IL MINISTRO D’ITALIA 103 cipi e delle principesse Petrovich, quando vi sono delle riunioni a corte è a lei, in certo modo, af- fidata la parte musicale del programma. Il ministro che s’ è trovato invece ad essere da un momento all’ altro il più occupato di tutti i suoi eolleghi, è il marchese Bianchi di Lavagna, che era già stato nostro rappresentante a Cetti- gne, e che 1’ anno scorso era stato mandato con- sole generale a Bastia. Genovese, porta anche nella sua professione di diplomatico quel certo senso pratico che è una caratteristica dei liguri. Aveva saputo acquistarsi molte simpatie anche quando non si parlava ancora del matrimonio, e ritornato ora a Cettigne vi è stato accolto come un vecchio amico. La fotografia che il Principe gli diede quando partì scrivendovi sotto parole cortesi esprimenti il suo dispiacere di vederlo partire, gli è stata di buon augurio. Alla distanza di po- chi mesi, un telegramma che ricevette a Bastia, gli annunziò nel tempo stesso il suo ritorno in una residenza divenuta ora fra le più importanti, e la sua promozione. Antico capo di gabinetto alla Consulta, ha forse imparato in quell’ambiente ad avere un sa- cro terrore dei giornalisti. Così dicono alcuni, ma il suo terrore è limitato, e non ba torto, a una certa categoria di giornalisti, poiché quelli che sono capitati a Cettigne, hanno invece avuto modo