scie le v>e valevoli a conseguire l’oggelto (|e||a pubblica tranquillità”.Raggiunsero jiiesti deputati Napoleone in Gorizia, e chiesta la riparazione agli avvenimenti di Bergamo e di Brescia, soggiunsero. » Sarebbe stato bene che in segno di disapprovazione restituissea’veneziani ¡castelli Ji quelle due città. Ciò sarebbe stato anche opportuno per evitare gli sconcerti che potrebbero accadere fra’militari ne’mez-zi che la repubblica avrebbe adoperato per sottometterei ribelli; lusingarsi quindi che dopo l’ingresso dell’armata francese nella Germania, gli stati veneti sarebbero sollevati dalle tante tolte, a cui fino allora erano stati soggetti pel mantenimento delle truppe”. A tali rappresentanze Napoleone rispose. » I popoli essersi sollevati da se medesimi contro Venezia, nè i francesi avervi avuto alcuna parte. Che se il suo comandante di Bergamo avesse cooperato alla rivolta,sa-ìebbe stato punito. La prudenza militare però non permettergli, anche in mezzo olle vittorie, di lasciare le fortezze di Bergamo e di Brescia interessanti in caso di ritirata. In quanto a se poi, il mezzo più proprio a ristabilire l’ordine,sembrargli quello d’iriteressarvi la stessa repubblica francese, stringendovi maggiormente i rapporti con appositi legami. Del restante il senato potere pure usare tranquillamente di tutti i mezzi che credeva opportuni a sedare le sollevazioni. Ma poiché avea scritto a Parigi, il suo consiglio sarebbe che si attendesse la risposta. Frattanto essere indispensabile che I armata francese fosse mantenuta dalle provincie venete. Rincrescergli certamente che le sussistenze si fossero fin allora tratte colle tolte, le quali per loro nalu-ia rovinano le sorgenti delle sommini- 639 me alla pace. Non opponessero l’angustia del pubblico tesoro, poiché se non avevano denari potevano valersi di quelli del duca di Modena e de’fondi depositati in Venezia da’nemici della Francia, la quale aveva il diritto di domandarli ”, Così trattava Napoleone per prender tempo, poiché mentre sul fine di marzo e nel principio di aprile s’inoltrava nelle montagne della Carniola e della Carintia, non voleva inimicarsi i veneziani alle spalle, negli piaceva chela loro tranquillità pubblica fosse alterata, acciò potessero continuare a somministrargli i viveri. Quindi a’sollevali di Bergamo e di Brescia che a-veano invocato il suo soccorso, disgustato per aver proceduto più céleremente del tempo da lui voluto, rispose. » Non esser giudice fra le provincie e il senato veneto. Soltanto essere sua intenzione che non vi fossero turbolenze o movimenti bellicosi;avrebbe pertanto adoperato o-gni mezzo per mantenere la tranquillità alle spalle della sua armata”. Frattanto il governo veneto intesa la relazione del-le conferenze avute da’suoi deputati con Napoleone, e non avendo ricevuto da Parigi che vane risposte, poiché nelle nuove viste del direttorio, le rivoluzioni erano divenute necessarie nella penisola, onde procurare alla Francia oggetti di compensazione da offrirsi all’imperatore nella pace, tale destino essendo riservato alle provincie venete, il senato non mancò di decretare la richiesta somministrazione d’un milione di franchi al mese. E comprendendo finalmente il pericolo in cui era la repubblica, ordinò 1’arresto delle persone sospette, ed incominciò a munire validamente la capitale. Radono in essai 1,000 schiavoni, e 3,5oo uomini di truppe italiaue; dispose nelle Lagune 206 barche armate; risarcì l’antiche bat- strazioni. L’unico modo adunque di alleggerire il peso consistere nel converti- ■ e le tolte in prestazioni di deuaro o di generi, e ciò nella somma d’un milione di franchi al mese. La Francia non avrebbe mancato di far liquidare quelle som- terìe delle rade, altre ne aggiunse, e preparò viveri ed acqua dolce in grande abbondanza. Conoscendo quindi che gli abitanti delle montagne che sono al settentrione di Bergamo, di Brescia e di Ve-