lenze, e di sussidiai- Corone minacciata ila’ turchi. Essendo la pace col turco per Venezia una questione d’esistenza, era impossibile il conservarla per l’insorgere degli eventi. La crescente audacia de’pi-rati africani, giunse a prendere Francesco Dandolo capitano del golfo e il sopra-comito Marco Cornaro, con disdoro del nome veneziano, obbligò ad armare, e fu incaricato Girolamo Canale di raccogliere la flotta e provvedere alla sicurezza de mari. Infine avvenne tal caso che per poco non la trascinò in quella guerra che con tanta cura s’ingegnava di fuggire. Il i.° novembre1533, nel mare di Can-dia, il Canale colla flotta s’incontrò con una squadra turca di 12 galee, e credendola di pirati l’investì e quasi di-stiusse;bella vittoria macchiata dalla strage de’ prigionieri. Potendone le conseguenze tornare assai funeste alla repubblica, si affrettò di mandare il segretario Daniele Ludovici al sultano colle sue scuse; e ciò mentre Ferdinando I lo ricercava di pace rimettendogli le domandale chiavi di Varadino e d’interporsi col fratello per la restituzione di Corone, con Patrasso prese da Andrea Doria. Ad onta del disprezzante orgoglio del gran visir Ibrabitn, il sultano a’23 giugno 1 533 si pacificò con Ferdinando 1, e il compe-litore Zapolski restò voivoda di Transil-vania, ambo soggetti alla Porta. Le guerre turchesche e le confusioni di Germania favorivano mirabilmente i disegni di Francesco I, il quale non potendo darsi pace di vedersi sfuggita di mano l'Italia, manteneva segrete pratiche a Costantinopoli col sultano e a Roma col Papa, a’ danni del suo eterno rivale. Profittando della passione di Clemente VII per la sua famiglia, l’indusse a dare al suo figlio secondogenito e poi Delfino Enrico duca d’Orleans in isposa la nipote Caterina de Medici figlia di Lorenzogiì« duca d’Urbi-no,eadaccompagnarla a Marsiglia,edivi con esso si abboccò nel 1 533. Il congresso durò da’12 ottobre al 12 novembre, nel 339 quale oltre il trattarsi della conversione dall’apostasia d'Enrico VIII re A’Inghilterra, il Papa per secondare i desiderii di Francesco I, soltanto a voce gli fece intravedere che sarebbe contento se ricuperasse il ducato di Milano; approvò il disegno di muover guerra a Carlo V in Fiandra e Spagna, per Germania facendo calar altre genti in Italia, affinché i veneziani costretti a guardar i propri confini, avessero motivo plausibile coll’imperatore di non poter marciare contro i francesi nel Milanese. Dipoi Clemente VII, a tenersi amica la repubblica, finalmente approvò l’imposizione di 100,000 ducati sul clero, e die’buone speranze circa alla nomina de’ vescovati vacanti, dal senato ridomandata. Il che fu interrotto dalla morte del Papa avvenuta a’ 25 settembre 1 534, e dopo 17 giorni gli successe Pao- lo III Farnese, nome che prese per esser nato sotto Paolo II veneziano. Nella sede vacante il figlio del duca A’Urbino senza il pontificio assenso avea sposatoGiulia Varani di 12 anni, ed erasi impadronito del suo ducato di Camerino feudo della Chiesa. Il Papa gl’intimò di evacuarlo, e per non ubbidire stava per procedere colle censure e ricorrere all’ armi, quando per non turbare la quiete d’ Italia s’interposero l’imperatore e la repubblica, col componimento di scudi 32,000 dati per dote di Giulia dal Papa, il quale-ri* prese il ducato come feudodecaduto. Imperversando Enrico Vili nello scisma, vi trascinò il regno, si sottrasse dall’ ubbidienza della s. Sede, e dichiaratosi preteso capo della chiesa Anglicana, Pao- lo III lo scomunicò e sentenziò decaduto dal regno, uno degli Stati tributari della s. Sede (V.). Nel i535Pad- lo III, mentre avea per ambasciatore presso di lui Lorenzo Dragadin, creò cardinale il più volte lodato oratore e patrizio veneto Gaspare Contarmi, alla sua insaputa e assente. Ricevè la notizia di sua promozione nell’atto in cui nel pubblico consiglio, qual savio, estraeva dal-