3g6 quale restò Paolo Tiepolo, dopo essere stato uno degli ambasciatori d'ubbidienza, e vi tenne orazione nel coucistoio iu cui la resero. A mezzo del nunzio Facchinetti, come riportai nel § XVIII, n. i 3, fu accomodata la controversia per la navigazione dell'Adriatico, già pregiudizievole a’sudditi ponliflcii,per le pretensioni veneziane sul golfo narrate pure altrove. Volle il Papa, al modo detto a Turchia e Costantinopoli, proseguir la guerra contro i turchi, i quali lunsigati che nella morte del predecessore avessero perduto tutti quanti i nemici, la celebrarono con fuochi artificiali. Adunque senza perder tempo Gregorio XIII spedi i suoi legati o’ principi della sagra lega per esortarli a continuar l’alleanza del suo predecessore. Intanto un tentativo contro Castelnuovo era andato a vuoto, ed. Giovanni resisteva a tutte le sollecitazioni di Jacopo Fo-scarini nominato capitano generale in luogo del Venier, che non gli era stato troppo gradito. Il senato ordinò finalmente chela flotta non aspettando più oltre la congiunzione di quella di Spagna, appena arrivato il Soranzo, dovesse colle proprie forze tentare qualche fatto, e cogliere la i .‘opportunità che Dio, per la gloria sua e pel tiene della repubblica, avesse presentata. Mentre cosi disponevasi la veneziana flotta ad avanzare ne' mari del Levante, accompagnandola anche il Colonna colle galee papali, riusciva finalmente a’reiterati uffici di Antonio Tie-polo ambasciatore in Ispagua, d'ottenere uell'agosto dal re un ordine per d. Giovanni, che egli pure visi accozzasse.Questo però era un nuovo inganno di Spagna, poiché, sccondoil prof. Romanin, ad essa importava di tener occupati e indebolirsi a vicenda tanto la repubblica quanto i turchi. Dopo molti indugi e molte dubbiezze, partita alfine la flotta della lega Ti i settembre da Paxò, si raccolse alle Gomenizze, mentre la turca si trovava presvj Modone comandata «lai sagacissimo Occhiali, numerosa ma inferiore di nerbo e di coraggio alla cristiana,er ce l'annalista Muratori. Udito come li stiano veniva alla sua volta, si levò settembre, e fatta qualche scaramu , si ritirò di bel nuovo sfuggendola L» , glia presentata più volte da’eoufedm e ricoverando a Modone, ivi attese i W. forte col favore degli abitauti e coW < si che gli venivano dal resto dcH'ioptr La flotta cristiana dimorava a Ninna), ripreso da’veneziani, per la comodità >1-l'acqua, e teneva sequestrata 1j nemici per modo che non poteva muoversi tenti accettare la battaglia come i cristiani it •idera vano, al che si aggiungeva,die «ve» do questi il mare e il vento favorevoli«! a sperarsi che anco senza combattere««» se il nemico a patire alcun sinistro, la tai modo continuavano le cose sino a'6otU bre, quando con indicibile dolore e ut presa de'veneziani, parve a d. Giovani, secondato da'suoi consiglieri e dal Cui-* un, adducendo mancanza ih biscotto, A ritirarsi dalla impresa, la quale nell'uà o nell'altro modo noo poteva chi nuic re felicemente. E sebbene il provvedili« della repubblica erasi esibito supplire somministrazione di biscotto e viveri, n ducendosi quanto a se a nutrirsi d'eri», non si potè rimuovere il principe risoluzione presa, e si parti per Corfù * incontrare i legni anoonari che dovete venir da Messina. Il capitano Foscario'»-vca insistito, dopo che per tal modo et» provveduto a'bitogni dell'armata, che J Giovanni scegliesse 15odelle miglio« p Ice e cou (¡nelle si avviasse a capo.Ma tap*» o al capo Malio per attraversar l’arnisU nemica e combatterla,avanti ch’entra**4 nello stretto de'Dardaoelli, ovvero per far l'impresa di s. Maura o quella diCi-iteinuovo, ma non volle accettare ni««® de’ proposti partiti, e adducendo la legione ormai avanzata, li risolse dip«t-tire e ritirarsi in Sicilia, siccome fece,* che non è a dubitarsi, di'egli non *e$u“ se i segreti ordini di Filippo 11. Dopo11 partenza della flotta cristiana, i popoli