S3G preccs et supplicationes nostras cleinen-ter ad tpsam dignitatem promovit. Co* sii etto adunque da sì forti istanze, ricevè finalmente Andrea la dignità, che amministrò santamente. Pubblicò utili costituzioni per l’osservanza della disciplina ecclesiastica, massime la residenza personale de’beneficiati,introdusse neH'ufli-ziatura la particolare commemorazione de’ss.Ermagora e Fortunato, decretò che si accendessero lumi sull’altare nella celebrazione del divino sagrifizio della s. messa (I), ed uno sempre ardesse dinanzi il ss. Sagramento ec. Per migliorare 10 stato delle rendite patriarcali ottenne licenza dal Papa di vendere il palazzo del patriarca di Grado, adiacente a s. Silvestro, e la contigua cappella d’Ognissau-ti, per impiegare un 3.° del ricavato a riparare le altre case di ragione del patriarcato, e cogli altri due terzi acquistare nuovi fondi per aumentarne i proventi ; la qual cosa non ebbe effetto, perchè 11 suo successore die’ in vece il palazzo in enfiteusi alla scuola di s. Rocco. Mentre era comune uso di far incidere nel sigillo lo stemma della propria famiglia, il pio patriarca vi fece esprimere 1’ elligie di s. Andrea e I’ iscrizione intorno : Si-gillum Andreae Bondimerio Palliar-cliae Vcnet. Morto a’6 agosto 14^4, il cadavere fu trasferito nel monastero di s. Spirito da lui fondato, e meritò che nel catalogode’Santi e Beati, raccolto dal patriarca Tiepolo un secolo e mezzodo-po, fosse onorato col titolo di Beato. — Gregorio Correr IV patriarca. Tre giorni dopo il decesso del predecessore fu scelto con pieni voti del senato a succederlo. Era egli pronipote di Gregorio XII, abbate commendatario di s. Zeno di Verona e protonotario apostolico, la cui elezioue il veneto e parente Paolo II tardò ad approvare, volendo in vece che fosse patriarca il proprio nipote Giovanui Barozzi. Al senato di già lo aveva raccomandato caldamente il moriboudo s. Lorenzo, non che gli altri due predecessori Maffìo e Andrea, anzi questo avea chiesto che a lui si preferisse, ma allora non volle accettale. Pel suo merito e letteratura, per le belle speranze di lui coucepite, riuscì amara la sollecita sua perdita a’ 19 novembre. Fu condotto al sepolcro con magnifica pompa, decorata dall’intervento del doge e della signoria, nella chiesa di s. Giorgio in Alga, nella sontuosa cappella da lui eretta, con epigrafe onorevole.— Giovanni I Barozzi Vpatriarca. Avendo il senato eletto Marco Barbo nipote di Paolo II, e non volendo e-gli accettare la patria suprema dignità ecclesiastica, per non distaccarsi dallo zio, che poi lo creò cardioide, nominò in vece l’altro nipote del Papa, Barozzi allora vescovo di Bergamo. Questi zelante a-matore della giustizia e geloso custode delle leggi ecclesiastiche, promosse la cristiana pietà e 1’osservanza de’sagri riti. Concepì il progetto di trasferire la cattedra patriarcale da s. Pietro di Castello alla chiesa de’ss. Gio. e Paolo, riputandola situata in luogo più acconcio e di magnificenza pia propria all’altezza di sua dignità; ma non vi riuscì,colto da morte repentina nel mercoledì santo 1466. — Maffìo li o Matteo o Maffeo Gerardo o Girardi VI patriarca e cardinale. Fu eletto nell’aprile 1466, abbate benemerito camaldolese di s. Michele di Murano e di maturo consiglio. Questa scelta del senato presentata per la conferma al concittadino Paolo li, egli la disapprovò e in vece esibì alla signoria altri 4 prelati nobili veneti, da’quali destinasse il patriarca. Ma il senato non costumando rimuoversi dalle sue determinazioni, si rifiutò d’accettare i proposti, laonde le trattative andarono in lungo per vari mesi. Finalmente a’3o ottobre, per far cessare i mali derivali dalla notabile sede vacante, il senato ingiunse a Giovanui Soranzo e Pietro Morosini, ambasciatori iu Roma, di presentarsi al Papa e d’instare con efficacissime e gra-