suo conto. lataDto persone pagate, non si sa da chi, scrivono e gridano: Viva Carlo Alberto! La Spada d’Italia!). A' 4 giugno Bassano venne occupata dagli austriaci, a’quali cede il Cadore. A’g arrivò in Rovigo il generai Pepe, portando in aiuto a Venezia 4 mortai, 2 obizzi, 6 cannoni, più di 20 carri di munizioni e attrezzi, ed in complesso 15oo uomini : il resto dell’esercito napoletanoubbidien-teal proprio re tornò indietro.il feld-ma-resciallo Piadet/ky coll’ esercito attaccò tutta all’ intorno Vicenza. Dopo 12 ore di fuoco vivissimo,il generai Durando sostituiva la bandiera di tregua a quella di guerra, ma il popolo la crivellava di moschettate. Per altre 6ore durò la strage, e quando gli austriaci voltarono i cannoni contro la città, s’inalberò la bandiera bianca e si capitolò. Il Radetzky disse: Non potersi negare una capitolazione a chi si era difeso cosi eroicamente. La caduta di Viceuza aggravò molto i sospetti concepiti sul Durando. Dietro ordine di Ferdinando lire delle due Sicilie, la suddetta (lolla napoletana, cli'erasi unita alla divisione della flotta sarda e veneta, agli 11 parti tra gli urli ed i fi schi de’sardi e de’veneti. A’i2 un corpo austriaco di Vicenza interruppe la ferrovia a Poiana. Il comitato centrale della guerra in Venezia, dietro il fatto di Vicenza, risolse di concentrare le proprie forze di Padova e di Treviso a difesa delle fortificazioni di Venezia. Treviso non volle ubbidire, e quindi il bombarda-rnentosegui la mattina de’ 14; pochi danni contava la città, ma gli abitanti insisterono per una capitolazione. Questa venne nella sera proposta al generai austriaco, il quale accordar voleva le anni egli onori militari a’soli granatieri pontifici. 1 corpi franchi non volevano cedere le armi; il generale austriaco persiste nella sua deliberazione ; i comandanti italiani decidono d’aprirsi colle armi la via per Venezia, avviandovisi coni 2 cannoni ; allora il generai austriaco, dietro rimostranze, accordò la capitolazione ne’ modi proposti. A’i5 successe una faiio-ne sotto Caorle: una cannonata fa scoppiare la veneta peniche Furiosa, sulla quale restò illeso solo il comandante, e gli i i che stavano a bordo rimasero parte morti e parte feriti. Giunse in Venezia il generai Pepe colla frazione dell’esercito napoletano disubbidiente al suo re, e venne tosto nominato generale in capo delle truppe di teri ache si trovavano nel Veneto.Gli austriaci a’ 18 occupano Mestre, e Venezia viene bloccata per la via di terra. I bastimenti veneti della linea diFusina vengonoattaccatisull’albeggiar del 23 da una batteria austriaca. La capitolazione di IJaluianova è conclusa a’ 24giuguofra il colonnello ausiriacoKor-pan ed il presidente Putelli luogotenente del generale Zucchi. Ecconeil tenore: »Garantita la vita,la libertà e le proprietà de ci vili e de’militari e della guardia civica; le truppe regolari delle provincie del Frinii, di Belluno e di Treviso, non che i crociati di Venezia ripatrieranuo disarmati; gli artiglieri piemontesi ritorneranno alla patria colle armi e gli onori militari”. Così assoggettavasi la città riconoscendo di» essere compromessa .benché fornita di sussistenze e mezzi di di-fesa”(A’28 s’istituiscono telegrafi in vari punti di Venezia e formasi un corpo di telegrafisti). 11 quatiier generale del re sardo a'29 si trasportò da Valleggioa Ro-verbello. I napoletani partono dal campo per ordini pressantissimi avuti da Napoli. A’3 luglio aPirano successe uno scontro tra legni austriaci e veneti checannoueg-giarono il fortino delle Rose. —Capo 9. Parlilo repubblicano e realista, e caduta dellaRepubblica.i proclami del reCar- lo Alberto » che senza prestabilire alcun patto prometteva la liberazione dell’intiera penisola” cominciarono ad alienare gli animi degli abitanti delle provincie venete di terraferma dal governo della repubblica. La maggior parte del popolo ve-netoripetevain tutti i iuodi”piuttosloclie