4*0 ]' equinozio fissato ila Giulio Cesate nel giorno a5di marzo, l'avanzamento sareb be slato di giorni 14- Ma nello riforma Gregoriana non si parti dall’equinozio di Giulio Cesare (ecco l’equivoco in cui molti sono caduti), ma bensì dall’ equinozio del 3s5, il quale cadeva prossimaoieote nel giorno 11 di marzo (in quel giorno e anno fissato stabilmente dal concilio diÌVi-cea, celebrato nello stesso 3a5);dunque il difetto, o per dir meglio, l’avanzamento deH’equmozio era di giorni i o, quanti appunto ne furono soppressi Il Bodotà, Del rito greco in Italia, t. 3, p. a33 e scg., parla del Calendario Gregoriano accettato da’ greci di Malta, non però da que’ di Ajaccio; ed a p. t5o riferisce, quali strani avvenimenti furono ostacolo, clic il CaiendarioGregoriano non si accettasse dalla nazione greca. — Morto Gregorio XIII a’ t o aprile 1585, dopo 13 giorni gli successe Sisto V Peretti di Montai-to, che nel |556 era stato reggente de’ suoi minori conventuali di Venezia nel convento di s. Maria Gloriosa, ed insieme inquisitore del *. Uffizio. Perciò la repubblica si affrettò a mandargli i «olili ambasciatori di ubbidienza, per complimentarlo di tua esaltazione,e ricevere consigli nelle sue deliberaziooi, ne’senatori Giacomo Foscarini e Marc’Autonio Barbaro procuratori di s. Marco, Marino Gri-mani e Leonardo Donato, i quali ebbero lieta e benevola accoglienza. Si apprende dal p. Tempesti, Storia della vita e geste di Sisto V, che entrarono in Roma vestili di lungo paludamento di velluto nero, e furono accolti dalla nobiltà romana e da’gentiluomini dc’cardinali su cavalli nobilmente bardati alla solita l illa di Papa Giulio III, ove riceverono i primi consueti complimenti; e di là hccodì-pagnati dalle guardie svizzere e de’ ca-valleggieri, giunti alla porla del Popolo, ivi il maggiordomo del Papa, con alcuni vescovi assistenti al soglio e altri prelati, in nome di Sua Santità si consolò del loro prospero arrivo, e quindi collocalo ogni ambasciatore in mezzo a due »«so» vi, entrarono nella città, die trovar^ come in trionfo di giubilo, secondo il ticato nell’ ambascerie slraordinaiie, r». sendo pure accompagnati dall'oratore ordinario Lorenzo Priuli senatore fino al suo palazzo. Da questo nel dì segueult, « vestiti di velluto rosso, con tutto il lieto degl’ Ingressi solenni in Roma, si rtea rono nel palazzo Valicano, e nella «aU regia si prostrarono a’ piedi di Sisto V, ch’era in concistoro e circondato da i? cardinali. Accolti dal Papa con eg-eg;e dimostrazioni di benevolenza distinta, li creò cavalieri dello speron d'oro. Indi S’ito V concesse alla repubblica di polir applicare la 3.* parte de’beni ecclesia*!' ci (cioè delle rendile e per determinato tempo) di tutto il serenissimo dominio, per mantenere l’armata navale contro i piratiche infestavano l’Adriatico e lenti si in guardia dal turco, sul quale mai n poteva fidare ad onta detrattati. Di più concessea’veneziani l’onore perpetuocfce un loro individuo sedesse nel cospicuo tribunale della i. Ilota romana. E U re;nil> blica, per vicendevole gratitudine seri.«« uel libro d’oro,aggregò al patriziato c di chiaro senatori i di lui nipoti cardmal A-lessandroe marchese Michele Pereti’. li Bernino, Del tribunale della s. Rota /■ mana, parlando a p. 5a degli uditori inglese in questo tribunale, onde v*< > done il posto, ad esso subentiasse (*' ,u