5o4 a’t8 gennaio i63o. I pi imi suoi pasti fui onn al tempio dui Signore per implora re il divino soccorso contro il flagello della minacciante peste, die tutta ormai invadeva la sventurata patria. Presentato al |>opolo nel dì seguente, viduti circondato di mestizia e squallore; tanto era lo sconforto e la generale prostrazione de' cittadini, onde gli auspicii del suo avvenimento alla suprema carica dello stato furotio infausti, ed annunziavano gi.j la serie delle sgraziate vicende che tanto afflissero, colla pubblica sciagura, il corto periodo del di lui reggimento. In tempo della tregua di i o giorni, bramata dal Collutto |>el freddo ed enormi fanghi intorno a Mantova die assediava, e pei le feste del Natale del precedente anno con cetvn per l'eloquente accortezza dal Mai zuriui da Carlo I,questi adonta del blocco della citlà potè ricuperare Curtato-ne, Marinirolu e qualche altro piccolo luogo. Il Mazzaiini in nomedel Papa incessantemente consigliava Icmpei nmenli al duca per terminare amichevolmente n gì .ivi contrasti. Mail duca lusingato di soverchio dalla fidanza nella protezione de'francesi e veneziani, non teppe risolvetti Cf \, nezia a Mantova l’8 aprile, aaa », -, se non parole e speranze. A quMcGrti I affidato, quale unica tfnea>a di za, vedeva la repubblica Iwcfc» K)n guata a sostenerlo, lentissima timi: a stratta dalla pestilenza che inseva», nelraste nella capitale. >ioadi«M* ta. , perorò l'ambasciatore (rance«, ik< . * nato ordinò di tentar la torte par atn durre nella desolala Mantova aa La sussidio di gente e di vettovaglia, ¿aau ria Sagredo pr-icuratorc ih s» Mai», tuilo provvedilo»« generaleeoatrat -• penali ud Ei izzo, a tal fine fatta pau il' arme a Valleggio, presta la sinistra del Mincio a piè d’ima cdhati meuistima , leutò poscia d‘occupa« d cuni vicini luoghi del Mantovana,«» tari al passaggio de'soccorsi; mt «tòt u ito a fronte 10,000 tedeschi, chta'}«“a*t gio lo disfecero e misero in rotta W « genti con tal precipizio, che aaca ^ gio fu lasciato alla loro dttereuoac * • nato veneto atlribueodo lai ro*aoi J la mula direziona del Sagredo, blico decreto lo privò frila d>gaiM«»-ste procuratoria. Ilestò duaqtKp*«“ mai angustiata Mantova. 10 em Iw” immensa strage la peste, * i* co uuinero e atterriti 1 difensori Ck ignorandoti da’ledesdii,s» aeeiistr»» s m prenderla segrelamenle e scili*!* u se anche del tradimento. A «pt*4*£ir:“ rono gl’infami famigliali dd J* * P" le de' mantovani stessi • o«J* '• 6 ‘ •la’ 18 luglio 163o rmfehce Manto***"’ giacque all'ardente tdegoo degl» a*»»“4' ri, i quali reti furenti per la trovata posizione, sorpaitarono m erutta«p aulico esempio, nulla lasciando si. *** bc 1 templi del Signore, nè 1« **5” "