734 guito per lungo tratto l’avventuroso naviglio, a cui era rivolta l’attenzione filiale, le speranze e le brame del inondo cattolico, da numerosa nobiltà veneta e forestiera, che ambi di rendere questi ulteriori onori al successore di s. Pietro. Le sublimi prerogative di Pio VII e la sua impareggiabile affabilità, seppero acquistargli in Venezia la venerazione e l'affetto universale. Non contenta la divota popolazione veneta de’voti fatti per la sua prosperità, volle anche ripeterli con pubbliche preci e processioni. Mg/ Nicolò Gortolatti arcidiacono della patriarcale e vicario capitolare, fece stampare: Preces dicendo e prò felici itinere SS. D. N. Pii PP. VII. Veneliis A mi reo In 1820. Fra le molle belle composizioni, che furono fatte a Venezia in questa circostanza, girò il distico:Ad GregisImperiumChristi Palruru mula veliebat : - Ad Pelrì So• lium vexilet linda Piutn.La versione iu un madrigale, la riporta pure Cancellieri, con un sonetto stampato. Ma non essendo favorevoli i venti e soffiando contrari, quasi che, favorendo i veneziani, staccar non volessero da’loro lidi sì prezioso tesoro, I’ i. r. fregala dovè trattenersi alcuni giorni dentro il canale dello Spingon. Allora il Papa per diporto, dovendo rimanersi circa Ire giorni presso Malamocco, ivi si recò, visitando le chiese e le monache, come pure altri luoghi di quel litorale, e andò ad ammirare l'opera sorprendente e grandiosa de’Muraz-zi, nel Bargio della fregata. Ritornalo a questa, appena a’10 avea perduto di vista il porto, che mutatosi un’altra volta il vento, fu da un colpo di libeccio trasportato e sospinto alle coste d’lstria,per ventura di quelle popolazioni,nel litorale sino a Capodistria, ed a Faremo. Io questo porlo Pio \ Il fu ricevuto dal vescovo Polesini, dal marchese fratello, dal clero e nobili,fra le acclamazioni del giubilante popolo,esultante deH’inatteso avvenimento, ed il Papa sensibile fece quelle concessioni che narrai nel ricordalo ar- ticolo. Ma poi spirando vento propizio, potè approdare a Pesaro felicemente ai 17, ed a’3 del seguente luglio fece il suo Ingresso solenne in Roma. I monaci di s. Giorgio Maggiore per ricordare un tanto glorioso avvenimento fecero eseguire dal valente pittore Teodoro Matteini il ritratto di Pio VII,collocandolo sopra il pilastro destro della cappella maggiore della chiesa con corrispondente lapide,da dove fu poi trasportalo sulla porta principale. Dall’altro canto, il Papa a dare u-na dimostrazione e memoria di riconoscenza alla chiesa di s. Giorgio, per l’ospitalità data nel monastero a lui ed als. collegio, a mezzo di mg.r Tosi suo segretario intimo, a’i5 marzo 18o3 scrisse al p. abbate d. Bonaventura Venier, che in contrassegno d’animo memore e grato, gli manda va« perornamento delimitare maggiore della chiesa di s. Giorgio 6 candelieri con la Croce ; inoltre 4 altri candelieri inferi ori,eda ulti mole tavolette delle divine parole,che staranno presenti avanti a-gli occhi del sacerdote celebrante.Per ve-ritàsono essi di bronzo (dorato); ma sono travagliati con elegante industria e squisito artificio, perfetti, e in tutto tali, che bastantemente corrispondono alla dignità di codesto tempio e alla sua ampiezza. Voi ancora agognerete di essere vivi candelieri, tuttid’un oro purissimo, affinchè la luce delle più belle virtù si diffondi per ogni dove nella Casa del Signore; e nella fiducia che così avverrà , diamo con paterno affetto a Voi e a lutti i vostri figli l’apostolica benedizione”. Alla fine di dello mese, i donativi giunsero in Venezia, portati dallo stesso celebre artista romano Francesco Righetti, che con somma perizia li lavorò, e furono trovati di tanto insigne pregio, che per appagare la pubblica curiosità di sì superbo dono, si esposero all’ ammirazione de’ veneziani nelle 3 feste di Pasqua. Tutto si riporta dal Diario di Roma del 18o3 ue’n. 240e a4 1 • Però al fatale momento della soppressione del monastero, sotloil gover-