d’incaricati d'affari per interim , affidandosi loro le funzioni de’capi per non incorrere nel caso di dover interrompere allatto i rapporti, qualora le vicende politiche non permettessero di mandare Un ambasciatore : ciò avvenne di tempo in tempo, massimamente in Pioma, co’rap-»resentanti di Venezia, di Toscana e altri stati. A Costantinopoli la repubblica al pari di tutti gli altri governi teneva interpreti addetti all’ambasciata. Anticamente per lo più erano levantini, in seguito anche dalmati, italiani e altri, prevalendo vieppiù ne’governi il desiderio di aver interpreti nazionali, ciò che peròan-co oggidì è lungi dal potersi fare dovunque. Non sempre essi mostravansi degni di fiducia. Zaccaria Delfino, nunzio di Pio IV a Vienna, avea le nuove di Costantinopoli dall’interprete del bailo, e le comunicava a quella corte, ciò che gli fruttò lo sfratto da’dominii veneti e contumacia di molti anni, tolta quando già era divenuto cardinale. Fino dal 1268 fu comandato dalla repubblica che gli oratori al loro ritorno dessero in nota quelle cose che potessero giovare allo stato; disposizione probabilmente che rinnovò altra più antica. Obbligati gli ambasciatori di fare una relazione delle loro ambasciate al consiglio fra i5 giorni , trovo pure nel prof. Romaniche tale obbligo fu loro nuovamente ingiunto nel 1296, e da farsi innanzi al magistrato dal quale furono e-lelti; istituzione veneziana mai abbastanza lodata, per 1’ ampia opportunità che offre alla conoscenza de’ paesi, de’popoli, delle corti, de’ principi, e de’ tanti personaggi, ed anche di regioni orientali, con preziose e peregrine notizie, giustamente encomiate anthe dal laudato storico patrio e coscienzioso, per tale riconoscendolo anche il Reumont, Delle celebratissime e importanti relazioni degli ambasciatori veneti il Reumont molto ne ragiona, come della loro letterattura. A-vendo esse per tempo destato 1’ universale attenzione demolitici, ed essendosene Gy3 istituite verso la metà del secolo XVI rilevanti collezioni private. In Venezia ne esiste una serie considerevole e quasi 11011 interrotta, dal i53ofino presso al termine del secolo scorso. Quindi passa ad e-numerare le biblioteche romane edi altre città che ne posseggono, così Firenze, Milano,Torino, Napoli, Parigi che ne conserva dovizia, Berlino, Gota ec. Una considerevolissima raccolta ¿nella biblioteca imperiale di Vienna,oltre i mss. di Marco Foscarini, adunali per compilare la sua storia della Letteratura Veneziana rimasta imperfetta. Molle di queste relazionifuronoanchestampale,e la massima parte delle più antiche sarebbe andata perduta se ilSanudo ne’suoi Diarii non ce ne avesse serbato un compendio. Con bellissime notizie bibliografiche, l’autore prende a rassegna le relazioni pubblicate da diversi colle stampe.egli estraiti inseriti in altre opere , che assai lungo sarebbe il riferire,ma nondimeno dovrò ritornare sull’argomento ; di più ragionando pure delle collezioni di dispacci veneziani, che copiosissimi non fu stampata che piccola parte. Delle qualità d’un ambasciatore veueto trattò Michele Soriano in una scrittura resa di pubblico diritto nel i856in Venezia dal cav. Cicogna. Alcune commissioni 0 istruzioni sono pure stampate, essendo la più aulica quella d’Enrico Dandolo all’ambasceria spedita a Costantinopoli verso il 1 1 g6 come anche un numero considerevole di orazioni di ambasciatori veneti a’ Papi, Imperatori e Re. Come le relazioni degli ambasciatori per l’esterna politica di Venezia e le condizioni contemporanee degli altri stati europei e della Turchia, così le relazioni de’goveruatori generali, ed altri ulliziali nelle provincie, de’capitani e provveditori generali,de’catasticatori,de' sindaci.de’podestà sono assai profittevoli perlacognizionedell’amministrazionedei territori! della repubblica e per la storia interna e domestica. Le ime completano in qualche maniera le altre. Le istruzioni