228 gli ubbidienza e gratularsi di sua elevazione. Anzi donò la Hoxa d'oro beneficila a Sigismondo I Malalesta come capitano generale de’veneziani nella guerra di Morea, per I’ intervento pacifico de’ quali il predecessore nel privarlo de’suoi stali, gli avea lascialo il solo vicarialodel-la città di lì imi ni; nella quale lenendovi i veneziani guarnigione se ne ingelosì il Papa. Dipoi Paolo II creò cardinali i 3 seguenti nipoti e concittadini, i patrizi veneti Marco Bai bo, Battista Zeno e Giovanni Micbieli. Segretamente creò pure un altro veneto cardinale Pietro Foscari, ma non lo pubblicò, il che fece il successore. L’anno 1469 fu anche memorabile per Venezia, per la già narrata introduzione della stampa, ove peri.0 libro s’impressero VEpistole di Tullio. Mentre la designata spedizione finì in vane parole, ed i veneziani restarono soli nella tremeuda lotta, Jacopo Loredano comandante la flotta ne'mari di Turchia poco mancò non venisse a guerra co’ca-vulieri gerosolimitani di Rodi, che guerreggiavano contro il soldano d’Egitto, irritato questi per aver essi aiutatoCarlolta regina di Cipro. Tornavano 3 galee venete d’Alessandria con merci ed egiziani per condurli in Barberia , quando una tempesta le obbligò riparare nel porto di Rodi, ed i cavalieri s’impadronirono degl'infedeli e delle loro robe. Saputosi dal soldano la prese fieramente co’ veneziani, ordinando l’arresto di que’mercanti esistenti in Sona. I veneziani richiesero il gran maestro di liberare i prigioni e restituire il predato, ma ebbero in risposta esser buona presa per ragione di guerra. Allora si presentò a Rodi il Loredano colla flotta e fece intimare al gran maestro, rilasciar tutto in termine dì 3 ore, le qua- li passate cominciò ad effettuar le minacce, ed allora oltenne il domandato. Il Rinaldi dice a mediazione degli ambascia-lori della regina di Cipro, sulla fede del- lo storico Bosio. Vetlor Cappello successo al comando della flotta prese «’turchi Modone e altre isole mentre Scanderberg l’eroe d’Epiro,lusingato de’gratidi preparativi del Papa e de’veneziani della svanita crociata,avea nuovamente fatto guerra a’turchi con successo, e lo stesso Maometto II marciò inutilmente contro Cro-ja ; la quale, vedendo poi Scanderberg l’impossibilità di sostenersi da nuovi attacchi, la cede a’veueziani, si recò in Roma a chieder soccorsi al Papa (esiste ancora la casa che abilò e la via ne porta il nome, sulla porta esterna essendovi il suo ritratto con iscrizione), benignamente accolto e onorato, e fornito di buona somma di denaro, onde tornato in Albania vi continuò vigorosamente la guerra e nell’anno seguente morì. Sigismondo 1 Malalesta generale de’veneziani, aneli’egli avea fatto de’conquisti sui turchi, acquistando Misi stia o Sparla, ma poi tentando iuvano più volte l’espugnazione della rocca, fu obbligato tornare in Italia, ove cessò di vivere nel 1468. Sdegnato Maometto li dell’operato da’ veneziani, e pensando questi il dispendio della lunga guerra che sostenevano con poco fruito, senza aiuti e vedendo l’Italia sempre agitata, risolsero di accomodarsi col turco. Imperocché morto nel 1466 Francesco I duca di Milano, il figlio e successore Galeazzo Maria Sforza si collegò co’ Medici potenti in Firenze, e imparentatosi con Ferdinando I re di Napoli, ben si vide l’Italia dipendere da’loro voleri; alla quale lega avea dato motivo Bartolomeo Colleoni che aspirava ad acquistarsi una signoria, benché era entralo agli stipendi de’Venezia ni, aderendo a’fuorusci ti di Firenze.Perciò Pietro de Medici s’insospettì della repubblica, e fece unire nella lega Borso d’Este, che il Papa fece poi duca di Ferrara. Realmente la repubblica per tenere a freno il duca di Milano, ambizioso senz’aver le doti del padre, si strinse in lega con Amedeo IX duca di Savoia, e diè infine aperta assistenza al Coileoni, che avea terminala la sua condotta ; laonde la guerra era per divam-