802 cesi ili Ceneda. Quanto al preciso loro titolo nazionale, presso il romano sagro Tribunale, mi diressi ad autorevole personaggio, ch’era in grado di saperlo; ma uomo, fu inesatto, e tale perciò vi comparisco io, nel citato luogo, anche per altro. Imperocché dissi mg.r Flir udito-reper Venezia, e mg.r Nardi uditore per Milano. L’emenda vado a riferirla. Intanto comincio dal correggere, l’aver ivi detto mg.r Serafini passato perla 1“ di tali nomine dall’ uditorato Milanese al Ferrarese, mentre venne traslato al vacante uditorato ò’ Aragona, col consenso della corte di Spagna. Ciò premesso, e dovendosi tener presente l'articolo U-ditori di Rota, primamente rammento che l’uditore per la Germania durò sino a’ 6 agosto 1806 in cui si sciolse VImpero Romano-Germanico; l’w-dilore di Venezia, durò sino alla caduta dell’antica e gloriosa repubbblica. Però idue prelati che erano investili dell’uditorato nazionale, continuarono a sedere nel sagro tribunale della romana Rota finché vissero o fino all’occupazione francese di Roma del 1809. Altrettanto avvenne all’ uditore per Milano. Ricomposte le cose politiche, ricuperati dall’imperatore d’Austria i suoi stati d’Italia, egli nel 1815 rinunziò al privilegio di nominare e presentare alla s. Sede Vuditore per Venezia, e nominò per 1’«* ditorato dell’ Impero d’ Austria mg.c Carlo Odescalchi, il quale tuttavolta, in uno a’di lui successori, eziandio vennero quasi riguardati uditori veneti-milanesi. Ma veramente per Milano, prò Longobardo (perchè come notai nel citato articolo, coll’eruditissimo milanese Piazza, l’uditore nazionale era per tutta la Lombardia), i Papi d’allora in poi nominarono un prelato romano o di altro luogo del proprio stalo. Non riuscirà poi superfluo, che ancor qui meglio ricordi come a proposizione fatta nel 156o in concistoro dal celebre milanese Cardinal Mo-roni, il Papa Pio IV (e non V, come per fallo tipografico si legge a p. 142 nel t. i, della bellissima opera, Milano e il suo Territorio, ivi impressa nel 1844) pe, amore alla comune patria Milano, e per essere già appartenuto a quell’ insigne collegio di dottori o nobili giureconsulti a questo concesse il privilegio della ilu plice nomina e presentazione di tre dottori, sia per ^uditorato di Rota nazionale, sia per l’avvocato coucistoriale nazionale (oltre il doversi scegliere dal suo senoan co il patrio arcivescovo: di più Pio IV ordinò l’edifizio pel collegio in piazza de' Mercanti.Dal ceto medesimo, il sovrauoo governatore di Milano, nominava un regio luogotenente, che finito Panno pas sava vicario di provvisione, cioè prefetto o podestà di Milano. Inoltre fra’ dottori del collegio si sceglievano le principali cariche ; per l’amministrazione della gin slizia, un capitano generale, un vicario civile e un criminale, un fiscale e consoli giudiziari). Intanto al venerando Ode-scalclii (V.) successero all ’uditorato del l’impero d’Austria i prelati Ruspoli, poi uditore della camera, e de Silvestri di Rovigo. Questi elevato alla dignità cardinalizia, il regnante imperatore Francesco Giuseppe I, nominò e presentò alla s. Sede, uditori dell’Impero d‘Austria (coll’assegno annuo perciascunodi4ooo fiorini pari a scudi 1900), mg.r Flir e mg.r Nardi. Nella pontificia elezione di mg.r Flir, non vi è detto prò Austria, nè prò Germania, ma soltanto uditore di Rota surrogato al Cardinal de Sil»e-stri. Forse così venne praticato, per evi tare osservazioni, quanto al litoio. Nel motu proprio pontificio per mg.r Dardi, è detto uditore di Rota pro-Longolor i/o. ¡Nondimeno i ministri imperiali qualificarono i due prelati, Uditori di Rota per l'impero d’Austria. Riportano i n. 55 e 67 del Giornale di Roma del 185g, che mg.r Flir morì a’8 marzo fra conforti della religione (dovendo io ciò notificare in questo articolo, per quantoavea riferito nel § XIX, n. 3o, mentre la