ro richiesti da’francesi di trasporti co’loro navigli,e si trattava di4o,ooo uomini e di più migliaia di cavalli; onde si vuole che la flotta si compose di forse 3oo navi bel Jissioie e del tutto fornite. Stabiliti i pat-ti,pe’quali i deputali obbligavansi di sborsare a’veneziani una somma equivalente a circa 4 milioni e mezzo di franchi, e oltre a ciò di ripartire equamente il bottino, furono confermali solennemente dal popolo nella basilica di s. Marco; e il doge, sebbene cieco e vecchio d’85 anni (non di g4 come altri scrissero), ma vigo roso d’animo, assunse di porsi alla lesta dell’ armata nel i 202. Prima di dire del-I’ espugnazione di Costantinopoli e della fondazione dell’ impero Latino, ne’quali articoli e in quello di Tukchia ne riportai i principali fatti, devo premettere un cenno del trono greco. Nel 1 iq5 1’ imperatore Isacco II l’Angelo fu deposlo,accecato e imprigionato dal fratello Alessio III I’ Angelo. Il nipote di questo e figlio d’I-sacco, Alessio IV l’Angelo il Giovane, si portò da’ crocesignati per essere col padre ristabilito, promettendo molti vantaggi,e come i fedifraghi suoi predecessori la riunione della Chiesa greca alla latina, divisa dall'anlico Scisma. I crocesignati furono di ciò pregati anche in nome d Isacco II, già peisecutore ilei le crociale, comegl’invidiosi e ignobili suoi predecessori, per tutto quello che raccoulai negli articoli riguardanti le Crociate per la liberazione di Terra Santa. Innanzi di partire, i veneziani e francesi inviarono ambasciatori a Vapalnnoeenzo///(nella cui biografia,come negli altri articoli che ricorderò in corsivoollre i già citali,avendo di proposito ragionato de’clamorosi avvenimenti che vado appena ad accennare, ini tengo dispensato da particolari), pregandolo a con fermare i pallida loro conclusi.Ma il Papa,quasi presago delle future cose, saviamente rispose doversi confermale soltanto le convenzioni non offensive i cristiani, o qualora questi, per malvagità, ne avessero impedito il cammino, e P. II. 97 secondo il consiglio del legato della s. Se-de.Ma i veneziani si ricusaronodi ricevere la conferma con tali condizioni, onde manifesto appare quali fossero le loro intenzioni. Per legato il Papa avea mandato a Venezia il Cardinal Pietro da Capua del litolodi s. Marcello, acciò andasse coll’esercito cristiano; ma prevedendo i veneziani ch’egli avrebbe sturbato I’ impresa alla quale avevano fatto convenire i francesi e gli altri crocesignati, per espugnare e distruggere Zara, non Io vollero ricevere nelle loro navi come legato apostolico, ma solamente come predicatore. Questo dispiacque assai a’francesi, ed il legato fu costretto a ritornare dal Papa, il quale venuto in cognizione di tutto proibì a’crocesignati di entrare nelle terre cristiane e di occuparle, sotto pena di scomunica. Nondimeno i veneziani partiti l’8 ottobre da Venezia,passa ti in Dalmazia, ribellata in parte, a’ 10 novembre assediarono Zara, che per la 4-’ volta era-si data agli ungheri, la presero d’ assalto a’ 24 dello stesso mese, e pei- prevenire nuove rivolte la smantellarono e ne fecero aspra vendetta. Saputo Innocenzo 111 lo sterminio di Zara, ne pali gran dolore, e duramente con lettera rimproverò i crocesignati, ordinando loro di non più offenderla. I francesi, eh’ eransi obbligati alla santa Sede con giuramento di non fare che il suo piacere, ne restarono tanto commossi, che tosto mandarono al Papa il vescovo di Soissons Nivelo de Chei isy, Martino abbate e Giovanni parigino, pregandolo ad assolverli da 1-l’incorse censure. Aggiunse le sue preghiere Bonifacio III marchese di Monferrato, il quale sebbene uno de’capi della sagra spedizione, in ubbidienza a’ comandi della s. Sede, non avea acconsentito a’commessi eccessi. Laonde per amore del marchese, Innocenzo III li assolse, permettendo loro di trattareco’ veneziani e di aiutarli finché fossero pervenuti in Soria ; e quindi scrisse ad Alessio IV acciò non facesse mancare di vettovaglie 7