7 aB fiori di finissimo filo iugegnosamente la vomiti,cun un merletto intrecciato per l ucchetto. Nello stesso giorno, col moto proprio Nos volentes, Datimi Vcnetiis ex monastero s. Gcorgii Majoris (colla qual data sono tulli gli atti del pontificalo e delle lettere pontificie, finché l’io VII dimorò in Venezia), presso il Bull, liom. coni., tu, p. 3,"concesse grazie e privilegi a.’conclavisti intervenuti nelcon-clavedi Venezia ; e con l’altro molo-pro prio del medesimo giorno, Nos volentes, loco citato, p.i3, accordò grazie e privilegi a dapiferi inservienti al conclave. Fra questi e fra'concia visti vi ho letto de’ veneti, enon giudei veneto Cardinal Flati-gini. A’y accolse gli ossequi del capitolo d’Oderzo, e si portò all’isola de’ monaci Mcchitaristi armeni di s. Lazzaro (e lo notai iti quell’articolo,che va tenuto presente per altre notizie), ricevuto alla riva dal Cardinal Borgia,da mg.' Brancadoro segretario di propaganda, da mg.' Nuzzi, dal marchese Giovanui de Serpos cameriere segreto del Papa, dal superiore (abbate generale p. Stefano Aconzio Ruver, poi dal Papa fallo arcivescovo di Siunia, nel quale articolo dissi, che prima interpellalo il patriarca di Veuezia Cardinal Flangini,questi fu favorevolissimo aH’in-trodiizionediquesta dignità nella sua diocesi patriarcale,per l’ordinazione nel rito armeno de’giovani monaci, e d’allora iu poi ne furono pureiusigniti gli altri successori abbati generali della medesima congregazione) e dagli altri religiosi del monastero. Entrato in chiesa a venerare il ss. Sagraiuento nella sua cappella, trovò il Papa lateralmenteall’altarealcuni monaci in abiti sagri del loro rito, che secondo questo cantarono sagri inui. Trasferitosi uella sagrestia, ammise al bacio del piede molte dame e signore armene e di altre nazioni. Quindi salito del monastero cou paterni modi ricevè a eguale omaggio il rui.° p. superiore con tutti i monaci e collegiali, non che molti connazionali annetti e altre persone. Successivamente fu servito di squisito liuiresco, ed iu luogo appartalo tutta la sua corte nobile. Tu quel tempo fece una sorpresa a Sua Santità, l’altezza serenissima del Cardinal duca di York. Nella mattina de’io ricevè» udienza mg.r Francesco de’marchesi l’o lesini vescovo di Pareuzo colle prime di gnità del suo capitolo, e i deputati della cattedrale di Mantova. Nel pomeriggio si portò a visitare la chiesa della Presentazione alla Giudecca, e il luogo pio delle Zitelle, ricevuto dal clero e da’deputati. All’ingresso del conservatorio si trovarono le governatrici, dando il piede a baciare u varie dame, e salito nel conserva • torio fece il simile co’superiori e le zitelle. A’12 tenne concistoro segreto per varie chiese vescovili, coU’interveuto di 2 icar-diuali.E nelle ore pomeridiane si trasferì alle cappucciue di Castello, che dopo o rato nella chiesa ricevè al bacio del piede, coll’educande, diverse dame e il eie io. Il i3 andò al monastero di s. Giuseppe di Castello, visitandone la chiesa, e poi benignamente permettendo il solito omaggio alle religiose, agli addetti e alle dame. Oltre il rinfresco,ebbe iu dono due ingegnosi lavori di filigrana a forma ili reliquiari, guerniti di fiori di lama d’argento, con iu mezzo l’immagine in rilievo di s. Domenico e dis. Agostino, fissali su basi di legno dorato e coperti da cani pane di cristallo. Nella sera giunse iu Venezia il marchese Ghislieri invialo dell’imperatore, e uella mattina seguente trattenuto a lunga udienza. Questa accordò pure al reale principe di Condé, e pare anco col nipote duca d’litighicii, conte leggo nel Coppi e nel Bellouio, con tutte le distinzioni dovute al suo grado: era arrivato ancor esso iu Venezia nel dì precedente e ne partì subito. Iu tal giorno visitò la chiesa e il monasterodi s. Marta, in una cappella privala del quale venerò l’insigne reliquia d’un’iutera sua mano; poi fece baciare il piede alle mouachc e agli altri. A’t5 pubblicò la lettera enciclica, Diu salis- videmur, presso il citato