6 4° roiia erano indisposti contro i francesi, ed in alcuni luoghi aveano di già preso le armi, come dissi più sopra , ora tutti li sollevò in massa, li ordinò alla meglio in milizie, e ne armò di fatti molte migliaia. Dalle valli di T compia, di Sabbia c ili Camonica discesero poi que’monta-nari sul fine di marzo nelle pianure, trucidarono i francesi isolati che incontrarono,disarmarono un distaccamento di 200 polacchi, e scorsero sotto le mura di Bergamo e ili Brescia. Le municipalità però ili queste due comuni, soccorse energicamente dal comandante milanese Lahoz, avevano provveduto alla propria difesa. Nel tempo stesso Rilmaine, che comandava i francesi in Milano, volendo provvedere alla sicurezza del presidio di sua nazione in Bergamo, avea mandalo colà il capo di brigata Landrieux per dissipare s’era possibile colla persuasione e coll’imponenza quella perigliosa massa. AH’avvicinarsi de’montanari questi spedì difetti incontro a loro un uflìziale con pochi dragoni per parlare di pace, ma da’ sollevali creduti nemici furono respinti colle fucilate. Allora Landrieux li assalì, li disperse e l’inseguì sino alle gole delle montagne. La banda che si era avanzata sotto Brescia, capitanala dal conte Fioravanti, a’4 aprile cannoneggiò la città. Nel ili seguente, Lecchi che avea preso il titolo di generale della guardia nazionale, l’inseguì e battè sino a Salò. Mentre quésta slava per sottoineltersi , sopraggiunte Fioravanti, circondò i nemici, e fallo prigioniere Lecchi con parie de’ suoi fu condotto a Venezia. Per le conseguenze che potevano derivare da’ sollevati, a cui eransi unite truppe schia-vone, Lahoz uscì iu campagna co’lombardi e li disperse. Salò quasi abbandonata dagli abitanti, a’i4 aprile fu saccheggiata di quanto vi era rimasto, e le vicine valli poco dopo furono sottomesse. Lo spirito di sollevazione erasi intanto dilluso in tulli i doininii della Terra-ferma, e iu diversi luoghi i francesi fu- rono anche assaliti e trucidati, essendo gli abitanti generalmente adirati contro truppe che li avevano oppressi con ini. mense tolte di vettovaglie, vestimentie altre gravezze. L’Austria applaudita j| senato per sostenere quelle sollevazioni popolari, giovando al mantenimento del l’antico sistema d’Italia, contenendo la Spagna daU’ingraiidire il duca di Para», ed angustiando i francesi indurli a pace ragionevole. Anzi a’g aprile nella conferenza tenuta in Vienna tra il barone di Thugut e l’ambasciatore veneto, a questi venne fallala proposta formale di u-nire le forze de’montanari colle truppe austriache, onde terminare la guerra,con indurre i francesi a pacificarsi. Difatli Napoleone s’accorse benissimo quanto fui se azzardosa la sua posizione nella Corintia, mentre i veneziani si sollevavano alle sue spalle, e perciò affrettossi a con eludere a’7 aprile l’armistizio coll’Austria. Allora i veneziani, cominciando a temere la sua vendetta, a’12 dello stesso mese pubblicarono.»In que’tempi recenti alcune città oltre il Mincio, presella spirito ili vertigine e di sollevazione, aver intrapreso di costringere altre popolazioni a seguirne l’esempio. Queste però attaccate per intimo senso del proprio ben essere all’ antico sperimentato governo, aver spiegato collo zelo per la propria difesa un filiale ardore; e quindi prese spontaneamente le armi, aver invocato dal naturale loro principe assistenza esordii. Le quali cose, dirette soltanto all interne perturbazioni delle stato, non potevano per alcun modo ferire le ingenue massime di neutralità apertamente professate dalla repubblica”. Ma Napoleone, appena concluso l’armistizio coll’Austria, a’g oprile mentr’era ancora in Indebur-go o Judemburgo, die’a Rilmaine il coniando di tutte le forze ch’erano in Balia, e ingiunse a Victor di portarsi colla sua divisione dalla Romagna nel Veneziano. Scrisse quindi al ministro francese in Venezia.» Non potersi più dubita-