navale, convalidato dalle stupende pitture esistenti nella sala del maggior consiglio del palazzo ducale di Venezia, illustrando il quale l’instancabile Zanolto si rese benemerentissimo anche della storia, per averne dimostrato favolosa buona parte del l’espresso ne’di pinti,come già dichiarai di sopra e nel ricordato n. i i del § X),qual monumentodi lodealla repubblica di Venezia, per lo zelo col quale difese l’encomia toPapa dall’oppressioni dell’imperatore Federico ì, siccome facente parte della lega lombarda, la quale sentì all’anima le offese fatte ingiustamente alla Chiesa, al venerando suo Capo, all’Italia già signora di tutto il mondo. Ecco l’iscrizione: Alexander Papa III. Fricle-rici Imperaloris iram et. impetum fu-giens abdidit se Venetiis. •— Cognitum et a Senatu perlionorijìce susceptum. Olhone imperaloris fdio navali proe- lio a — Venetiis vieto, caploi/ue, Fri-dericus pace facta supplex adorai, fi-deni et obedienliam — Pollieilus : ila Pontifici sua dignitas Venelae Reipu-blicae beneficio rexiituta MCLXXrn. Descrivono tali pitture e riportano I’ iscrizione: Taja, Descrizione del palazzo V a-deano, p. ig;Chattard, Nuova descrizione del Valicano, I. i, p. 24;Cancellieri, Descrizione delle Cappelle pontificie, p.i3; Pistoiesi, Il Vaticano, t. 8, p. g5, con tavola esprimente la stupenda pittura, che si ammira rimpetto alla cappella Sistina, presso la porta della saladucale. Nel pontificato d’Urbano VIII insorte discordie fra la corte di Roma e la repubblica di Venezia, pe’confini del Ferrarese e peraltro, il lJapa disgustato de’veneziani, nell 635 fece mutare il tenore e l’elogio della suddetta iscrizione,e poi nel 1639 la sostituita onninamente abolì. Offeso il senato veneto, ruppe o-gni trattato d’accomodamento,intavola- lo da’ministri del re di Francia, e poi si diè a sostenere contro il Papa, il suo feudatario duca di Parma. Per altre analoghe notizie può vedersi il doga- o 9^ do 98.°, ove ne riparlo. Nel settembre del 1644 successe a Urbano Vili, Papa Innocenzo X, il quale, amante della pace, senza indugio volle ristabilire la buona armonia co’ veneziani, ordinando l’immediato ristabilimento dell’antica iscrizione nella sala regia a’3 novembre. Il senato veneto ne fu tanto contento, che pei’ gratitudine decretò la nobiltà veneziana al principe il. Camillo Pamphilj nipote del Papa, ed a tutta la sua discendenza; dispensando dalla recente legge che obbligava a farne la richiesta. Ed oltre i 4 consueti ambasciatori destinati a rendere Ubbidienza (V.) al nuovo Papa, deputò il procuratore Angelo Contarmi quale oratore straordinario a ringraziar- lo.— In mezzo alle tante faccende e di sì grave importanza per la repubblica, che tennero occupato il governo del doge Sebastiano Ziani, non lasciò questi di aver sempre l’attenzione anche alle cose del commercio, e al miglioramento degli ordini interni dello stato. Laonde furono conclusi trattati d’alleanza e di commercio con Cremona, Verona e Pisa; e fu provveduto alla tutela degl’interessi del popolo e alla pubblica igiene eleggendo uftiziali soprintendenti alle beccherie, a’ fornai, all’osterie, a’pollaiuoli, a’pescivendoli, da’quali ulliziali poi derivarono \giustizieri vecchi e nuovi, i daziatori del vino, i visdomim della ternaria, cioè o~ lii, grassumi ec. Il doge intraprese la ri-fabbrica della chiesa di s. Geminiano, fece selciare la piazza di s. Marco e fabbricare inlornocase con colonne alle finestre. Sulla Piazzetta fece alzare le due giacenti colonne, e più tardi vi furono eretti sopra, in una il Leone alato, emblema di s. Marco, nell’altra la statua rappresentante s. Teodoro, l’antico protettore della città, come affermano tutti gli scrittori patrii. Ma di recente avendo il eh. Zanot- lo dimostrato esprimeres. Giorgio patrono della Dalmazia e uno de’prolettori della repubblica, cedendo alle sue dotte dimostrazioni, altrettanto dissi aneli’ io