sincsi, sul principio di esso ascese al Irono per ascoltare l’orazione dal Cardinal York in nome del capilolo Valicano,qual suo arciprete, dopo la (pialeadorato il ss. Sagramento, rimontato sulla sedia gestatoria passò all’altro tronoeretto nella cappella di s. Stefano. Ricevuta l’ubbidienza da’ cardinali, patriarchi, arcivescovi, vescovi e altri prelati, questi indi assunsero i loro sagri abiti. Dopo di che, asceso il Papa in sedia gestatoria, nell’esser condotto all’altare maggiore, ebbe luogo la ceremonia della triplice combustione della stoppa, e poscia disceso dalla sedia, andò a collocarsi sul principale trono, ove intuonala l’ora di terza, si vestì degli a-bili missali, ricevè il sagro pallio, e cominciò la celebrazione della solenne messa, nella quale fecero le veci del suddiacono e diacono greci due monaci armeni Mecliitaristi di s. Lazzaro (essi supplirono d'greci, poiché in questa occasione il clero greco dimorante in Venezia si manifestò apertamente scismatico, con rifiutarsi dall’assislere al pontificale e dal cantarvi I’ Epistola e il Vangelo nel loro idioma). Prestò assistenza al trono il senatore di Roma Rezzonico, perciò dichiarato Principe assistente al soglio. A’monaci benedettini del monastero, in luogo apposito, fu concesso assistere al pontificale. Terminali tutti i sagri liti, Pio VII in sedia gestatoria restituitosi per la grande scala, tutta ornata,nel monastero, coll’accompagnamento della processione, si recò alla loggia espressamente preparala e rispondente alla piazzuola dell’ isola, dove dopo il canto delle prescritte preci fu solennemente corona- lo del pontificale triregno dal suddetto Cardinal Antonio Doria i.° diacono. Per ultimo, recitata dal Papa la consueta o-razione, con affetto di padre, principe e pastore,diede l’apostolica benedizione,accompagnata dallo sparo dell’ artiglierie, dal suono festevole delle campane, e dagl’ incessanti applausi dell’esultante numeroso popolo, ch'erasi portato nell’iso-P. II. 7^i la per riceverla e per ammirare la maestosa funzione. Immediatamente fu pub-liticata l’indulgenza plenaria da’duc cardinali diaconi, in latino e in italiano, e di nuovo il Papa benedisse con benignità la moltitudine. Ritornato nella stanza de’paramenli, ricevè a mezzo del Cardinal sotto-decano York, le congratulazioni e felicitazioni del sagro collegio , ad multos annos; cui rispose il Papa colle più soavi e nobili espressioni. E quindi si restituì alle sue camere. Sulla porta della chiesa si leggeva l’iscrizione, riprodotta da Cancellieri. Lo straordinario concorso del clero e della nobiltà] sì veneta e sì straniera, dell’uffizialilà austriaca e d’ogni ordine di persone, contribuirono adecorareilcomplessodell’accennate imponenti funzioni. Un prodigioso numero di gondole, peote, battelli e barche d’o-gni genere avea formato del gran canale, su cui sta posta l’isola di s. Giorgio, un vasto e mirabile terrapieno. Gran parte della città era addobbata con ricchi damaschi alle finestre, e su la sera la gran Piazza e la Piazzetta di s. Marco, come pure la maggior parie de’pubblici edilìzi, de’palazzi e delle case furono illuminati a torcie, e tutti i campanili a fiaccole e fanali. Fra tutti però si distinsero i monaci di s. Giorgio, neH’illuminazio-ne della facciata, della cupola e del monastero, e i parrocchiani di s. Maria Formosa.La marina seminata di navigli sein -biava che divampasse, tutti rischiarali dagli accesi fanali e in vaga mostra disposti. Grillante dunquefula luminaria. Ora conviene far cenno delle cose piìi memorabili accadute in Venezia, nel tempo della permanenza di Pio VII, ma torno a protestare appena dovrò rapidamente indicarle, potendosi vedere circostanziate nel laudato sommo erudito. Finché vi si trattenne, furono continui gli atti di ossequio, che gli si resero da molti distinti personaggi (in buona parte registrati anche dal cav. Mulinelli), e da varie città e corpi ecclesiastici e civili d’Italia, o perso- 47