cipazione del Corpo e del Sangue del Signore, a’traflicanti di schiavi, ed a que’ che private lettere portavano a Costantinopoli. Erano questi i secoli barbari ! ? Il Mulinelli di più olire il testo de’ 5 canoni decretati dal sinodo. Morì Pietro li nel 964. — Nello stesso gli fu sostituito il 16.“paslore Gregorio di Giorgio o /orti, la cui famiglia ancora sussiste, e per nomarsi il padre Andrea, tribuno d’ E-quilio , alcuno lo disse Andreadi quasi fosse cognome, ovvero per questo i copisti presero il nome paterno. — Al brevissimo suo governo sottentrò ÌI17.0 vescovo Marino Cassianico, che sedette più di 20 anni, encomiato per virtù c pietà. Nel 971 si adunò in ltialto un sinodo, in cui nuovamente fu vietata qualunque comunicazione «/saraceni. Morì nel 986 o al più tardi nel 987.—Dopo probabile selle vacante nel 993 fu i8.° vescovo Domenico F Gradoaico veneto, dell’odierna famiglia Grndenigo, consagrato da Vitale IV Candiano patriarca di Grado,alla presenza del doge Pietro li Orseolo, che lo avea eletto, e dal quale poi fu investito e intronizzato. Iìaccontai nel u.l3 del §XV1I1, che dal benedire solennemente nella cattedrale di s. Pietro d’Olivolo questo vescovo nella festa dell'AscensioneggB la bandiera della repubblica, e consegnarla al dello doge nell’intraprendere la famosa spedizione contro gli slavi, di cui fu vincitore pel conquisto della Dalmazia e della Croazia, ebbe origine la magnifica solennità, che poi si fece in quella dell’ Ascensione, e la consuetudiue di ricevere in essa il vescovo a s. Nicolò di Lido il doge, quando ivi dalla cattedrale d’ Oli volo fu trasferita la ceremonia; funzione che divenne più splendida, dopoché nell 177 Papa Alessandro III donò al doge Ziani l’anello d’oro per sposare il mare, onde il rito fu dello benedizione del mare c volgarmente sposalizio del mare. Domenico V, decorsi 33 anni e 6 mesi di vescovato , dopo aver veduto arricchire Venezia del corpo di s. IJaiba-P. II. 817 ra di Nicomedia, di che nel § XVIII, u. 23, e di quello di s. Tarasio , di cui nel voi. XCI, p.io4, terminò la sua carriera mortale nel 1026.—Subito ne occupò la cattedra il figlio del fratello, Domenico FI Gradonico, 19.° vescovo olivolese, al cui tempo e nel io4o fu celebralo un sinodo provinciale in Rialto nella busilica di s. Marco (per singoiar coincidenza, in tale anno anche in Vannes fu tenuto un concilio, egualmente sulla disciplina ecclesiastica : per l’avvertito quasi in princi-piodi questo §,forse non sarà inopportuna la nolu che qui scrivo),col suo intervento e la presidenza d’Orso Orseolo patriarca di Grado: già ne discorsi nel §XIX, n. G, dogado 29.”, e si trattò di va ri] punii di disciplina ecclesiastica alla presenza del doge. Nel seguente anno tra il vescovo e il dello patriarca si fece transazione sul* la gravissima controversia per la giurisdizione della chiesa de’ss. Gervnsioc Pro-tasio.cheaccennai nel § Vili, n.6G,e l’ab. Cappelletti ne produce il documento. Nel vescovato di Domenico VI, oltre la nominata chiesa, furono edificate quelle di s. Apollinare, e di s. Secondo nell’ isola del suo nome. S’ignora l’epoca precisa di sua morte e sembra il 1 o44-—Contemporanea pare l’elezione del 20.° vescovo Domenico 1 li Contarini. Appartiene al suo leaipo la fondazione falla dal fratel- lo doge Domenico Contarini, del monastero di s. Nicolòdi Lido, essendo patriarca grudeseDouienico 111 Marengo;così vi concorsero 3 Domenici , come si ha dal documento, in cui Domenico VII s’intitola: Dominion miseralione Divina li-piscopus Olivolensisje fra’testimoni d’un altro documento si legge: Ilermacora ar-chiprcsbyterOlivolensis Ecclesiae testis. Al medesimo vescovo, Papa s. Leone IX diresse la bolla OlivolensisEcclesiae,del io53, presso l’Ughelli, p. 1217, di conferma a’ vescovi d’ Olivolo di tutti i diritti e privilegi ud essi e alla loro chiesa concessi, forse in occasione che si recò a Venezia. Inoltre s Leone IX, come già 53