56o tuata sopra colline pressoché inaccessibi- li. A’16 giugno l'assediò, ed a’20 l’ebbe in potere, uscendone 5oo soldati e circa 3,000 abitanti. Riuscì disomma gloria al provveditore Delfino l’acquisto di questa piazza, ina gliene derivò maggiore per conservarla. Due volte in quest’anno i turchi l’assediarono, perchè con tal perdita si vedevano tolta la comunicazione tra la Bosnia e l’Erzegovina, e due volte con molto lor danno e vergogna furono costretti a ritirarsene, cioè nel luglio e nell'ottobre, ad onta di tutti i loro sforzi. Indi i veneti espugnarono la rocca di Clobuch. Nell’Ungheria e nella Croazia gl’imperiali presero alcune piazze , ed i turchi sciolsero l'assedio di Petervaradi-no. I polacchi riportarono grossa vittoria, ed i russi loro alleati si limitarono a strepiti. Neli6g5 tuorlo il sullanoAchmet II, gli successe Mustafà II. Nell’ Arcipelago, due furono gl’incontri dell’armate tra’veneti e turchi. Ili.“ segui in vicinanza di Scio, che la sopravvenuta notte fece restare indeciso, e 3 navi veneziane andarono in aria pel fuoco che miseramente vi si atlaccò. 11 2.0 accaduto in poca distanza, sort'i felicissimo esito, colla fuga delle navi turche, già disperse e mal-concie. Non molto dopo fu dal capitano generale risoluto l’abbandono di Scio, sapendo che il sultano voleva ricuperarla con poderose forze, anzi secondo Muratori patì pure una sconfitta, che il Bl asoni non riferisce; il che obbligò il senato a richiamare lo Zeno dal comando, e lo condannò a’ferri a vita, e con esso i due provveditori dell’armata Pietro Quii-ini e Pisani, oltre altri uffiziali a carcere triennale,che mal aveano corrisposto alla pubblica espetiazione. Fu invece nominato generale Alessandro Molili, già piovve-dilore generale di Dalmazia. Indi nella battaglia d’Argo ottenne compiuta vittoria contro Ibraira pascià di Negroponte e seraschiere della Morea, che comandava] 8,000 turchi. Uscito poi il Molin in traccia della flotta turca, l’incontrò nel canale di Scio, la combattè, le affondò due navi e l’avrebbe disordinata interamente se la notte non gli avesse improvvisa, mente strappata la vittoria. Tullavolla l’ottenne dopo 3 giorni a’17 settembre. 1 legni de’turchi presero la fuga, e difficilmente si sarebbero salvati, se un istantaneo vento insorto non avesse ioipeditoin-seguirli all’armata sottile. Il rinomato pascià Mezzomorto che la comandava ebbe la nave fracassata e si rifugiò a Fecchio,il resto della flotta nell’isola d’Orlac ed a Smirne, dopo aver veduto affondar 6 navi cri velia te daH’artiglierie venete. Gl’impetuosi venti obbligarono il Molin a ripa-rare ne’porti della Morea. Il Delfino nella Dalmazia si difese da’turclii, e riporlo alcuni vantaggi, ma vantaggi tutti da non compensare la dolorosa perdita di Scio, ripresa dal pascià Mezzomorto. L’armi imperiali in Ungheria fecero gravissima perdita, per la morte del valoroso urbinate generale e maresciallo Federico Veterani, conquistatore della Transilvania, nel fiero coni battimento controMustafà 11 che comanda va numeroso esercito.Le scissure de’polacchi gl’impedirono dal canto loro d’operare, ma 70,000 russi finalmente vinsero battaglie e fecero alcuni acquisti. Nel 1696 i veneziani si conservarono senza segnalate fazioni guerresche, tranne l’aver il Molin a’9 agosto combattuto la flotta turca ad Audros,comandata dal pascià Mezzomorto, senza risultato per la venuta notte, bensì pe’ danni ricevuti fugg'i vilmente nel dì appresso. I veneti nella Dalmazia tentarono d’espugnare Dolcigno nido de’corsari in Albania, infestatori dell’Adriatico ; ma tutti i loro sforzi non riuscirono. Intanto il senato faceva alti lamenti vedendo impiegate tante cure e tanti tesori, senza proporzionati e corrispondenti risultati. In Ungheria ricomparve il sultano bramoso di segnalarsi in qualche grande impresa, ma non ebbe luogo, solo combattimenti con reciproche perdile, anche di capitani. La morte di Giovanni 111 re di Polonia ini-