le parole del Beicastel, dopo aver ■ mulo ni decreto proibitivo di edificar 'irte, monasteri, ospedali » e di levare beili posseduti da’secolari sotto la dizione delle chiese, alcuni diritti die il iliroera in possesso di percepire Morì ldemente Vili a’3 marzo i6o5, e passa- li a8 giorni gli successe Leone XI de Me-!ict, al quale la repubblica lietissima di ma esaltazione, 8 giorni dopo elesse i so-Mi 4 ambasciatori d’ubbidienza per ratinarsi e dichiarargli l’infinito suo coniato ; ina non poterono effettuarlo per-clic con 26 giorni di pontificato passò agli derni riposi. Nella sera de' 16 maggio i6o5 fu acclamato Papa Paolo V [V.)t die per essergli stata svaligiata la Cella ila'conclavisti, dormì in quella del ve-netocardinal Benedetto Giustiniani. A’6 novembre prese possesso della basilica Lateranense, nella cui cavalcata interine il cav. Agostino Nani ambasciatore tlella repubblica, vestito con roba lun-. 1 ili damasco nero all’usanza veneziana, coll’ambascia lore di Francia,cavalcando Ira loro il governatore di Roma. Riporta 1!.Muratori all’anno i6o5: » Confessano tulli gli scrittori, aver Paolo V portato “co a sì eccelsa dignità uu complesso di l»li virlù e prerogative sì di animo che ingegno, che luogo non restò alla gin-ila Centura, nè bisogno d’adulazione per "< re le sue lodi. Specialmente carupeg--'»vain lui l’illibatezza de’costumi, l’a-niore e la pratica della religione, la soa->ilà del tratto, e un’altezza di pensieri, ■ -■iilerosa e capace di cose grandi. Nè '"Ile nel bollore di sua esaltazione di-‘pemar grazie, dicendo, che troppo facile 1,1 allora il chiedere e concedere disav-diilaiBenle cose ingiuste, e doversi con l‘turita accordar le giuste. Siccome que-ontefìce era sopra ogni altra cosa a-l"'alo forte per sostenere l’Immunità mastica \V.) e i privilegi del Clc 1 ), cosi poco stette a far valere que- • .1 T’r*0 Co,lt,'° vari principi d’ I-1,1 fatti nel Bull. Ront, ve ne sono 453 le testimonianze, contro i supremi magistrati di Milano e di Lucca, prima di quanto vado a dire). Ma il più strepitoso impegno suo fu quello, ch’ei prese contro la repubblica di Venezia, sì per aver ella fatto carcerare un canonico di Vicenza (ScipioneSaraceni nel i6o5,e non 1606 come dice il Novaes), e l’abbate commendatario di s. Eustachio di Ner-vesa (nella provincia e diocesi di Treviso, distretto di Monlebelluna, chiamandosi l’abbate Brandolino Vaimarino nativo del Friuli, senza alcuna permissione della s.Sede ambedue chiama ti in giudizio e imprigionati, per essere stati accusati al consiglio de’ Dieci per gravi delitti di rapina e di omicidio, perchè il governo esercitava il diritto di prendere la cognizione e di tenere il giudizio delle cause criminali degli ecclesiastici, ed i nominati e-rano stati inquisiti dal tribunale degli avogadori); come ancora per avere rinnovato un antico decreto, che non potes-sero gli ecclesiastici acquistarla lì innanzi Beni stabili, con obbligo, se loro ne fossero lasciati per testamento, di venderli; e filialmente per essere stata proibita la fabbrica di nuove chiese senza licenza del senato. Per questo concepì gran fuoco il Pontefice, e nel dicembre spedì un breve al doge Marino Griinani con intimazione di Scomunica (V.), se non si rivocavauo quelle leggi, e non si consegnavano que’prigioni al nunzio di Venezia Mattei (Orazio, diverso dal cardinale dello stesso nome e cognome). Presentò esso nunzio nel dì di Natale i6o5 questo breve a’consiglieri, giacché il doge si trovava agli estremi di sua vita; e in fatti cessò di vivere ¡11 quello stesso giorno ”. Il veneto cav. Mulinelli, negli Annali Urbani eli Venezia, citando Lau-gier, Storia della repubblica di Vcne-zia,la quale i veneti disapprovano in moltissime cose, dice che il nunzio pontificio, ad onta della ricordata vigilanza della repubblica sui grigioni » dichiarava in que’giorni stessi in pien collegio