532 pelilo I più disposto a conservare con essi con qualche danno la tregua, clic ad entrare nella sempre pericolosa guerra; lo stesso l’.'pa benché vivamente la bramasse, almeno coll’imperatore e co’ veneziani, rimaneva trepidante per le gravi spese occorrenti. Così restò la repubblica sola a sostenere la guerra con incredibile dispendio, per la sua lunga durata e con una potenza tanto formidabile, in paese lontano dalla dominante 1200 miglia,dovendo combattere purecoll’abbor- 1 ¡mento che destava nella gente il dover passare il mare, per la grave apprensione di non più ripatriare. L’imprese fatte da’ veneti nel 16G2 si ridussero a varie prede di legni turchi. Venne a sapere il loro capitano generale, che a Scio era pervenuta la caravana navale de’lurchi, che da Costantinopoli passava in Egitto, portando preziose merci e gran regali destinati per la Mecca. Spiegò le vele a quella volta : ) o di quelle navi da carico a questa vista diedero a terra, ed essendo (uggiti i soldati e marinari, rimasero in potere de’veneziani. Essendosi ritirati i vascelli di quella caravana nel porto di Coo, a’29 settembre i veneziani con ¡sforzo di battaglia tanto si adoperarono che loro riuscì di prenderne 3. L’avidità maggiore della milizia era contro il più grosso di que’ vascelli, sapendo ch’eravi un agà del serraglio con carico valutato mezzo milione d’oro. Ma questo miseramente restò incendiato, e l’agà nuotando per salvarsi, rimase prigione. Di 28 saiche nemiche, 18 furono prese e 1 o consumate dal fuoco. In quest’anno dalla repubblicasi die’ fine alle controversie colla coi tedi Savoia, per cagione del titolo di re di Cipro, che rifiutò dare n Carlo Emanuele II e successori, e per altre simili differenze. Dal i63oa quest'epoca aveano i veneziani tenuto presidio in Mantova, per sicurezza di quella città contro i tentativi de’fran-cesi e spaglinoli. Essendo già passato o-gni pericolo,ed avendo fatto istanza l’imperatore Leopoldo I, protettore della ca- sa Gonzaga, chesi ritirasse quella gem» vi acconsentì senza difficoltà il senati, it nelo. Perciò il duca Carlo II spedì t.»i a Venezia il marchese Odoardo Vaimi Gonzaga a render le dovute grazie alU repubblica dell'assistenza prestata fin q a’suoi stali. Nel iG63 niun avvenirne!,tu particolare e notabile ebbe luogo nelU guerra di Candia, avendola il sultano mossa all’imperatore Leopoldo I, il quale deluso dalle parole dc’turchi si trovòmnl provveduto di forze, e paventando di vederli sotto Vienna, onilesi preparò a difesa. Ricorse allora l’imperatore a’prim pi cristiani, andò alla dieta di Ratislmna per implorar soccorsi,ctrattòdi collega™ col Papa e con Venezia; ma le insorte gra vi differenze di Roma colla Franchi, pei l’insulto fatto da’ soldati insolenti coni aH’anibasciatore Crecquy, onde il reavea invaso Avignone e la contea del Vena u sin frastornarono la lega. Nel i6C J eranogià pervenuti nel ParinigianoeMo-denese 6,000 fanti e quasi 2,000 cavalli spediti per ulteriore prepotenza di Lnii;i XIV, crescendo il tuono ili sue minacce contro gli stati della Chiesa in Italia,do po la detta occupazione di que’ di Provenza. Alessandro VII avea concinnato gran denaro per armare 8,000 fanti e 2,000 cavalli, e in procurar leve d’altra gente fuori d’Italia, nè restava nerbo di cassa e di milizie per sostenere e continuare l’impegno preso da’nipoti del Papa contro un re potentissimo. Nel principio delle vertenze eransi interposti il granduca Ferdinando 11, i veneziani e nitri principi per trattare ri’ aggiusta mento, quaudo nel negoziato vi si com presero dalla Francia altre pretensioni, ad istanza del duca rii Parma cioè I» disincamerazione di Castro e Ronciglio-ne, e per quelle del duca di Modena per le valli di Comacchio ; esigenze tutte, che rendevano difficoltosa la con cordia, il negoziato della quale ripreso in Pisa si compì a’ 12 febbraio colla pace. Si convennero le cose più volle narrale