¡Ire amorose paterne insinuazioni, che accompagniamo sopraVostra Serenità e sopra ia nostra dilettissima patria con l’apostolica benedizione”. Appena giunge in Venezia il breve pontificio, non esi-lò quasi un momento il senato ad attestare al Papa la sincera sua premura di fare quanto egli bramavate tre giorni dopo scrisse la seguente lettera. » Mentre con molta riflessione versa vasi sopra Impressioni che nella trascorsa settimana l’ambasciator nostro cav. Pietro Correr ci rappresentò uscite dalla Santità Vostra, le quali mostrarono l'efficaceSuo desiderio che si ponesse fine alle insorte differenze coH’annullare il decreto 7 settembre 1754, giunse il pregevolissimo foglio della Beatitudine Vostra, in cui abbiamo conosciuto chiaramente il carattere retto eil ingenuo della Santità Vostra, la quale come capo della Chiesa riconosce la facoltà legistatoria nata colla repubblica e sempre da essa esercitata; spiegandosi Vostra Beatitudine stessa, che qualora succedesse per libera autorità del Senato la sospensione del decreto, ciò nou può nè potrà mai recare veruna lesione alla podestà nostra legislatoria. Ciò premesso , Vostra Santità cel richiede con sensi teneri ed affettuosi come una grazia da’suoi attaccatissimi figli. Perciò essendo noi assicurati in uu punto così essenziale attinente alle leggi ed alle consuetudini nostre, ci troviamo in grado di dirle di avere in quest’ oggi ritirato il decreto 7 settembre 1 754 con le carte ch’ebbero a questo relazione. Beatissimo Padre, sia questo un indubitato contrassegno della continuazione del nostro giubilo per vedere la Beatitudine Vostra nostro concittadino, per i segnalati suoi meriti ed e-gregie virtùesaltato al supremo governo della Chiesa.Per quello riguarda alle di Lei espressioni tanto generose e cordiali verso la patria Sua, non avremoche a dichiararle il pienissimo riconoscimento, sicuri che Ella ci riguarderà sempre nel suo insigne pontificato come suoi predi- letti figli,e mentre che imploriamo dalla Beatitudine Vostra l’apostolica benedizione, ci umiliamo al bacio elegantissimi piedi”. Il Papa estremamente contento e commosso, rispose con affettuosa e riconoscente lettera al doge, eziandio riferita dal Bercastel, in cui fra le altre cose dichiarò a onore della patria: » Non dobbiamo lasciar di confessarvi la Nostra più sincera riconoscenza per l’illustre testimonio, per il cospicuo esempio che dato avete al mondo tutto cattolico dell’ossequio che professate alla s. Sede,che tramandato in voi da’ vostri maggiori ren-dulisi cotanto benemeriti per memorandi egregi fatti, vive tuttavia e vivrà sempre negli animi vostri, e di quel partico-lareattaccamento, che essendo il carattere specioso con cui l’inclita vostra Repubblica riguarda i suoi figli, l’avete ora sì manifestamente dato a conoscere verso di Noi, vostro figlio e insieme vostro padre. Che se a tali riflessi tanto è stato il Nostro aggradimento, non sarà per essere inferiore la Nostra riconoscenza; e Nostro sarà il pensiero di darvene convincenti prove, e quelle appunto che da Noi, come da grato cittadino, potete sperare a gloria ed utilità della comune diletta patria ec. ” Ma non tardò la repubblica, col suo operato, e col nou più mostrarsi docile, a trafiggere il cuore dell’ ottimo Clemente XIII, e perciò questi dovette cambiare linguaggio, come dirò più sotto, ripetutamente lagnandosi di avere per essa sofferto le maggiori amarezze, come le avea patite il predecessore Benedetto XIV, perciò poco tenero verso la medesima.Dopo avere il Papa rinnovato il titolo di Apostolica alla regina d’ Ungheria Maria Teresa, come a’successori di lei iti quel reame, e creato cardinale il proprio e degno nipote Carlo, nel coucistoro del i.°ottobre dello stesso 1758, con l’allocuzione Si qui militari laude, presso il Bull. Boni. cout. t. 1, p. 46, partecipò al sagro collegio il ripristinato perpetuo titolo di Apostolico a’ monarchi d’ On-