,ttvB (li trombe nel palazzo de’dogi e nella tal* fattissima del Maggior Consiglio. Allo splendido confilo, protratto ne’ due liti Jella (ala per lungo due roani di albe mense per 3,ooo persone, s’imbadiro-•01,100 sceltissime vivande. Terminalo daagwfìco convito, ed entrati nella sala ■olii suonatori di vari strumenti, e multa vestiti di abiti scenici, ti rappresentò am ingegnose invenzioni il i." dramma m musica, che sia stato dato io Italia, «tallente composizione del Cimoso prete Giuseppe Zarlino di Cliioggia. Luminane soatuositsime a disegno, serenate, regate di iematoli e di rematrici, conimeli« private, banchetti, solenne mostra di «xliiuimi drappi nelle botteghe di Mei-otna, lotte di pugni sul ponte di (. Bar* •abe, balli ed altri tolazzi si succedevano per rendere incantevole al re il soggiorno A Venezia. Qual fotte l’opulenza, quale il lusso generale delle famiglie patrizie '« Venezia, ben apparve nel gran ballo ¿alo nella sala del Maggior Consiglio, nella quale ben aoo gentildonne fecero sfoggio sopra ogni dire sorprendente di ric-dmaia« vetli e gioie preziose; tutto spie-I"* un lusso veramente orientale sia aclfaddobbo, tia ne’tappeti costosissimi • .tirsi sul suolo, meotre nella vicina sala •klte dello Scrutinio le pareli erano coperte di cammellotti a marizzo di color tulio e turchino sparsi di gigli di tocco e vedeasi preparala una colezione di confetture ditene distribuite in 1260 t '*( prete ciascuno de'gentiluomini »•«»si a danzare colle geotildonne.Coii (Wll* ule nelle quali raccoglievasi la sa* R2 *** reggitori e dehberavansi le tor-J* 0 *•••0, vedeanti tramutate ad uo **** -IUbo e di gioia iodici* deli' ^ mer»*'ghoto edilìzio • Muoiale, e ne restò stupefallo, pel (o«plei*od, tante meravigliose cose, ter- 1 Mi le stanze del consiglio de’Dieci di 4o3 una colezione di confeltureedifrutti canditi, la quale riutcì quanto mai sorprendente per essere il pane, le salviette, le tovaglie, i pialli, le forchette e i coltelli tutti di zucchero, e cosi bene figurati, clic il re prendendo la salvietta, non accorgendosi deH’arlificio. nello spiegarla cadde a bricioli in terra. Preferendosi dal re il vivere libero, spesso si compiaceva di girar travestito per Venezia, a fine di osservare tutto a piacere , visitando minutamente le ofGcine e le botteghe ricchissime, ma un ingemmato scettro di squi* sitissimo lavoro, svelava il re nell’uomo incognito, acquistandolo per 16,000scudi d'oro. Recossi pure nel fondaco de'te-deschi, per onorare uno della famiglia de’ celebri e ricchissimi mercanti Fug-ger d’ Augusta. E invaghito della bellezza del volto e delle grazie dello spirito, recavati da Veronica Franco, reputala fra le donne più illtillri che coltivassero la poetia, appassionala pe’letterati più distinti, anche per istruzione. Era l'Aspasia di Venezia. Poi nel 1578 divenue modello di penitenza, ed istituì la casa del Soccorso per agevolare ad altre femmine traviate la maniera di guadagnarsi la salute eterna. Avvicinandosi il momento della partenza del re, egli volle usare del sovrano diritto del veneto patriziato, di cui godeva la sua stirpe, per essere scritta al libro d’oro, col rendere il suffragio pel senatorato, in un grande consiglio tenutosi, a Jacopo Contarmi. Giunto finalmente il momento della partenza d’Enri-colll.il dogeMocenigo gli augurò non meno il viaggio che ogui altra cosa felice, assicurandolo dell’aflezionee dell’osservanza del senato, dell’ordine patrizio,e degli altri tutti della città, protestandogli che i veneziani giammai non avrebbero lascialo venir meno la ricordanza dt ll'iunanilà e benignità con cuiegli colla tua regia pretema illustrala avealare pubblica. Rendendo il re distiote grazie al doge e abbracciandolo, presentavalo poscia di uo diamante di gtaodiitimo valore, accioc-