudi** a’ valorosi che audavano a couibatliri per la patria, e loro auguravano propi zi il mare e i venti, benedizione all ar®1 loro da Dio in cui potere sono le rie e le sconfitte. Il Zane si portò a Z' ra ad attendere le 5o galee promesse J