suoi annotatori Vitlorellie OliloinijFran-cesco Pagi) Breviariitm Pontificum Ro-manorum gesta, 1.1, p. 443 ; Guglielmo Burio, Romano rum Pontificum brevis Notitia, p.io4 ; e nulla il moderno barone Henrion, Storia eie’ Papi, t. i, p. ¡46. L’annalista Baronio, e il suo com-pendiatore Rinaldi, benché narrino tutte le gesta di Adeodato li, non fanno parola del riferito dal veneto Giustiniani e del Novaes. Soltanto prima di quest’ultimo,il vicentino Antonio Sandini bibliotecario del seminario di Padova , Vilae Pontificum Rornanorum, 1.1, p. 242, citandoli medesimo Giustiniani, scrisse: A-dcodaliis anno Cliristi 672 ... Hic insti-tiiendi cligendique Ducis Apostolica alidori tale jus F enelis perpetuo confirma- vii. Ma siccome allorché nel 697 fu eletto il 1 -° doge Anafesto, sedeva sulla cattedra apostolica Papa s. Sergio /, ch’ebbe la gloria di riconciliare colla Chiesa Romana quella di Aquileia, separatasi per 10 scisma de’Tre Capìtoli, negli stessi ricordati autori volli ricercare se ricevette partecipazione della seguita elezione al dogado d’ Anafesto, nulla avendone io detto col Novaes e alil i nella biografia. Nihil verbo, ne trovo in Anastasio Bibliotecario e nel Bianchiui che lo commentò; neppure nel Platina, nel Panvitiio , nel Ciacconio, nel Pagi, nel Burio, nel Sandini, nell’Henrion, nel Baronio, nel Ri-naldi; neppure finalmente ne disse Lodovico Agnello Anastasio, che nella Storia degli Antipapi scrisse ancora accuratamente, e con diverse cronache, quella de’Papi, contro i quali insorsero, s. Sergio I avendo avuto a competitori i pseu-do Teodoro e Pasquale. Stringo il risultato delle mie ricerche con rilevare, che 11 Giustiniani, e forse altri pure, fu quello da cui il Sandini e il Novaes ricavarono la notizia sulla approvazione e conferma del diritto de’veneziani nell’elezione del doge, senza riflettere al-1’ apparente grave anacronismo, che il doge fu nominato 21 anni dopo il de- P. II. 33 cesso d’Adeodato II, secondo l’epoca in generale adottata. Non debbo poi lacere il dichiarato dal Romanin.» Però il Sagomino, dicendo avvenuta l’elezione (d’Anafesto) a’tempi dell’imperatore di Costantinopoli Anastasio II (713*716)6 di Liutprando re de’longobardi (712-744), converrebbe ritardarla di qualche anno e stabilire la nomina del primo doge almeno nel 712 avanti la morte del patriarca Cristoforo, che forse mancò in quell’anno (o nel precedente almeno secondo l’ab. Cappelletti). Ingenerale,nella confusione dell’anliche cronache circa a’tempi, e fra’tauti errori de’copisti, è impossibile di bene accertare le date”. Par- 1 ebbe dunque doversi contentare di ritenere, con varie cronache,che seguita l’elezione diAnafesto,per ossequio siasi partecipato al Papa, che probabilissimamentenon fu Adeodato II, ina in tempo d’alcunode’ successori, massime di s. Sergio I, e dubbiosamente in quello di Giovanni VI, Si-sinnio, Costantino e s. Gregorio II del 7i5, qualora contro la comune e piti abbracciata sentenza si volesse protrarre l’elevazione d’Anafesto alla ducea veneziana. Si potrebbe ancora ragionare e o-pinare così : secondo' l’uso de’ tempi e la grande venerazione che si professava a’ Papi in que’secoli, sta benissimo che i veneziani abbiano domandato o la sanzione del diritto di eleggersi un doge , o la conferma del da essi operato, precipuamente per una innovazione politica così fondamentale, a seconda del praticato dagli stessi imperatori, re e altri principi in diverse circostanze, e più ancora per vestirlo d’un carattere sagro, e così rendere più rispettabile in faccia a’ popoli , ed alle altre nazioni e principi, quanto aveano eseguito. Qui non si tratta della domanda della conferma anzi tempo, che sarebbe assurda, e darebbe un anacronismo. Sì invece d’una manifesta necessità politica ; nè posso dipartirmi dagli storici Giustiniani e Sandini. Perciò appunto, riflettendo, che il patri * 3