l’Italia (o parte di essa) e le isole della Venezia, colle navi, dalla loro palle gettatisi i veneziani .colle proprie barche soccoisero l’imprese di Delisa rio e ili Nar-sete. A quest'ultimo, e contro i veneziani, ricorsero i padovani, per essersi impadroniti ilei porto di Malamocco già appartenente a Padova, non che occupato tullelebocchede’iìuuii a loro uso, e munite con difesa, essendosi sottratte Cisoie dall’ antica dipendenza , e di tutto domandando la reintegrazione. Però i veneziani rappresentarono a Narsete, niun diritto avere i padovani sui luoghi che un tempo avevano ricoverato i loro antenati, e da questi assicurati e ingranditi: appartenere l’isole alla gente che l’occupavano e sempre l’nvevano abitate, ed appartenere quell’acque a’marinari che le solcavano e difendevano. Narsete, premuroso di recarsi alla spedizione, si astenne dal decidere la lite, soltanto consigliando le due parti a concordia e pace; e recatosi a Rialto fece voto d’innalzar-vi le suddette due chiese. L’occupazione greca viene riguardata dal eh. Roma-nin, piuttosto un’occupazione militare, e truppe greche tuttavia erano a Grado nel declinar del VI secolo. Ma calati in Italia i longobardi, ebbe luogo nuovo e grande concorso di profughi nell’ isole delle Lagune, i cui abitanti decisero di non più ripalriare, di dar forma stabile al fatto fino allora per modo di provvisione, e ili ordinare il proprio governo. L’elezione de’capi o tribuni ne'comizi dell’i-sole venne perciò sancita solennemente, e così tale magistratura fu stabilita regolarmente. A dimostrare l’elezione esser seguita ili piena autorità degl’ isolani, senza riguardo alle città madri, s’intitolarono i tiibuni delle 12 isole maggiori: Noi Tribuni dell’ Isole delleLaguneMa rittime, preposti dalla università di quelle. Il Sagomino da quest’epoca comincia a registrar l’elezione de’ tribuni annuali, cioè circa alla metà del secolo VI, con potere civile e militare per amministra- *9 re la giustizia agli abitanti, fatta da' veneziani nell’isole nel mancare di governo, e poi indipendenti dalla madre pa-trio, con Grado per metropoli; essendo durato il governo tribunizio i5o anni. Per tutto questo, sembra al prof. Roma-nin,doversi considerare tostato venezianOj come veramente costituito, solo alquanto dopo la metà del VI secolo; non però ancora indipendente, per duraretuttavia una relazione più o meno stretta di dipendenza dall’ Esarca (V.) greco, cominciato in certo modo nel 544 o meglio nel 568 con residenza in Ravenna. Le isole per la loro giacitura, opportuna a servir d’appoggio alle greche intraprese contro i longobardi, e dar soccorso alle città, che come Padova, si sostenevano libere dal domiuio di quelli, acquistarono una grande importanza per l’impero greco di Costantinopoli. Quindi per restituirsi od essa, il i.° esoico Longino nel lasciar l’I talia nel 584, sl reco a visitar l’isole venete; restò meravigliato di loro condizione, dell’operosità degli abitanti e del loro prosperamento, trovando vero il detto da Narsete, d’ essersi i veneziani creata una patria sicura da ogni nemica invasione. Pertanto desiderò farli più a-inici ilei suo imperatore greco Maurizio, stimandolo vantaggioso; e mostrandosi co’veneti sommamente benevolo, prese a persuaderli a farsi spontanei buoni servitori dell’impero e soccorrerlo coU’armi al bisogno, senza giuramento di fedeltà. 1 veneziani riflettendo che con tal atto d’ osservanza, nulla perdendo della propria libertà, acquistavano una specie di protettorato e per questo molti privilegi e incremento al loro commercio;dopo a-ver ricordato al l’esarca,com’eransi crea- lo tale asilo nelle Lagune da non temere d’essere soggettali nè dall’imperatore, nè da’ re, nè da altro qualunque principe, occonsentito olio proposta, inviorono all’uopo alcuni de’più ragguardevoli a Costantinopoli. L’imperatore gli accolse assai benignamente , lodò la presa delibe-