¡iella città confiscò subito tutti gli eiletli appartenenti agl'inglesi, a’russi ed a’por-loghesi, secondo il praticato altrove, e lo racconta il Coppi, lìenchè fosse cessato il dominio di s. Marco, il glorioso protettole dell’antica repubblica, erasi per altro conservato infronte al proclama l'emblema ostemma del Leone alato. Solamente invece della leggenda solita a leggersi sul libro aperto tra gli artigli di quel re de’quadrupedi: Pax libi Marce ¡Evangelista incus, erano stampate le parole : I diritti e i doveri dell’ Uomo e del Cittadino! Fa a proposito che io riproduca il riferito dall’eucouiiato p. Bresciani uella serie 2.“ della Civiltà Cattolica, 1.11, p. 198. »Allorché il generai Baraguay d’Hil-liers si condusse a Venezia quasi paciere, propose di molti parliti; vi accolse di molte proposte; que’giacobini e traditori Savidi consiglio, cheavean tenuta disarmata la repubblica, ora spingendo crude] mente a concessioni di morte sotto speranza di tenerla viva; e la misera vittima della perfidia de’suoi snaturati figliuoli, cascò nel laccio tesole dal Direttorio. Fu ammesso il mutar la costituzione dello stato: la repubblica rinunzia-va all’antico reggimento degli aristocra-ti; accettava ilgoverno popolare eguar-nigione francese. 11 narrare tutte le trame, con cui fu condotto questo mistero d’iniquità, le seduzioni, le illusioni, le debolezze, le viltà è impossibile a bocca u-inana. Il 16 di maggio scomparvero gli stemmi del Leone di s. Marco, fu rizza- lo l’albero della libertà, e dopoi/j-oo anni di potenza e di gloria la Repubblica di Venezia scomparve per sempre: Amen Intanto le notizie della rivoluzione di Venezia, de’ 12 maggio, erano pervenute a Milauo a’ 14 (cioè del fatto compiuto, d’altronde per gli accordi tuttosapevasi), per cui Napoleone Bouaparle impose a’ deputati veneti, cui era cessato il mandato, Francesco Donato, Leonardo Giustiniani e Alvise Mocenigo, a’ 16 dello stesso mese, un trattato illusorio di pace ana- 703 logo alle nuove circostanze e a’suoi disegni, formulati già tanto prima ue’preli-minaridi Leoben. Affettando di non curare la rivoluzione di già eseguita, volle che in sostanza iu esso si convenisse.»^Esservi pace ed amicizia fra la repubblica Francese e quella di Venezia. Il maggior Consiglio rinunziare a’suoi diritti di sovranità, e riconoscere la sovranità dello stato nella unione di tutti i cittadini. Tut-tociò per altro colla condizione che il governo garantisse il debito pubblico della nazione, il manteuimeuto de’patrizi che non possedevano stabili, e gli assegnamenti vitalizi accordati col nome di provvisioni. La repubblica francese sulla domanda che le era stata fatta di contribuire alla tranquillità di Venezia, accordare una divisione delle sue truppe per mantenervi l’ordine, e secondare i primi passi del governo in tutte le parti del-l’auimiuistrazione. Queste poi si sarebbero ritirate subito che il nuovo governo avesse dichiarato di non averne più. bi-sogno(ricordiamoci i preliminari di Leoben). Le altre divisioni sgombrerebbero egualmente alla pace continentale tutti i paesi della Terraferma di Venezia. La t“ cura del governo provvisorio fosse di far terminare i processi degl’inquisitori e del comandante del Lido , prevenuti di essere gl’istigatori degli assassini! coni messi da’contadiui veronesi e nel porto di Venezia. Di più disapprovasse questi fatti nel modo più soddisfacente al gover no francese. Il direttorio esecutivo accordare amnistia a tutti gli altri veneziani accusati d’ aver preso parte alle trame contro l’armata francese”. A questi articoli da commedia, se ne aggiunsero altri segreti, onde compiere la sceuica rappresentanza, anche con formare la farsa, ne’quali articoli perciò fu stabilito.» Le due repubbliche si sarebbero concertate pel cambio di alcuui territori!. Venezia avrebbe pagato Ire milioni di franchi in denaro, ed altri tre iu canape, corde e altri oggetti di marina. Avrebbe inoltre