dominio in Italia, affidò il comando generale dell’esercito al duca di Borbone, dandogli la spada di contestabile di 26 anni, e destinò nuovo soccorso di gente alla repubblica, sotto il governo del prode Odetto di Foix detto Lautrec, cugino di Gastone perito a Ravenna, coll'incarico d’aiutare i veneziani al ricupero di Brescia, unito a Teodoro Trivulzi nipote di Gian Jacopo e capitano in suo luogo della repubblica.Nel 1 516preparnndosi l’imperatore a recarsi in Italia, e Leone X desiderando 1’ abbassamento de’ francesi, la repubblica inviandogli per ambasciatore Marco Minio,procurò impedirne la roti lira, eri volse le sue cure ad assoldare svizzeri e italiani e per capitano Giano Frego-so parente del doge di Genova. Venuto Massimiliano I con numeroso esercito,minacciando spavento e desolazione, invece ottenne poco effetto; onde abbandonata l’impresa di Milano,tornòin Germania,e l’esercito dopo aver saccheggialo Lodi e sue adiacenze, nella più parte ripatriò e gli altri passarono a Verona. Avendo la repubblica ripreso 1’ assedio di Brescia, co’soccorsi efficaci di Lautrec, dopo mirabili sforzi da una parte e dall’altra, gli assediali vennero a patti, ritornando dopo tante vicende nel dominio veneto, facendovi l’ingresso il provveditore Grilli a’26 maggio. I veneziani passarono ad assediare Verona, urtili a Lautrec, che poi volle ritirarsi , onde potè entrare nella città il soccorso tedesco. A’ 13 agosto seguì a Noyon la pace tra Francesco I e l’arciduca d’ Austria Carlo sovrano de’ Paesi Bassi, divenuto re di Spagna, lasciando all’avo di questi Massimiliano I due mesi di tempo per aderirvi, con obbligo di restituire a’veneziani Verona col compenso in denaro. La Spagna si obbligò di assegnare una provvisione alla regina Caterina vedova di Giovanni d’Al-bret re diNavarra,per averla spogliata del regno per la divozione mostrata a’ francesi; e Francesco I darebbe la sua pii-mogeuita iu matrimonio a Carlo per tcr- 299 minare o assopire la contesa riguardante i diritti su Napoli. Si raccolse poi un congresso a Brusselles, e mentre le pretensioni degli ambasciatori imperiali erano esorbitanti, giunta la notizia della pace seguita a’ 2q novembre tra la Francia e la Svizzera, l'animo di Massimiliano I si fece piùarrendevole. Riprese dunque le trattative, si condussero a termine a’3 dicembre con 1 3 mesi di tregua, consegnarci intanto Verona e suo contado U al re di Spagna, la cessione di Roveredo e di Riva ili Trento per parte de’ veneziani, e per indennizzo di spese essi e i francesi pagherebbero 200,000 ducati,ritenendo inoltre l'imperatore le terre acquistate nel Friuli.Così a’24 gennaio! 51 7 entrarono nella tanta agognata Verona il Lautrec, co'provveditori veneli Andrea Grilli e Gio. Paolo Gradenigo, con vivissime dimostrazioni ili giubilo de'vero-nesi; e la repubblica dopo 8 anni di guerre e travagli tornò in possesso di lutti i suoi stati, perciò grandi feste si fecero a Venezia e rendimenti di grazie a Dio, con larghe lini osine a’poveri. Il senato presentò di ricchi doni Lautrec, e il Gl'itti l’accompagnò sino a Lodi. Veneziasi rialzò a novella potenza, ma le conseguenze ili tanti funesti eventi, che aveano fatto Italia palestra alla cupidigia di Francia, Germania e Spagna, non si potevano d’un tratto di penna distruggere; eia pace sulla carta non era nel cuore e la combattevano le passioni degli uomini , come ben osserva il eh. Romanin. Leone X a istanza del doge Loredano, creò cardinale Francesco Pisani patrizio veneto, che intervennea 8 conclavi. Francesco I molto si adoperò a comporre le cose dell’imperatore colla repubblica, rinnovò con essa il trattato di Luigi XII, e potè conseguire a’3i luglio 1518 una tregua di 5 anni, ritenendo l’imperatore e i veneziani i possedimenti che occupavano, obbligandosi gli ultimi pagargli nel quinquennio 20,000 ducati l’anno. Restava a concertarsi sqi confluirla comporsi dal-