ge defunto, per sindacarne la condotta e darne lode o biasimo, come cittadiuo e come capo dello stato, ricevendo le querele da quelli che si reputavano d'essere stati gravati; il Magistrato del Petizion, composto di 3 giudici , formante parte del corpo de’ Giudici della corte del doge, essendo divenute insufficienti le magistrature del Proprio e del Forestierj e de’ Cinque savi o anziani alla pace, per trattare le piccole contese, rappattumar le risse, e vegliare alla quiete del popolo. Questo, quanto all’ordinamento e alla sicurezza interna; all’esterno face-vasi la repubblica rispettare per le armi e si avvantaggiava petrattati, favorevoli al commercio e d’immunità alle persone, stipulati inclusivamente a’principi d’Asia e d’ Africa. » Qual doveva essere adunque il movimento , osserva il Ro-nianin, quale la prosperità del commercio e delle arti , specialmente di quelle attinenti alla marineria in Venezia I Quale l’affluenza del popolo, la ricchezza, l’operosità generale! Nobili e plebei, ricchi e poveri, si mettevano sul medesimo bastimento, correvano i medesimi pericoli, le medesime probabilità di guadagno. E al loro ritorno da lungo viaggio, erano i piaceri del livedimento, del poter far mostra delle merci recate dalle più lontane regioni, del raccontare mille accidenti, mille avventure. Dal che rinvigo-rivasi l’orgoglio nazionale, era allora un vanto esser veneziano, ed i veneziani potevano mostrare tali uomini di cui qualunque grande patria avrebbe avuto a gloriarsi”. Molti sagri edilìzi furono e-ietti nel principato di Tiepolo, fra’quali il doge col suo denaro innalzò quello magnifico de’ss. Gio. e Paolo, ov’ebbe tomba, colla lode di prode nelle uraii, valente nel consiglio, pio e religioso. — Marino Morosità XLIlr doge. Ad evitare quind’ innanzi i disordini che potevano succedere dalla parità de’voti nelt’elezio-ni de’dogi, caso avvenuto nell’ultima, e ad impedire che si l iuuovasse, fu og- 107 giunto un altro elettore a’quaranta; e fu stabilito eziandio che ciascuno de’quaran-timo elettori giurasse eleggere legalmente, con probità, con buona fede, senza frode, lontano così dall’amore comedal-l’odio, non indotto da preghiere, doni, favori o timori privati, il cittadino che stimasse migliore e più utile alla repubblica; proposto il nome di lui farebbe u-scire dalla stanza tutti i parenti che a caso vi si trovassero, inviterebbe poi ognuno a dire il bene o il male che sapesse del candidato, quindi riammessi i parenti lascerebbe a questi prenderne le difese, e scolparlo dalle laceie che gli fossero state apposte; terrebbe di tutto questo piena credenza: manifesterebbe i tentativi di corruzione che fossero stati fatti sopra di se o di altri: non cercherebbe persuadere alcuno de’compagni ad eleggere il tale o tale altro ec.; con lunga serie di norme per evitare l’inganno o la frode nelle ballottazioni. Per tal modo fu eletto a’ i3 oig giognoi24g il Morosini, personaggio illustre per onorevoli fatti e magistrature sostenute. Sebbene vecchio di 68 anni e senza figli, siccome il predecessore avea posto gran cura ad innalzare i propri figli, un capitolo della nuova Promissione ducale statuì che i dogi non domanderebbero, nè farebbero domandare uffizi per alcuno , nè accetterebbero alcun governo fuori della veneta giurisdizione, nè 111 Istria, e che i dogi stessi non aspirerebbero a conseguire maggior potere ed autorità di quanta era loro per le leggi conceduta. Intorno allo stesso 1 • genovesi vennero a zutfu co’ veneziani in Tolemaide o Acri. Papa Innocenzo IV spedì a Venezia Filippo Fontana vescovo di Ravenna suo nunzio coti facoltà ili legato, pregando il doge a voler cacciar di Padova l’iniquo Ezzelino III da Romano, contro di cui avea fatto predicare la crociata, e fu deliberato J’ esaudirlo; il perchè messo in ordine buon numero di barche sotto la capitauia di Tommaso Giustiniani, e provveditoria di ter»