to il libro del Primato, ne scrisse un alno che intitolò, Speranze il' Italia, col quale dimostrò la confederazione essere impossibile, finché una parte d’ Italia é provincia straniera. Soggiunse poi essere certa, anzi prossima la caduta dell'impero di Turchia, e certo il movimento della civiltà cristiana verso l’Oriente. Essere interesse speciale dell’Austria di estendere il suo impero verso lo sbocco del Danubio (come avea di giù dimostrato Talleyrand a Napoleone I), e perciò di cedere i suoi dominii d’Italia. Tale politica essere nel tempo stesso conveniente alla Germania, alla Francia, all’Inghilterra ed alla stessa Russia; e questa eventualità essere appunto la più probabile in cui l’Italia possa ottenere la totale indi-pendenza. Aggiunse in fine un’appendice, nella quale esaminò,se e come sia sperabile una lega doganale italiana. Anche questo libro divennein tempo brevissimo popolare, scosse immensamente gli animi degl’italiani e ne ravvivò i desideri! e le speranze d’indipendenza nazionale.— Fino dal 1835 una società di azionisti i-deò una strada ferrata da Milano a Como, e nel 1841 ne cominciò i lavori. Nel- lo stesso anno si aprì quella principiata neh838 da Milano a Monza. Nel 183" fu istituita la società per la costruzione della ferrovia da Venezia a Milano. E qui debbo notare, che già il doge Marco Foscarini (dotto autore della Letteratura Veneziana ed altri scrittori intorno ad essa, che impressa nuovamente dalla Gattei l’intitolò al letteratissimo principe Andrea Giovanelli, di che feci cenno nel suo dogado), nel suo breve principato di 10 mesi, 1762-63, avea vagheggiato un punto che unisse l’isolata Venezia alla Terraferma. Nel 1840 s'incominciò altra ferrovia da Milano per Ve-rona, Vicenza e Padova, da terminarsi a Venezia. Si disputò lungamente, se dovesse passare per Bergamo, e più direttamente per Treviglio. I veneziani patrocinati specialmente dall’avv. Daniele Ma- 767 nin, sostennero quest’ultimo punto, l'ottennero, e fu denominata Ferdinandea, dal nome dell'imperatore allora regnante. Pertanto nello stesso 1840 s’intrapresero i lavori presso Venezia coll’intendimento di protrarla sino all’interno della città, sebbene divisa dal continente dalla vastaLaguna.Quindia’25 aprile 1841, giorno sagro a s. Marco, si collocò solennemente lai." pietra pel grandioso ponte, e in sul fine dell’ottobre 1845 l’opera fu compiuta, congiungendosi la strada a Venezia, col magnifico ponte che ne fa parte, costruito sopra la Laguna. Seguì la 1.’ corsa di prova a’ 4 gennaio 1846, e l’inaugurazione agli 11 del medesimo, unitamente al tronco della ferrovia prolungata a Vicenza. Principia il meraviglioso ponte a Venezia nel luogo detto Sacca di s. Lucia, e con direzione verso ponente termina alla Terraferma presso la fortezza di Malghera. Le sue 5 piazze ponno convertirsi in fortini; e colle 48 camerette da mine, de’piloui, in caso di bisogno si può distruggere il ponte in parte e anche in tutto. La speranza che la chiesa di s. Lucia, di cui nel § VIII, n. 41, ultima opera Palladiana, potesse essere conservata, è quasi perduta. Ne’primi del corrente 185q è stata decretata la demolizione di questo insigne edifizio, per ritenute necessità di spazio elocali ad uso della stazione della strada ferrata. Il sagro corpo della Santa titolare sarà forse trasportato alla chiesa parrocchiale di s.Ge-remia. Noterò, che fìu dal 1842 erasi a-perlo il i.° tronco della ferrovia da Mestre a Padova, e nel gennaio del 1846 venne esteso a Vicenza, e nel seguente febbraio si aprì quella da Milano a Treviglio. Nel precedente mese morì Francesco IV duca di Modena, in benedizione de’buoni e in riprovazione de’ rivoltosi, perchè avversava lo spirito del secolo. Gli successe il figlio regnante Francesco V. — Nell’aprile 1846 insorsero dissapori tra le corti di Vienna e di Torino. Conviene sapere, che nel i75i