ai, per opprimere l’imperatore, rinno-tò alleanza più stretta che le precedenti col sultano Maometto IV. In Roma per le gabelle insorse grave scissura, nell’a-bolirsi l’esenzione e per esserne stati pri-Titi gli ambasciatori. Si riunirono l’im-jieriale, il francese, lo spagnuolo, il ve-ntto per sostenere le loro prerogative, e dopo vari maneggi ne furono reintegrali. Nel memorabile dogado di Domenico Contarmi, l’arrivo in Venezia del duca e duchessa di Modena, e del Cardinal Ri* naldo d’Este il seniore loro zio, con seguito di cavalieri e di dame, diede luogo a sontuosi spettacoli ed a feste nazio-nili. Si fece corsa di galee riccamente addobbate, vennero regalati nell’Arsena-le con un rinfresco ditoo bacini, e nella guerra ile’pugni, animatissimo spettaco- lo popolare,videro ne’ veneziani un saggio di militare destrezza e di coraggio.Mentre ti riordinava la pubblica economia della repubblica, sbilanciata per le tante spese della passata guerra, morì il doge Contarmi nel gennaio 1675, vecchio di più cliego anni, e venne sepolto nella chiesa di s. Benedetto. 37. Nicoli) Sagredo CVdoge. Cavaliere e procuratore di s. Marco, era stato ambasciatore a Filippo IV re di Spagna, indi a Vienna all’imperatore Ferdinando III ; lo fu pure straordinario a Roma neli655 per l’esaltazione di Alessandro VII. Tornò a Vienna nel 1658 onde prestare omaggio al nuovo imperatore Leopoldo I ; e così pure a Roma per impetrare aiuti contro la potenza ottomana. Ebbe più volle il carico di riformatore dello studio di Padova, ed in queste e altre importantissime magistrature, in pa-•na e fuori sostenute con avvedutezza e politica cautela, diede mai sempre saggi di sommo perizia e di sommo zelo nel 111 "re alla patria; per la qual cosa si me-tlló il supremo degli onori, nell’essere elevalo al dogado a’G febbraioiG75. Ai-annunzio di tale elezione, fecero a gara c c'llà suddite d'inviare a Venezia i lo- 543 ro rappresentanti, che in piena seduta del collegio manifestarono al nuovo principe la generale esultanza de’popoli pel di lui avvenimento. La comparsa di questi messaggeri venne eseguita con pubblici apparati di magnificenza e con isfurzo di addobbi lungo le strade anco per parte de’cittadini e singolarmente de’bottegai. Rifiorito colla pace il commercio, e con ciò aumentate le rendite del pubblico erario,si pensò a rendere sempre più soddisfacente il soggiorno di Venezia; die-desi opera al nuovo lastricato, e la Merceria fu la i.‘ strada, cui all'antico pavimento di mattoni cotti siasi sostituito il selciato con pietre di macigno, eh’è un granitello vulcanico de’colli Euganei. Credutasi troppo austera una legge contro i debitori, venne a richiesta del doge alquanto moderata, e si stabilì che d'ora innanzi la prigionia loro non dovesse hc-cordarsi per un debito minore di ducati 15, somma che ora corrisponderebbe a franchi 47:58 circa. Poco godè il doge Sagredo,pel suobreve principato, de’ginr-ni di felicità e di quiete, giacché a’4 agosto 167G cesse al comune destino. Benché aggravato dal male, non erasi abbandonato al letto, anzi morì stando in piedi. Forse volle imitare Vespasiano, ciò che non riuscì a’Papi Paolo IV e Sisto V, benché ne avessero il desiderio. Il suo corpo venne tumulato nella magnifica cappella gentilizia di sua famiglia, in s. Francesco della Vigna,con cenotafio.— Luigi Con-tarini C/rIdoge. Un avvenimento inso lito, o almeno da gran tempo non veduto, die’molto a discorrere, e lo riferiscono Muratori e Casoni. Negli scrutimi per l'elezioue del successore al doge defunto, avea ottenuto maggior suffragio di voli il di lui fratello Giovanni Sagredo, lodato più sopraqual difensore efficace di Morosini, cavaliere e procuratore di s. Marco, in confronto di Gio. Battista Nani, di Antonio Grimani e di Luigi Mocenigo; ma non piacque tal uomina nè al consiglio maggiore, vero corpo sovrano della re-