280 10 leggo dopo il suo tiome, Dei grafia Castellami* Episcopus, ma quello pure del Castellarmi Arrhidiaconus. Lo trovo nuche nell’Uglielli, ¡1 quale riporta pure a p. la bolla del i 144 ‘I* Pa’ pa Lucio II, Aequuin elrationabileeslj cominciando col saluto: Venerabili fra-tri Jo. Olivolcnsis seti Castellancie Ecclesiae Episcopo. Con essa ornò di molti privilegi e diritti il vescovato Castellano: 11 quale privilegio rinnovò Adriano IV a’25 gennaio 1 156 in Benevento, ov’era-si portato nel precedente ottobre. Mori Giovanni HI in epoca sconosciuta, non rimanendo notizia di lui dopo il 1 »5y, benché alcuni dicono verso il 1164.— In questo era già 25. “vescovo Pietro III Grandaliconi, non conosciuto che dal-l’ab. Cappelletti, che ritiene aver principiato qualche anno avanti il suo pastorale governo, mentre il 1164 fu l’ultimo di sua vita e il 1 ,°del suo successore. Di lui si ha memoria, dalla sua sottoscrizione ad una sentenza pronunziata nel giugno 1 164 in Rialto, dal Cardinal Ildebrando Grassi, legato del Papa Alessandro III, a favore di Marco priore d'ispide, contro Geltrude badessa di s. Zaccaria di Vene zia. Avverte l’ab. Cappelletti, che non si deve confondere co’due altri Pietri, che per strana combinazione erano allora vescovi di Civita Castellana e di Città di Castello (de’ loro antichi vocaboli latini riparlai ne’voi. LXXIX, p.3,e LXXXV, p. 310), che come il veneto intitolavan-si : Petrus Castellanae Episcopus (ora però ambedue usano preporre avanti la parola Civitatis o Civitas, anzi quello di Città di Castello anche Tìphernum Ti-berinum, e Civitatis Castelli). Il Gallic-ciolli, sulla testimonianza d’un cronista, disse il Graudaliconi vescovo d’Olivolo nel 1146, per ¡sbaglio di stampa, dovendo dire 1164. — Successore di lui in tale anno e 26.° vescovo fu Filale II Michel, nel dogado di Vitale II Michel, per singoiar coincidenza. Non dice lo storico che fossero parenti. Egli era pievano di s. Paolo. Nel 1170 (ondò un ospedale nel Pisola di s. Elena, di cui feci ricordo nel descriverla, nel n. 16 del § XVIII, riservando a se ed a’successori l’elezione del priore. Nel tempo del suo governo si re cò in Venezia Papa Alessandro III, nel 1 177, al modo ampiamente narrato nel§ XIX, n. 8, dogado 39.° di Sebastiano Zia-ni, ma non mai incognito e occultamente, come provai anco con autorità venete, non mancando di riferire l’opinione con traria. Nel memorabile soggiorno fatto dal Papa in Venezia, celebrò nella basilica Marciana quel concilio che descrissi in detto luogo (i cui atti mancando nel Labbé e nel Mansi, dice l’ab. Cappelletti averli pubblicati nella sua Storia della Chiesadi Venezia, t. 6, p. iooeseg.)con sagrò varie chiese, ornò di molte prerogative la città e il doge, concesse la perpetua indulgenza plenaria alla basilica di s. Marco per la solenuità dell’Ascensione e sua 8.’, confermando il giudizio pronunziato da’vescovi di Torcello e Jesolo, contro l’abbate ed i monaci di s. Nicolò del Lido,che negavano al vescovo di Ca stello l’onore dovutogli in tal giorno della benedizione e sposalizio del mare, nella loro chiesa, colla bolla, Ea,quae ju-dicio statuuntur, presso I’ Ughelli, p. 1245. Dice il saluto; Venerabili Jratti V. Castellano Episcopo salulem; e la data: Dat. Venetiaruni in Rivo Allo kal. junii (il eh. p. Bresciani, nel 1.12, p. 691 litWaCivillà Cattolica, serie 3/", nell’ eloquente articolo,tratta: LaPa-re di Venezia). I noi tre FUghelli riporta la bolla di conferma d’Urbano III data io Verona.Morì il vescovoVitalelIneli 181. — Nello stesso fu eletto il 27.0 vescovo Filippo Casiolo ,che visse appena pocln mesi. — Nel novembre 1 181 già sedeva il 28.“vescovo Marco INicolai, detto anche Nicola o di Nicola, pievano di s. Silvestro assai stimato, narrando di lui il Dandolo,che muniva le sue bolle cc" sigillo di piombo, mentre niuno de’pre-decessori e successori l’usò. Papa Clemen