858 Inarcale, occupandosi con zelo al buon ordine e al decoro del culto divino e al perfezionamento dell’ecclesiastiche discipline. Le scuole della dottrina cristiana, la commissione della pubblica beneficenza, l’educazione de'cliierici del seminario ricevettero da lui nuovo impulso a progredire felicemente nella via, a cui avevaie incamminale il loro benemerito istitutore Milesi ; curando particolarmente che i chierici d’ogni condizione nel semi-narioallendessero almeno allo studio teologico, con gratuito mantenimento, per imperiai concessione, poi modificata con restrizioni dopo la sua partenza dalla sede. Leone XII col breve Exponi nobis, de’g dicembrei823, Bull, cit., t. 16, p. 14, ad istanza dei patriarca, concesse la facoltà di celebrarsi la messa ante mediani nocteni in Nativitate D. N. J. Chri-sii prò Ecclesia patriarcliali Seminarii. Si guadagnò la benevolenza del clero, onde riuscì a moltissimi gravosa e amara (non a tutti per l’accennato parlandodel-le Nove Congregazioni del Clero nel § VII) la sua traslazione all’arcivescovato d'Erlatt o Agria, conservando il titolo di patriarca, operata da Leone XII a’ 9 aprilei827. 11 prelato parti da Venezia a’ 26 di tal mese, accommiatandosi dal clero e dal popolo con pastorale, in cui manifestò tutti i nobili sentimenti del suo beH’animo, nell’attestare la più viva gratitudine a quanti aveano secondato le sue premure e intenzioni nell’amroinistrazio-ue del gregge, e nella prosperità anche temporale di questo. Carico di anni e di meriti morì in Erlau o meglio in Vienna, come leggo nel n.ioo del Diario di Roma del 1847 a’2 dicembre di quell’anno. » Egli era il celebre cantore della Tu• nisiade,del Rodolfo d’Habsburgo, e delle Perle della s. Antichità”. Aggiungerò cogli A nnali delle scienze religiose del prof. Arrighi,1.5,310, che ue dà contezza : Il Parroco delle Alpi, versi tradotti dal celebre cav. Angelo M.‘ Piicci e stampati iu Roma ueh847. Fu il cardi- nale suo successore» che rivestendo le sagre divise de’Vida, de’Bembo, de’Sado-leto e de’Casa, sembra averne ereditata la facondia e l’ingegno” e volendo far dono all’Italia d’un nuovo genere di poesia morale, quasi evangelica, rifiorente dalle avene pastorali de’profeti,ne cominciò la versioned’alcuni componimenti dell’alemanno Titiro cristiano j ma le pastorali cure della s. Chiesa veneziana sulle rive e sulle prodigiose Lagune, impedirono al porporato pastore di trattenersi sulle vette dell’Alpi e sotto gli alberi dell’amico vate, e per tal modo era rimasto sulle prime liueel’incominciatola-voro felicemente compito dal eh. Ricci, anco traduttoredel Rodolfocl'Absburgo. La coltura letteraria del Pyrker lo distinse tra’dotti ,e lo rese ornamento dell’alemanna letteratura. La sua eleganza nel verseggiare locollocò tra’sommi poeti della Germania; le sue poesie, che gli acquistarono tante lodi , non sempre furono bene tradotte in italiano. — Jacopo Mo-nico XXXIII patriarca e cardinale. Di Riese diocesi di Treviso, già maestro di rettorica in quel seminario vescovile, parroco di s. Vito d’Asolo e allora vescovo di Ceneda, degnamente da Leone XII fu trasferito al patriarcato di Venezia, nel-lostesso giorno del traslocamelo del predecessore, e ne prese possesso per procura a’i3 agostoi827 e solennemente 1’8 del seguente settembre. Intimò la visita pastorale a’6 luglio 1829 e l’intraprese nell’anno dopo, rinnovandola uel iS3S e nel 1842. Con allettuosa pastorale de’3i marzo 183 1 al clero e popolo di Venezia, per un complesso di circostanze considerò un benefizio straordinario del cielo 1’ esaltazione al soglio pontificio di Gregorio XVI a’2 del precedente mese, e l’invitò a festeggiarla co’più vivi sentimenti della cristiana letizia, anche per aver la divina Provvidenza preparato in lui una lucedissipalrice delle tenebre funeste che ingombravano fatalmente tanta parte del tuoudo. E quindi colla mirabile sua ciò*