Ó1 da Cristoforo patriarca di Grado (e lo affermano anco lo storico Paolo Morosi-ni, e I’ Arte di verificar le date), da’ suoi vescovi suffragane! (o almeno da quelli le cui sedi erano state trasferite nell’isole), dal clero, dalla nobiltà e dal popolo, per ¡scuotere il giogo de’tnbuni, si decretò di eleggere un sol capo, nel quale concentrata la pubblica autorità tutta quanta la nazione dirigesse; e rigettato il nome regio non proporzionalo alla città, odioso al popolo e pregiudizievole alla pubblica libertà, si convenne per quello di duce o doge, o di condottiero della venela nazione. Quindi nella stessa generai concione venne scelto a duca o doge delle Venezie Paoluccio o Paolo Lucio Anafesto, uomo saggio e di nobil sangue eracleano (detto da’cronisti ancbe Paulucione, forse credulo della famiglia Falier: Falelride Fano venerimi, Alia-feslis nomine appellanti!!', si legge nella Cronaca Altinate), per consenso unanime del popolo, de’uobili, del clero, de’ vescovi. Ricevè il giuramento di fedeltà, e giurò egli pure d’osservare le consuetudini antiche e gli statuti della nazione, ed in Eraclea sua patria fermò la sede del nuovo governo ducale. Dissi già col eli. Romanin,diedi questo mutaraentodi governo ed elezione, ne fu dato avviso al Papa. Piacqnea quell’egregio e dotto veneto, nella lettera che volle indirizzarmi nel 1853, come notai nel § X, n. 3, d’in-terpellnrrui sul riferito da qualche cronista: Che i veneziani, alla nomina del loro primo dogePaoluccio Anafesto(697-712), mandarono ambasciatori a Roma e ne ottennero da Papa Adeodato (672-676) la conferma. Perciò voler sapere, se del fatto in Roma esisteva memoria in qualche cronaca o archivio; tanto più, e giuslameule, che non sapeva in vero combinar le date clic punto non corrispondono. Opinare,che i veneziani in al- lo d’ossequio abbiano avvisalo il Pontefice, del cambiamento da loro operato, non credere peiò ne chiedessero la con- ferma.— Risposi, essere troppo immerso in altri vasti studi; per allora non potermene occupare, riservandomi peraltro di prendere in esame questo punto storico nel presente articolo, anche in riverenza di sì benemerito e rispettabile patrio storico. Quindi ecco il risultato di mie ricerche e studi in proposito. — Col No-vaes, Storia de’Pontefici, dissi nella biografia di Papa Adeodato 1 /, eletto a’52 aprile 672 e morto a’ 26 giugno 676 : Confermò a’veneziani il diritto perpetuo di eleggersi il loro doge, citando col medesimo Novaes, Pietro Giustiniani fedele storico e senatore veneto chiarissimo, fio-ritogloriosamentenel secolo XVI,escrit-tore della storia intitolata: Rerum Vene-tarimi ab Urbe condita historia, fino al suo tempo, lib. 1, p. 6. Tale asserzione così semplicemente riferita, in certo modo quasi fa credere che a’ tempi di Adeodato 11, già i veneziani avessero il diritto dell’elezione del doge; mentre sta in fatto che non sussisteva allora il doge, e soltanto per la i .a volta fu eletto 21 anni dopo la morte di Adeodato II, chiamato Adeodato I da quelli che il Papa di tal nome del 615, denominarono s. Deusde-dit, e da altri appellato Deodato. lo voglio dir tutto e nulla occultare, per poi opinare colla ragione. Principiando da Ana-stasii Bibliothccarii, De Vitis Romano-riiniPoiitificuin, con dissertazioni, prefazioni,prolegomeni, varianti del dotto prelato veronese Francesco Bianchini, nel 1.1, a p. 133, si dice eleltoAdeodato nel 66g e 11101 lo nel 676,senza leggersi parola in argomento: discrepanti sono altresì diversi storici sull’anno dell’ elezione. Nulla ne dissero, il cremonese Bartolomeo Platina, Le vite eie’Pontefici, in quella di Deodalo 11, sebbene racconti avvenute nel suo pontificato le irruzioni di Lupo duca del Friuli, e le calamità patite da O-derzo; l’altro veronese Onofrio Panvi-nio, EpitomePontificum Romanorilin, p. 3 1 ; Alfonso Ciacconio, Vitae Pontificum Roinanorum, t. 1, p. 463, e neppure i