120 stria si diedero liberamente «’veneziani, mandando a giurare al doge fedeltà. Per questo motivo e perché s’era acquistata in addietro Capodistria,si venne a guerra col nominalo Torri ani patriarca aqui-leiese, e col conte di Gorizia Alperto, Essi collegati iusieuie tentarono invadere l’Istria, andando con un esercito dicesi di 36,ooopersone. Alcuni castellisi reselo; ma i veneziani allestirono grossissimo esercito terrestre, nel quale credesi che andasse il 3.° degli uomini di Venezia atti alle armi, ed assediarono Trieste. Quivi fatta una bastia verniero alle mani co’ nemici, ma i veneti n’ebbero danno, massime pel tradimento del loro contestabile Geranio delle Lance Lunghe, il quale voleva dare a’ nemici una delle porle della bastia. Se non che scoperto il fellone, fu preso e slanciato con un mangano nel campo nemico. Questo veduto scoperto il trattato si ritirò. Nondimeno tale guerra durò 8 anni e 7 mesi, con grande dispendio della città ili Venezia. Intanto però che il patriarca somministrava genti e soccorsi »’triestini, i veneziani lo molestavano dalla parte del Friuli. Anzi notano alcune cronache che il patriarca fosse preso da certi castellani di colà, alleali de’veneti, e posto per disprezzo sopra una mula colla faccia verso la coda, tenesse la coda della mula in mano con lettere che dicevano: Ecce. Sacerdos pravus qui in diebus suis displicuit Duo pt inveiitus est malus. Poscia fu fatta la pace l’8 marzo 1285, dopo l’espugnazione di Trieste , e dopo il ritorno delle piazze dell’Istria all’ ubbidienza della repubblica. Già questa nel 1281 cedendo finalmente all’istigazione di Carlo d’An-giò re di Sicilia e del suo nipote Filippo III redi Francia, con trattato aveva acconsentito al riacquisto di Costantinopoli, dovendo la repubblica somministrare 4o galee almeno. Ma l’ardito disegno fu interrotto nel 1282 per lo scoppio della feroce rivoluzione di Sicilia, nota col nome de’ famosi Vesperi Siciliani, coi» ¡stinge di tulli i francesi che perderono l’isola acquistala dalla Spagna. Il francese Papa Martino IV fulminò la scomunica contro gli autori dell’orribile macello. e fece predicar la crociata a favore degli Angioini. Però i veneziani si mostrarono freddi con Carlo I, acconsentirono ad una nuova tregua col greco impero di Andronico 11 Paleologo, e proi-buono perfino al patriarca di Grado e al vescovo di Castello di predicare la crociata in favore degli Angioini e contro Pietro III re d’Aragona , onde nel 1284 furono colpiti d’interdetto dal Cardinal Bernardo di Languissel legato di Bologna con giurisdizione sui patriarcati di Grado e d’Aquileia, e legato a Venezia per ottenere aiuti a Carlo I a ricuperare la Sicilia. A’2 aprilei285 divenuto Papa il romano Onorio IV, i veneziani nel dicembre gli mandarono ambasciatoli d’ubbidienza , per complimentarlo e pregarlo di levar l’interdetto che pesava su Venezia. Il Papa gli esaudì, coll’ assicurazione che i veneziani negli affari di Sicilia non prenderebbero alcun partito contrario agl’ interessi della santa Sede, suprema signora dell’ isola, e degli Angioini. Nello stesso 1285, o nel precedente, furono coniati i primi ducati d’oro nella zecca di Venezia, poi detti verso il 1577 cecchini 0 zecchini veneti, che restarono sempre moneta principalissima e perfetta , da per tutto ricercata. Nel 1 289 essendo stata presa la città di Tripoli di Soria dal soldano del Cairo, vi furono uccisi tutti i veneziani che n’erano alla difesa. Allora si concertò tra il PapaNicolòlV la crociata co’veneziani, il che saputosi dal soldano mandò la sua armata a Tolemaide e la prese rovinandola da’fondamenli, laonde il nome cristiano restò espulso dalla Soria. 11 doge Dandolo, lodato per prudenza e altre virtù, fece molteplici savissime leggi, e morì a’2 novembre 1289, sepolto nella chiesa de’ ss. Gio. e Paolo, in un monumento al muro dalla parte sinistra