a5o die pairia in compagnia del fratello, fu quanto può immaginarsi splendidissima. Incontrata fino a s. Nicolò di Lido dal doge, da’senatori e da’magistrati col bucintoro, le dame e un’infinita popolazione le fecero corteggio sopra innumerevoli barchette addobbate a festa. Di là fu fatta salire sull’ aureo vascello, suolandosi le campane a festa, le trombe e i tamburi, sparando tante artiglierie in modo che il suoingresso fu un vero trionfo.La pomposa comitiva sbarcòalla Piazzetta, ed entrata in s. Marco la regina Caterina rinnovò il suo atto di rinunzia e donazione d’ un regno pe’ commerci della repubblica ragguardevolissimo. Al fratello Giorgio pel i." e in generale a que’della famiglia Cornaro, oltre l’investitura di 14 casali dell'isola, detti della Commenda grande dell’ ordine Gerosolimitano prima comune u tutte le lingue, e il titolo continuato ne’ capi di quella di Priori di Cipro in padronato, fu conceduto che potessero inquartale l’insegne Lusignane; e il palazzo di Caterina sul Canal grandein Venezia, conservò poi sempre e tuttora il nome ili palazzo Corner della Regina, di cui parlai nel § XIV, li. 3, sebbene non l’abitasse e benché l’attuale è di recente costruzione del 1724» però ove prima sorgeva l’antico. Fu donato colla galleria da Catterino Cornaro (per quanto dirò nel § XX, 11. i), in cui si estinse il ramo della famiglia Corna- lo della Regina, nel 1802 al Papa Pio VII, il quale nel 1817 Io donò a’virtuosi fratelli conti Cavanis, istitutori delle Scuole ili Carità, i quali autorizzati dal Papa venderono anche questo, come a-vean fatto di tutto il proprio, a vantaggio delle medesime,ed ora vi risiede il cìvico Monte di pietà (al quale ha lasciato la sua eredità il generoso e benefico Alvise Vala-resso morto nel 1858), come narrai a’due ricordati articoli, e ripetei ne’ §§ Vili, n. 67, e XII, n. 16. Dissi che la regina non l’abitò, perchè a pubbliche spese fu alloggiata uell* aulico palazzo del duca di Ferrara, secondo il Casoni, tuttora esistente a s. Giovanni Decollato, divenuto nel 162 1 fondaco de’turchi che trafficavano in Venezia; e perchè poi per sua scelta ebbe per suo delizioso soggiorno e con investitura il castello d’ Asolo nella Marca Trevigiana, ove la regina finché visse continuò a tenere corte splendida e veramente regia, e alcune rendite sull’entrate di Cipro d’8ooo ducati, oltre quelle della sua signoria d’ Asolo; avendole pur donato la repubblica 10 libbre d’oro e 1 000 gliene avea date per dote. lu Asolo vi fece sorgere un sontuoso palazzo, con sorprendente parco e giardino di meravigliosa bellezza. Vi formò magnifica villeggiatura e asilo alle Grazie e alle Muse, nella quale vedevasi circondata da nobili donne e cavalieri, e da uomini di lettere, fra’quali principalmente il Beinbo che vi scrisse, Degli Asolarli. Ella passò la sua vita in Asolo, anche ne’rigori dell’inverno,recandosi a Venezia in quello del 1490 per essere estremamente freddo, non senza dare ancora segni del desiderio di riacquistare l’antica grandezza, onde più lardi il consiglio ile’ Dieci le fece severa ammonizione. Recalasi a Brescia, ov’era provveditore il fratello Giorgio, vi fu ricevuta da regina. Nel 15oo vide il pronipote Marco Cornare creato cardinale da Alessandro VI, il i.° di sua casa innalzato alla porpora cardinalizia. Benefica a’suoi sudditi d’A-sulo, istituì a loro sollievo un monte di pietà, e in un anno di penuria fece venire da Cipro da tre a quattromila staia di frumento pe’poveri. A mostrare quanto ella fosse dedita all’ opere di religione , venne effigiata dal pittore Gentile Bellino, nella famosa sua tela rappresentante il Miracolo della Croce, ora all’accademia delle belle arti, descritto dal eh. Luigi Correr nell’ A nello di sette gemme, ed inciso ed illustrato ampiamente nell’opera della Pinacoteca accademica. I tremendi casi della lega ili Cainbray, per la quale i tedeschi occuparono Aso-