vede un compendio nel Bzovio all’anno i45i3, n. 44) fu tradotta in italiano dal camaldolese p. d. Nicolò Minerbio e pubblicata a Venezia neliy 12. In Roma nel 1703 fu impressa : Vita di s. Lorenzo Giustiniano patrizio c proto-patriarca di Venezia. Le opere del santo, che dal p. Labbésidescrivononel t. 2, De Script. Eccles.,furono stampate insieme aBasilea nel i56o, a Lione nel 1586 e nel 1628, a Venezia nel 1606, a Colonia nel 1612 e nel 1675, ed a Venezia anche nel 1755, t. 2 in fol.per cura di mg.r Nicolò Giustiniani benedettino e vescovo di Verona. Prima che s. Lorenzo lasciasse questa vita^ riferisce l’ab. Cappelletti^ che la repubblica di Venezia avea pregato Nicolò V, prò singulari grada etcomplacenlia nostri domimi.... sicut certi sumus Ve-slram Sanctitalem prò sua singulari erga nos clementia desiderare, che non si riservasse l’elezione del successore, con istanza del consiglio de’ Dieci, che produce, e ne loda la sagacità e prudenza «nel conservare intatto il suo diritto,per tanti secoli usato, di eleggere i sagri pastori allo spirituale governo delle diocesi dello stato, e di conservare in pari tempo la venerazione dovuta alla s. Sede apostolica”.—Maffio Io Matteo Contarmi II patriarca. Giàcanonico di s. Giorgio in Alga e discepolo del santo predecessore, venne eletto a pieni voti dal senato a’23 gennaio i456, indi si adoperò per abolire affatto nella sua chiesa l’antichissimo rito gradese,dettopatriarclùno,cui unitamente alladiguità patriarcale e tutte le altreprerogativedellachiesa di Grado era derivato alla veneziana » seppur non abbiasi a dire, che prima ancora di ciò vi si osservasse un rito differente dal romano: checché ne sia, egli volle intro-du rvi, o forse ripristinarvi il romano ”. Questo rito patriarchio, lo stesso che l’aquileiese, già cominciato nel i25o ad alterare dal vescovo Pino, rimosso del lutto dalla patriarcale,le parrocchie della città non vi si adattarono che a poco a 835 poco, Nel suo patriarcato s’introdusse in vece in Venezia il rito greco, dalla colonia greca ivi rifugiatasi nel i44^> dopo l’eccidio dell’impero greco. Furono ammessi a celebrare la messa col proprio rito cattolico, e perciò venne loro assegnata la cappella di s. Orsola, presso la chiesa de’ss. Gio. e Paolo; e poi nel 1470 fu ordinato dal consiglio de’Dieci, che celebrassero! sagri riti nella sola chiesa latina di s. Biagio, acciò i latini potessero sempre invigilare che i greci fossero e si conservassero veramente cattolici ed uniti alla romana Chiesa. Riguardanti questi greci esistono più bolle pontificie, e decreti di detto consiglio de’Dieci. Di sopra parlai di loro ne’ §§ Vili, n. 2, XIII, n.g,XVI, n. 3; nel § XlX,a’dogadi 65.°, 117.°, 118.°,e nel§XX,n.i. Ne dirò altre parole nel X patriarcato. Morì il patriarca MaffioI a’ 26 marzo 1460, e fu sepolto nella chiesa di s. Giorgio in Alga, come aveva ordinato. — Andrea Bondimerio o Bondimern o Bundumie-ro III patriarca. Nel n. 5 del § XVIII lo celebrai fondatore de’ canouici regolari di s. Spirito in isola. A pieni voli lo elesse il senato a’7 aprile 1460, e Papa Pio II ne approvò la scelta con iscrivere all’eletto, quia turii dignitas haec pa-triarchalis est magna, et qui eamaccipit recognoscere Sedeni apostolicain debe.t et ah illa cognoscij contentamur (i voli del doge ede'cittadini),e£ in virtutesan-ctae obedientiae tibimandamus,ut sine mora ad nos venias, neque in hoc excu-sationem ullani praetendas. Ma il virtuoso Andrea ricusando la dignità, il senato deliberò di chiamarlo a se per costringerlo ad accettarla, e Pioli gli scrisse perciò un’esortatoria derogando al voto da lui fatto di restare nel monastero, ingiungendogli d’assumere la cura delle anime a lui commesse. A’16 maggio il consiglio de’ Pregadi decretò di efficacemente esortare e invitare il prelato ad accettare il patriarcato che aveano raccomandato alla s. Sede, ed il Papa, ad